|
09/02/2003 |
|
Davanti agli amici della Comunit� di Sant�Egidio il nuovo grido di Wojtyla: siate costruttori di pace |
|
ROMA. �Non ci si pu� fermare di fronte agli attacchi del terrorismo n� davanti alle minacce che si levano all'orizzonte. Non bisogna rassegnarsi, quasi che la guerra sia inevitabile�. Giovanni Paolo II torna a ripetere il suo grido di pace davanti ai vescovi e agli amici della Comunit� di Sant�Egidio, ricevuti ieri in udienza in occasione di un incontro sul Vangelo della pace. S'intensifica lo sforzo della diplomazia vaticana e dalla Santa Sede viene confermato l'incontro del Santo Padre con Kofi Annan. Il segretario generale dell'Onu sar� ricevuto in udienza dal Papa il 19 febbraio, quattro giorni dopo il numero due dell'Iraq, Tareq Aziz. Papa Woityla invita a moltiplicare gli sforzi per evitare il conflitto: prende spunto dalla enciclica di Giovanni XXIII �Pacem in terris�, scritta esattamente quarant'anni fa. Allora a tormentare uno dei pontefici pi� amati della storia era la crisi dei missili a Cuba, una crisi che port� il mondo vicino al punto di non ritorno. �Oggi come allora la pace � in pericolo�, ricorda il Papa. �Va pertanto ribadito che la pace non � tanto questione di strutture quanto di persone. Strutture e procedure di pace sono necessarie e fortunatamente sono spesso presenti. Esse tuttavia non sono che il frutto della saggezza e dell'esperienza accumulata lungo la storia mediante innumerevoli gesti di pace, posti da uomini e donne che hanno saputo sperare senza cedere mai allo scoraggiamento�. Agli amici di Sant�Egidio - la comunit� che tante volte ha svolto mediazioni di pace in situazioni di conflitto, dal Mozambico all'Algeria - Giovanni Paolo II ha raccomandato di essere pi� che mai �costruttori di pace�. �Possano le Comunit� cristiane e tutti i credenti in Dio seguire l'esempio di Abramo, comune padre della fede, mentre sul monte prega il Signore perch� risparmi la citt� degli uomini della distruzione. La voce del Papa non � la sola contro la guerra. Un altro no arriva da padre Ferdinando Franco, segretario per la giustizia sociale della Compagnia di Ges�. �Un intervento armato in Iraq non � giustificabile con la dottrina della guerra preventiva concetto moralmente indifendibile e che apre la strada a una guerra senza fine�. Padre Franco ricorda come la guerra colpisca soprattutto i poveri le donne e i bambini. E si interroga sulle conseguenze di un conflitto i cui motivi, scrive, sono pi� economici che di sicurezza. La guerra in Iraq avrebbe inoltre ripercussioni in Medio Oriente: �Si rischierebbe di estirpare i semi del dialogo tra cristiani e musulmani fino ad oggi pazientemente seminati�. La mobilitazione della Chiesa per la pace non coinvolge il centrodestra. �Il problema non � scegliere tra Bush e il Santo Padre� commenta il forzista Antonio Tajani, vicepresidente del Ppe. �Il Papa � la guida spirituale di centinaia di milioni di cattolici. Bush fa scelte politiche, il governo italiano fa scelte politiche�. �Wojtyla � contro tutte le guerre, lo ha sempre detto e lo ha ripetuto in questo caso�, aggiunge Gustavo Selva di An per il quale il Papa non � antiamericano.
Maria Berlinguer
|