Comunità di S.Egidio


 

02/01/2003

Per la Giornata mondiale, a Firenze testimonianze e preghiera ecumenica
Il grido di pace della Comunit� di Sant�Egidio

 

Il sogno di pace di Fosco Cesari, partigiano e deportato dai tedeschi dopo l�8 settembre del �43 su un treno pieno di pulci. Il sogno di Ajit, un ragazzo di Sri Lanka che anni fa scamp� a un attentato nella capitale del suo Paese dilaniato dall�estenuante conflitto civile tra le etnie cingalesi e tamil. Il sogno di Francesco, componente del movimento �Giovani per la pace�, che ricorda come la guerra da superare a volte possa essere quella che miete vittime non a colpi di mitra o di bombe ma attraverso un invisibile nemico chiamato Aids.

Il sogno di tre protagonisti dei nostri tempo contro tutte le guerre nel mondo. Tre personaggi che portato la loro testimonianza sul piccolo palco allestito ieri dalla Comunit� di Sant�Egidio nel cortile della chiesa di San Ferdinando in Montedomini in occasione della Giornata mondiale della Pace. Sotto il palco, una trentina di cartelli issati dai giovani a ricordare tutti i luoghi nel mondo dove ancora si combatte o si muore per una guerra. E� stato una sorta di saluto nel nome della pace quello che la Comunit� di Sant�Egidio ha organizzato prima della preghiera ecumenica che poi ha visto all�interno della stessa chiesa protagonisti gli esponenti delle chiese cristiane di Firenze: monsignor Timothy Verdon (Cattolica), Henning Golden (Luterana) e Theofilos Bazas (Ortodossa) oltre al parroco di San Ferdinando in Montedomini, don Rocco Melchionna.

La Comunit� di Firenze ha invitato a ricordare con momenti di incontro e preghiera tutte le terre che nel nord e nel sud del mondo attendono la fine della guerra, �fonte di sofferenza per tanti popoli e �madre� di tutte le povert��, e la fine del terrorismo. Ricordare anche le parole del Papa quando ha chiesto nuove iniziative politiche ed economiche capaci di risolvere �le scandalose situazioni di ingiustizia e di oppressione che continuano ad affliggere tanti membri della famiglia umana, creando condizioni favorevoli all�esplosione incontrollabile del desiderio di vendetta�.