Comunità di S.Egidio


 

31/01/2003


Comunit� di Sant�Egidio, trent�anni a difesa dei deboli

 

Nel 1968, anno di grandi turbolenze e inizio di un periodo in cui tutto cambi�, mentre alcuni giovani con i lunghi capelli e le gonne fiorate occupavano le Universit� e rivendicavano i loro diritti spesso passando il tempo con chitarre e canzoni, un gruppo di altri giovani si riunivano nella piccola chiesa di Sant�Egidio in Trastevere, dando vita ad una comunit� che da allora in poi, sarebbe stata vivacemente impegnata nella evangelizzazione e nella solidariet� con i poveri ed i deboli. Nata a Roma la comunit�, nel corso degli anni, si � diffusa prima in altre citt� italiane ed in seguito in diverse nazioni europee nonch� in molti Paesi delle Americhe, dell�Asia e dell�Africa. Una bella storia, dal 1986 riconosciuta Associazione pubblica laicale della Chiesa, che somma tante piccole comunit�.

L�altro giorno si � tenuta al Teatro Sannazaro, una commovente, sincera ed ottimistica celebrazione per festeggiare �30 anni di amicizia con gli anziani�, il cui sottotitolo era �I �vecchi� senza amore muoiono�, (solo i vecchi? mi domandavo) organizzata in maniera perfetta dai responsabili ed i collaboratori della Comunit� di Sant�Egidio che, senza gerarchie ma con una condizione di evangelica fratellanza, amicizia e intesa, hanno dato il meglio di s� per la riuscita dello spettacolo. Perch� di spettacolo, e anche di qualit�, si trattava, iniziato alle quattro del pomeriggio e terminato oltre le diciannove, con un foltissimo pubblico che riempiva ogni ordine di palchi e la platea, nel corso del quale una schiera di amici, artisti simpatizzanti e generosi, davano la loro arte per recitare, cantare, leggere, testimoniare e anche sorridere.

Introduceva la manifestazione, Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli, che sottolineava il ruolo degli anziani: �Gli anziani hanno tanto da insegnare. Penso alla mia esperienza di vedova con figli, che molto spesso hanno fatto ricorso al nonno per risolvere tanti problemi e questioni. Anche per questo ringrazio tutti gli anziani presenti e ricordo a chi non ci pensa che un giorno anziani lo saremo tutti. Io con i miei anni gi� lo sono. La vecchiaia, non va dimenticato, racchiude la vita, anche per questo � una specie di sfida�.

Era Katia Ricciarelli (nella foto), arrivata da Roma, pronta a proseguire per il suo musical in scena al Teatro Trianon, a cantare tre arie, che includevano l�Ave Maria di Schubert, che scatenava grandi applausi. Poi Mariano Rigillo recitava di Vittorio Caproni �Congedo�, un brano dedicato agli anziani.

Un video raccontava l�attivit� della Comunit�, la decisione di occuparsi degli anziani, con immagini toccanti e serene di trent�anni di dedizione e di amore, al termine commentato dai relatori: Silvia Marangoni, Mario De Finis, Anna Ruocco e Bianca Frattini, che, in maniera diversa, sottolineavano la lunga storia di amore che lega la Comunit� agli anziani. Alternati dalla apparizione in schermo di uno struggente Marcello Mastroianni, interprete nel ruolo di un anziano pronto a lasciare la sua casa per andare in istituto, di �Le ultime lune� di Furio Sgorlon, gli attori ospiti si avvicendavano al leggio.

ComInciava Anna Maria Ackermann che, con decenni di attivit� teatrale alle spalle ed una lunga consuetudine radiofonica, ha voce ed intonazioni da decana. Leggeva e recitava, sottolineava e raccontava, in un alternarsi di malinconia e coraggio. Ad allentare la riflessione e rendere pi� gaio lo spettacolo due fuoriclasse della risata: Benedetto Casillo, che cominciava con �Panta Rei� di Luciano De Crescenzo e continuava con Hillman e Tolstoi, e Giacomo Rizzo, fuoriclasse della comunicazione brillante e l�altra presenza femminile Rossella Serrato, la mascotte del gruppo, che leggeva con intonazioni intense e spontanee i testi affidati: Baudelaire, Allende, Simone de Beauvoir. A riportare il sorriso Giacomo Rizzo, in forma esplosiva che dopo vari testi tra cui Luzi e Levi, affrontava per la prima volta, il monologo del caff� di Eduardo/Pasquale in �Questi fantasmi�. Una goduria, che concludeva spiritosamente con una barzelletta esilarante. Era la volta di Renato Carpentieri, asciutto e severo come sempre. �Non so essere che cos�. Tengo fede alle mie scelte� che recitava Fortini, Levi e Montale. Perfetto.

Al termine dopo tante lettere lette, testimonianze interessanti e narrazioni dei quattro relatori, con l�attenzione rimasta immutata fin dall�inizio della serata, era la volta di Valentina Stella. Cantava una canzone ricavata da un testo della Comunit�, �Canzone appassiunata� ed un bis a grande richiesta.

Applausi a non finire con un elogio da parte di tutti per la seria, affettuosa ed impegnativa attivit� della Comunit� di Sant�Egidio mentre, andando via per scrivere, avevo le ultime informazioni da Antonio Mattone.

Giuliana Gargiulo