Comunità di S.Egidio


 

22/01/2003

l'iniziativa
Un indirizzo virtuale sui documenti dei barboni

 

Il freddo, la solidariet� della gente, l'impegno dei volontari e degli operatori del Comune: cos�, torna in primo piano il dramma dei senzatetto. Un dramma che non deve trasformarsi in tragedia, ha ammonito il sindaco. E ieri al suo appello ha risposto anche la Comunit� ebraica mobilitandosi per la distribuzione di pasti, vestiti, coperte, medicinali e assistenza. L'imperativo �: nessuno deve morire. Come mor� Modesta Valente, a settant'anni, dopo quattro ore di indugi a farla salire in ambulanza con quei suoi cenci sporchi.

Era il gennaio di vent'anni fa e a lei il Campidoglio, il 27 febbraio 2002, intitol� una strada che non c'�. La strada dei barboni di Roma. La via dell'indirizzo anagrafico di chi non ha indirizzo perch� � senza casa. E nella ricorrenza della sua morte, il prossimo 31, la Comunit� di Sant'Egidio sistemer� nel bookshop di Termini, di fronte al binario 24, un bassorilievo in suo ricordo, un monito sul rischio che di indifferenza si pu� anche morire. �Chi non ha una residenza fissa�, spiega l'assessore alle Politiche sociali, Raffaela Milano, deve comunque poter beneficiare di tutti i diritti civili�: l'obiettivo, in queste notti di freddo, � poterli continuare a esercitare.

�Chi d� dovrebbe farlo in silenzio e, invece, siamo qui a dire a tutti della nostra iniziativa di solidariet� con quanti, in questa citt�, soffrono�, spiega il rabbino capo, Riccardo Di Segni, presentando l'iniziativa di assistenza della Comunit� ebraica. �Lo facciamo perch� speriamo che il nostro gesto inneschi una catena di impegni�. �Per tre giorni assisteremo duecento senzatetto�, aggiunge il presidente della Comunit�, Leone Paserman. E il portavoce, Riccardo Pacifici, ringrazia la Caritas, la Comunit� di Sant'Egidio le associazioni impegnate verso gli ultimi. Definisce l'impegno della Comunit� �un segnale di distensione, un messaggio per rafforzare la funzione di citt� aperta di Roma�.

Carlo Picozza