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10/02/2003 |
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�Un gesto carico di significati, che riaccende la speranza. Spesso la pace si salva all�ultima ora, attraverso gesti simbolici, compiuti da personalit� prive di potere�: � la prima reazione di Andrea Riccardi, docente di Storia contemporanea e presidente della Comunit� di Sant�Egidio. Perch� una simile missione tocca al cardinale Etchegaray, che ha pi� di ottant�anni ed � senza incarichi nella Santa Sede? �Le missioni difficili, senza rete, sono sempre toccate a lui, dal genocidio del Ruanda alla Betlemme dell�anno scorso. Egli bene esprime, direi incarna, l�anelito di pace del Papa. E� poi una personalit� carismatica ed ha un suo genio per prendere contatto con tutti, oltre le frontiere culturali e religiose�. Che incidenza pu� avere questa missione disarmata? �Pu� averla proprio perch� � disarmata. E� chiaro che gli spazi di manovra sono ristretti. Ma in altre occasioni i profeti disarmati sono stati ascoltati. Per la crisi di Cuba, nel novembre del 1962, la parola di Giovanni XXIII fu efficace�. Che interesse pu� avere Saddam - che non ascolta nessuno - ad ascoltare il monito del Papa? �L�intervento di una terza voce pu� offrirgli una via di uscita onorevole dalla situazione in cui si � come imprigionato. Una copertura, o un�occasione non umiliante per fare di pi�, o concedere di pi��. Venerd� viene a Roma Terek Aziz: non bastava che il Papa parlasse a lui? �Ascoltare Aziz � una cosa, parlare a Saddam un�altra. Mandargli un cardinale cos� rappresentativo vuol dire trattarlo da interlocutore, coinvolgersi, assumersi un rischio�. Oltre a cercare la pace, il Papa non avr� un suo interesse in questa impresa? �Ce l�ha ed � la solidariet� con i cristiani iracheni, che la guerra potrebbe trasformare in ostaggi�.
Luigi Accattoli
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