Quelli di Sant'Egidio pregano per la pace, e fanno pregare. Cattolici e non. Fin dal 1986. Ma la pace la organizzano pure. La fomentano. Le armi? Sostanzialmente una, il dialogo, da intendersi come arte nella quale esercitarsi. Segnali di pace a tutti. Dialogando, appunto. Perch� pace, guerra, Chiesa e Occidente sono temi delicati. Da maneggiare con cura, come sottolinea il fondatore della Comunit�, lo storico Andrea Riccardi.
Che cosa succede, professore? Sembra quasi che Galli della Loggia rimproveri al Papa che ha sconfitto il comunismo di non essere abbastanza occidentale? �Ma il Papa non � occidentale. E neppure orientale�.
Come come? �Premessa: di Occidenti ce ne sono almeno tre, europeo, nordamericano e latinoamericano�.
Chiusa la premessa? �Il rapporto tra Chiesa e Occidente � da sempre complesso. Intendiamoci: le radici dell'Occidente affondano nel grande fiume del cristianesimo, e anzi hanno bisogno di rifarsi a d esso. Quanto alla storia recente, da almeno due secoli, dal fallimento della Restaurazione, la Chiesa al tempo stesso si identifica con l'Occidente e ne � alternativa. Non � forse questo che intendeva Pio XII quando affermava che la Chiesa cattolica si sente madre di tutti i popoli, ma se alcuni di essi la avvertono particolarmente vicina, ci� non significa che la Chiesa "si infeudi ad alcuno n� si impietrisca in un momento della storia"? La Chiesa si sente ovunque a casa propria ma non si identifica con alcuna civilt� specifica�.
Eppure spesso Chiesa e Occidente finiscono per essere sinonimi. �Pio XII era mosso da due esigenze: di qua l'originalit� della presenza cristiana, di l� l'attivit� missionaria e le altre civilt�. � chiaro che tra cristianesimo e Occidente (ma anche Oriente ortodosso) c'� grande contiguit�, perfino intimit�, ma all'interno di un rapporto dialettico�.
Al posto di Occidente scriviamo Usa. �Tutti i Papi, almeno da Benedetto XV in poi, ne hanno colto l' importanza. Tuttavia non va ignorato il paradosso: gli Usa sono di fatto l'unico "impero" sopravvissuto al ventesimo secolo; ma a modo suo anche la Chiesa cattolica � "internazionale" e coltiva interessi globali, anche perch� i suoi fedeli sono ovunque. Pio XII parlava di "soprannazionalit�" della Chiesa cattolica, che per sua natura non pu� che avere una politica a tutto campo, mondiale�.
E in questa sua attenzione al mondo intero � vero che usa due pesi e due misure, denunciando certi conflitti e sottacendone altri? �A toglierci ogni dubbio in proposito, basterebbe il discorso che ogni anno il Papa tiene al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, con la denuncia di ogni conflitto, compresi i pi� marginali. Oppure i timbri sul passaporto del cardinale Etchegaray... L'attenzione al mondo da parte della Chiesa � davvero a livello "imperiale", e la stessa ampiezza del corpo diplomatico vaticano lo conferma�.
E il rapporto con la guerra? � vero che la Chiesa cattolica sta scivolando sul crinale di una sorta di "fondamentalismo pacifista"? �Il rapporto tra Chiesa e guerra attraversa tutto il Novecento, dal Benedetto XV dell'"inutile strage" a Giovanni Paolo II. E non senza contrasti interni. Il predicatore di Notre Dame ribatt� a Benedetto XV: ottimi consigli, ne riparleremo quando avremo vinto... Certo, la Chiesa tiene conto delle caratteristiche peculiari, drammatiche della guerra moderna. Ma questo � lo stesso Papa che ha parlato a favore dell'intervento umanitario nei Balcani. Un Papa che ha fatto esperienza diretta della guerra e ne ha un senso mistico-drammatico. E la Chiesa di cui � a capo possiede la consapevolezza di fondo che conflitti e rivoluzioni non hanno reso il mondo migliore. La Chiesa sa che la guerra pu� lasciare un'eredit� avvelenata e va utilizzata con grande cautela, fino all'implorazione che non venga usata affatto. La sua � una politica n� pacifista n� guerresca, ma pacificatrice. In questo senso il Papa che oggi parla contro la guerra e denuncia le miserie del mondo non fa tanto un discorso morale, quanto realista. E se gli Usa pensano a intervenire, la Santa Sede pensa a un nuovo ordine mondiale, pi� equo. Il suo � l'universalismo di chi non ha divisioni da schierare sul campo, ma neanche interessi economici�.
Umberto Folena
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