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09/02/2003 |
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Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Giovanni Battista Re nella Basilica di san Paolo fuori le Mura |
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Era il febbraio 1968 quando un gruppo di giovani studenti romani, entusiasmati dal fervore del Concilio, strinse un rapporto di amicizia cristiana con i poveri che vivevano nelle baracche sul greto del Tevere, ad un passo da Ponte Marconi. Quei liceali � affascinati dall'esperienza degli Atti degli Apostoli e dalla testimonianza di san Francesco � avevano deciso insieme, nella preghiera, di servire il Signore ascoltando la sua Parola e mettendosi al servizio dei poveri di Roma. Andrea Riccardi, non aveva neppure vent'anni, era l'animatore di quel gruppo di studenti divenuto poi la Comunit� di Sant'Egidio: un nome preso dalla piccola chiesa trasteverina dove essi si ritrovavano per pregare. Oggi � esattamente trentacinque anni dopo � nello sguardo del cuore di Andrea si rivede lo slancio di quei giorni del febbraio 1968. Siamo � � la sera di venerd� 7 febbraio � nella Basilica di san Paolo fuori le Mura dove la Comunit� ricorda il suo inizio, il suo 35� anniversario di fondazione, con la celebrazione dell'Eucaristia: non potrebbe essere altrimenti che una �festa� eucaristica, una memoria viva con lo sguardo rivolto al futuro perch� radicato nella storia. A presiedere la Santa Messa � il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Quella singolare �protezione� dell'Apostolo delle Genti Siamo, dunque, nella Basilica di san Paolo: davvero a pochi passi da Ponte Marconi dove Andrea e i suoi amici, con la forza essenziale dell'essere cristiani, iniziarono la loro missione. Con la consapevolezza dell'opera svolta in questi trentacinque anni dalla Comunit� di Sant'Egidio si potrebbe dire che cominciare un'opera apostolica �all'ombra� di san Paolo, servendo i poveri nelle baracche vicino alla tomba dell'Apostolo delle Genti, non poteva che suscitare, per la sua protezione, una contagiosa passione evangelizzatrice in tutto il mondo. Dal febbraio 1968 la Comunit� � cresciuta in maniera impressionate e imprevedibile almeno secondo le corte logiche umane. In fondo, che cosa ci si poteva aspettare da quegli studenti che, per prima cosa, diedero vita, in tutta semplicit�, all'esperienza delle �scuole popolari�? Non avevano mezzi a disposizione, �solo� la forza della loro fede, sostenuta dalla preghiera e dall'ascolto della Parola di Dio. La risposta sta nel fatto che oggi la Comunit� � presente in 30 Paesi di quattro Continenti. Anche il numero delle persone che decidono di condividerne la spiritualit� � in crescita costante: sono circa 30.000, ma � impresa davvero impossibile calcolare il numero di coloro che, in modo diverso, sono raggiunti dalle molteplici attivit� di servizio della Comunit� come pure di coloro che collaborano in maniera stabile e significativo proprio nel servizio ai pi� poveri e nelle altre attivit� svolte dalla Sant'Egidio senza per� farne parte in senso stretto. Il �cuore� apostolico, conciliare, ecumenico e giubilare della Basilica La Basilica di san Paolo � con il suo �cuore� apostolico, conciliare, ecumenico e giubilare � venerd� sera era davvero piena di donne e di uomini, di anziani e di giovani. Qui, in Basilica, si tocca con mano l'apostolicit� della Chiesa nella persona di Paolo; si tocca con mano il Concilio nella memoria dell'�annuncio� del beato Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959; si tocca con mano la dimensione ecumenica visto che � diventata scrigno e pegno di unit�; si tocca con mano la freschezza dei Giubilei rammentata dalla Porta Santa. Qui le personali testimonianze dei cristiani che vivono l'esperienza della Sant'Egidio, espresse nei gesti pi� essenziali della fede, affermano che la prima �opera� della Comunit� � la preghiera. Si vede, si sente che questi sono cristiani che cercano una vita pi� autentica e per questo hanno risposto coraggiosamente all'invito missionario rivolto da Ges� ai suoi discepoli, invito che si ripete ad ogni generazione. Si vede, si sente che hanno accolto, senza scorciatoie, la parola teneramente forte di Ges� che chiede a ciascuno di convertirsi, di vivere la �metanoia�. Il servizio ai poveri � una conseguenza di questa conversione radicale perch� l'incontro personale con Cristo per questa gente ha significato smettere di vivere solo per se stessi e iniziare, con libert�, ad essere strumenti di un amore pi� grande per tutti, uomini e donne, e soprattutto per i pi� poveri. Questa che vediamo qui, stasera in San Paolo, � l'immagine pi� autentica della Sant'Egidio: la Comunit� in preghiera, riunita e unita per l'Eucaristia, per ascoltare la Parola di Dio. Ecco il �logo� pi� efficace per capire la storia di questi trentacinque anni di �avventura cristiana�. Carit�, amicizia, dialogo, pace Accanto alla tomba dell'Apostolo delle Genti, venerdi sera si sono eucaristicamente ritrovate persone legate �all'azione, alla spiritualit�, alle persone della Comunit�. �Il nome Sant'Egidio � ha detto il Cardinale Giovanni Battista Re durante l'omelia � vuol dire molte cose: impegno nella carit�, amicizia, dialogo, pace. E Sant'Egidio � una Comunit� che ha rappresentato, in questi anni, un riferimento� per tanta gente. �In questi anni, dentro una storia complessa, la Comunit� ha vissuto il suo impegno nella Chiesa e nel mondo cercando di restare fedelmente legata al Vangelo� ha affermato il celebrante. Facendo riferimento al brano del Vangelo di Marco che descrive l'inizio della missione della Chiesa � quando Ges� invi� gli apostoli soltanto con i sandali e il bastone, e dunque invitando a confidare nei �mezzi poveri� (6, 7-13) � il Cardinale ha proposto un diretto interrogativo: che cosa � possibile fare oggi con questo minimo di mezzi in un mondo come il nostro cos� grande e complesso? �L'esperienza descritta dal Vangelo non � solo quella degli Apostoli � ha affermato �, ma � anche quella della Chiesa nel corso di duemila anni di storia e, possiamo dire, � anche l'esperienza della Comunit� di Sant'Egidio in questi trentacinque anni. Pure oggi il Vangelo pu� essere vissuto, anche se si hanno solo pochi mezzi e piccole strutture�. �Certo, sempre appariamo deboli davanti alle difficolt� o di fronte alle potenze di questo mondo o di fronte al male e alla complessit� di questo nostro tempo � ha proseguito il Cardinale Re �. Eppure dal Vangelo sappiamo che � la debolezza sorretta da una fede ardente che sposta le montagne, che sconfigge l'inimicizia, che libera gli uomini dalle catene del male. Per questo noi credenti non cediamo di fronte alle difficolt� che incontriamo o di fronte ai nostri stessi limiti personali. Gli amici della Comunit� di Sant'Egidio hanno vissuto questo, confrontandosi con tanti aspetti duri della vita del mondo di oggi: con la povert�, con il distacco, con l'indifferenza, con la guerra�. Il Cardinale ha voluto ricordare la decisa e decisiva azione sociale e caritativa, in particolare, il servizio agli anziani e alle persone senza fissa dimora �che ha costituito qui a Roma una famiglia dei senza casa per le strade della citt�. E ha aggiunto: �Vorrei menzionare il contributo dato dalla Comunit�, dieci anni fa, per la pacificazione in Mozambico, dove l'accordo raggiunto regge in pace la vita di tale paese�. L'amore cristiano non si rassegna mai �La storia di questi anni della Comunit� di Sant'Egidio � ha affermato � � stata animata da quell'amore cristiano che non si rassegna al fatto che il Vangelo sia dimenticato e non ascoltato dalla gente, che non si rassegna al male, alla povert�. Noi tutti abbiamo imparato ad apprezzare il lavoro della Comunit�, espressione di una speranza cristiana vissuta prima con la passione dei giovani e progressivamente con la maturit� e la responsabilit� dei cristiani adulti�. Da Roma l'impegno della Comunit� si � esteso al mondo, portando conforto a tanti poveri in modo particolare in Africa. Il Cardinale Re ha ricordato quindi �le diverse iniziative per il dialogo che la Comunit� continua a proporre, specialmente il lavoro ecumenico, congiuntamente all'altro campo rappresentato dal dialogo interreligioso: due frontiere che lo stesso Giovanni Paolo II continua a percorrere e a proporre a tutti i credenti�. La sorgente prima di questo multiforme impegno che caratterizza la Comunit� � la fedelt� alla preghiera e alla Liturgia. �Molte cose andrebbero dette al riguardo � ha spiegato il Cardinale �, ma � sufficiente entrare nella Basilica di Santa Maria in Trastevere per vedere quante persone si raccolgono ogni giorno per pregare. � l� che si scopre il segreto semplice di Sant'Egidio: � in quella sorgente di fede e di amore rappresentata dalla preghiera�. Questa esperienza si ripete in tutti luoghi di Roma e del mondo dove vive una Comunit� di Sant'Egidio: �La preghiera libera energie di amore, illumina i passi di ogni giorno, apre i cuori a nuove e pi� ampie visioni�. Il Cardinale ha concluso l'omelia ricordando le parole del Santo Padre riguardo l'�amicizia�, l'�arte dell'incontro�, l'�attenzione premurosa al dialogo� e la �passione per la comunicazione del Vangelo�. Davvero l'amicizia � il clima spirituale di ogni impegno. �Noi non abbiamo n� oro n� argento...� Con il Cardinale Giovanni Battista Re hanno concelebrato i Cardinali Jos� Saraiva Martins, Walter Kasper e Mario Francesco Pompedda; 28 Arcivescovi e Vescovi, tra i quali Mons. Vincenzo Paglia; oltre 300 sacerdoti, tra i quali l'Assistente ecclesiastico, don Matteo Zuppi. Era presente il Cardinale Ignace Moussa I Daoud. Accanto a lui rappresentanti di numerose Chiese e Confessioni cristiane: in particolare la Delegazione del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Serba. Erano presenti autorit� civili e militari; numerosi rappresentanti del Corpo Diplomatico; i partecipanti al convegno promosso in questi giorni dalla Comunit� sul tema: �Il Vangelo della pace�. Particolarmente significativa la presenza di tanti poveri, anziani, immigrati che ogni giorno fanno diretta e personale esperienza di ci� che significa �Comunit� di Sant'Egidio�. C'� un canto che esprime gioiosamente lo spirito e la missione della Comunit�: �Noi non abbiamo molte ricchezze, non abbiamo n� oro n� argento, solo la Parola del Signore: alzati e cammina con noi�. Un canto che qui, stasera, davanti alla tomba di san Paolo, � un'alta espressione di preghiera per l'unit� dei cristiani e per la pace nel mondo. Ed ecco che con queste preghiere, senza �n� oro n� argento�, armato �solo� della �Parola del Signore�, il �popolo della Sant'Egidio� � �popolo� che ha per �costituzione� il Vangelo e per �strumenti� la preghiera, lo spirito di conversione, il dialogo, la riconciliazione, la speranza, l'amicizia � si prepara all'incontro con il Successore dell'Apostolo Pietro che li attende la mattina di sabato 8. Da san Paolo (venerd� sera) a San Pietro (sabato mattina) con una rinnovata coscienza missionaria per essere autentici costruttori di pace in nome di Cristo, nel cuore della Chiesa.
Giampaolo Mattei
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