Comunità di S.Egidio


 

09/02/2003

Di fronte alle minacce che si levano contro la pace Giovanni Paolo II affida a Vescovi e a sacerdoti riuniti per riflettere sul tema �Il Vangelo della pace� nel 35� anniversario della Comunit� di Sant'Egidio � un appello e una certezza
Non bisogna rassegnarsi. La guerra non � inevitabile
Non bisogna rassegnarsi. La guerra non � inevitabile. Il grido appassionato del �medicante della pace� torna a levarsi sul vocio sinistro e minaccioso dei �cori di guerra�. Il suo trepido appello alla speranza squarcia quella �cortina� di cupo scoramento che sembra aver avvolto i destini del mondo. Proprio mentre il �rumore� delle macchine da guerra si fa pi� stridente, la voce dell'instancabile �custode della pace� sale pi� limpida e alta. E se le strategie belliche cominciano a dispiegarsi in tutta la loro fredda disumanit�, il Papa non cessa di esortare con insistenza i cristiani e tutte le persone di buona volont� a �moltiplicare gli sforzi� per contribuire alla �causa della pace�. Ricevendo in udienza sabato 8 febbraio un gruppo di Vescovi e di sacerdoti � riuniti per il 35� anniversario della Comunit� di Sant'Egidio � Giovanni Paolo II ha chiesto ancora una volta gesti concreti di pace. Ha chiesto una mobilitazione orante di tutti i credenti per invocare il dono della pace. Ha chiesto all'umanit� di incamminarsi definitivamente su sentieri �di dialogo, di speranza e di sincera riconciliazione�.

 

Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,

Cari Amici della Comunit� di Sant'Egidio!

1. Sono lieto di incontrarmi con tutti voi, convenuti a Roma da varie parti del mondo per alcuni giorni di preghiera e di riflessione, in occasione dell'incontro internazionale dei Vescovi e Sacerdoti, amici della Comunit� di Sant'Egidio. Un saluto particolarmente cordiale indirizzo agli esponenti di altre Chiese e Comunit� ecclesiali qui presenti.

Ringrazio Mons. Vincenzo Paglia per le cortesi parole che mi ha rivolto, facendosi interprete dei comuni sentimenti e, insieme con lui, saluto il Professor Andrea Riccardi, che ha seguito ed animato fin dai primi passi il cammino della Comunit� di Sant'Egidio.

Questo vostro convegno intende ricordare i 35 anni della vostra Comunit�, che in questi anni si � diffusa in vari Paesi, creando una rete di solidariet� nella Comunit� cristiana e civile.

2. Vi siete riuniti in questi giorni per riflettere sul tema: �Il Vangelo della pace�, argomento quanto mai importante e sentito nel momento che stiamo attraversando, segnato da tensioni e venti di guerra. Diventa, pertanto, sempre pi� urgente annunciare il �Vangelo della pace� ad un'umanit� tentata fortemente dall'odio e dalla violenza.

Occorre moltiplicare gli sforzi. Non ci si pu� fermare di fronte agli attacchi del terrorismo, n� davanti alle minacce che si levano all'orizzonte. Non bisogna rassegnarsi, quasi che la guerra sia inevitabile. Alla causa della pace offrite, cari amici, il contributo della vostra esperienza, un'esperienza di vera fraternit�, che conduca a riconoscere nell'altro un fratello da amare senza condizioni. � questo il sentiero che conduce alla pace, un cammino di dialogo, di speranza e di sincera riconciliazione.

3. Nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1� gennaio scorso ho voluto ricordare il quarantesimo anniversario dell'Enciclica �Pacem in terris�, del mio venerato predecessore, il Beato Giovanni XXIII. Oggi come allora la pace � in pericolo. Va pertanto ribadito con forza che �la pace non � tanto questione di strutture, quanto di persone. Strutture e procedure di pace � giuridiche, politiche ed economiche � sono certamente necessarie e fortunatamente sono spesso presenti. Esse tuttavia non sono che il frutto della saggezza e dell'esperienza accumulata lungo la storia mediante innumerevoli gesti di pace, posti da uomini e donne che hanno saputo sperare senza cedere mai allo scoraggiamento. Gesti di pace nascono dalla vita di persone che coltivano nel proprio animo costanti atteggiamenti di pace� (n. 9).

Attraverso una rinnovata coscienza missionaria voi anche siete chiamati, oggi pi� che mai, ad essere costruttori di pace. Rimanendo fedeli e coerenti con la storia della vostra tradizione associativa, continuate ad adoperarvi perch� si intensifichi ovunque la preghiera per la pace, accompagnata da un'azione concreta a favore della riconciliazione e della solidariet� tra gli uomini e tra i popoli.

4. Possano le Comunit� cristiane, e tutti i credenti in Dio, seguire l'esempio di Abramo, comune padre nella fede, mentre sul monte prega il Signore perch� risparmi la citt� degli uomini dalla distruzione (cfr Gen 18, 23ss.). Con la medesima insistenza dobbiamo continuare ad invocare per l'umanit� il dono della pace.

Volgiamo lo sguardo fiducioso a Cristo, il �Principe della Pace�, che ci annuncia la buona novella della salvezza, il �Vangelo della Pace�: �Beati i miti perch� erediteranno la terra� (Mt 5, 5). Egli chiama i suoi discepoli ad essere testimoni e servitori del Vangelo, certi che pi� di qualsiasi sforzo umano, � lo Spirito Santo a dare fecondit� alla loro azione nel mondo.

Nel rinnovare a tutti voi l'espressione della mia riconoscenza per questo incontro, invoco la celeste protezione della Vergine Maria, Regina della Pace, su ciascuno di voi e sulle vostre iniziative. Assicurandovi la mia spirituale vicinanza, imparto di cuore l'Apostolica Benedizione a voi qui presenti, a tutti i membri della Comunit� di Sant'Egidio sparsi nel mondo, e a quanti incontrate nelle vostre quotidiane attivit�.