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25/01/2003 |
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Fumata bianca ai negoziati di Parigi sulla guerra civile in Costa d'Avorio: con il cruciale apporto della Francia e la mediazione italiana della Comunit� di Sant'Egidio, il regime del presidente Laurent Gbagbo e i ribelli hanno firmato l'altra notte un accordo di pace. Per il �polmone economico� dell'Africa occidentale si prospetta un ritorno alla normalit�. Il compromesso - raggiunto dopo nove giorni di negoziati tra le parti in causa - prevede un drastico ridimensionamento del potere, finora concentrato nelle mani del controverso Gbagbo. Il presidente dovrebbe essere affiancato da un governo di �riconciliazione nazionale� aperto ai ribelli, con a capo un primo ministro �consensuale� che avr� libert� d'azione e che lavorer� per l'organizzazione di elezioni democratiche e trasparenti. Chi diventer� primo ministro non � stato ancora deciso ma si parla di Henriette Diabat�, una professoressa di storia con laurea alla Sorbona, che ha 68 anni e milita nel principale partito di opposizione, l'Rdr di Alassane Ouattara, il leader escluso dalle presidenziali del 2000 con il motivo di non essere ivoriano purosangue. Anche se l'intesa non ha portato ad un'immediata fine dei sanguinosi scontri sul campo, il presidente francese Jacques Chirac � molto soddisfatto per l'esito delle trattative, pilotate con mano ferma da un suo fedelissimo (Pierre Mazeaud, membro del Consiglio Costituzionale). Pu� adesso passare alla �fase 2�: oggi e domani riunir� a Parigi i leader dell'Africa occidentale, per un summit sulla Costa d'Avorio al quale ha invitato anche il segretario generale dell'Onu Kofi Annan. Il vertice dovrebbe avallare l'accordo e contribuire alla pacificazione dell'ex-colonia francese, dove a settembre un tentato colpo di Stato contro Gbagbo ha innescato una guerra civile dai risvolti etnici a cui non sarebbero estranei alcuni Stati confinanti come Burkina Faso e Liberia. Per Chirac non � stato facile imporre un compromesso: i rappresentanti dei tre movimenti ribelli erano arrivati a Parigi insistendo per le dimissioni di Gbagbo, che da parte sua respingeva ogni ipotesi di spartizione del potere con i rivoltosi. All'ultimo (i negoziati dovevano comunque terminare ieri) la Francia ha spinto le delegazioni presenti verso posizioni pi� morbide perch� ha ancora una grossa influenza nell'ex-colonia, dove ha dispiegato 2.500 soldati della Legione Straniera armati di tutto punto. Anche la Comunit� di Sant'Egidio ha partecipato con una sua delegazione ufficiale ai negoziati. �Abbiamo operato da osservatori e facilitatori�, ha indicato Mario Giro, rappresentante della Comunit� con a Hilde Kieboom.
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