Comunità di S.Egidio


 

28/02/2003

Con Giovanni Paolo II verso il Mercoled� delle Ceneri giornata di preghiera e di digiuno per la pace
La Chiesa segno e strumento di pace

 

�Mai al terrorismo e alla logica di guerra�. L'appello che si � levato domenica scorsa da Piazza S. Pietro � forte, quasi ultimativo. E va controcorrente: in queste ore di apprensione per le minacce di un conflitto in Medio Oriente e, pi� in generale, per le sorti del mondo, l'invito di Giovanni Paolo II rappresenta come uno squarcio di speranza. Il mondo ha bisogno di parole che non siano di condanna e di rassegnazione. Per questo il Papa si rivolge a tutti i credenti, �a qualunque religione appartengano�. Sa che dalla forza che viene dalla fede si possono aprire vie di pace. Non a caso propone di cominciare da ci� che i credenti hanno in comune, ci� che avvicina tante religioni diverse tra loro: la preghiera e, in modo speciale, il digiuno.

Sono passati pi� di sedici anni dalla grande preghiera di Assisi, quando per la prima volta i rappresentanti delle grandi religioni mondiali si raccolsero per invocare la pace. Allora il mondo era diverso, ancora bipolare, ma come oggi, nonostante tante differenze, la guerra e la violenza dominavano in tante parti del mondo.

L'arma dei credenti � la preghiera, ripete senza sosta il Papa. � un'arma che appare insignificante di fronte alle potenze, ma che al contrario possiede una grande forza spirituale che si rivela soprattutto se l'invocazione diventa corale e condivisa da tutti i credenti. Si tratta anche di preparare un nuovo clima spirituale e morale, come una nuova �ecologia�, perch� nel mondo si arrivi a vivere felici non pi� l'uno contro l'altro, come ha detto Giovanni Paolo II nell'Angelus. In queste parole c'� un forte richiamo perch� si renda migliore, pi� umano e felice, questo mondo cos� affranto e impaurito. Da qui la responsabilit� di pregare per la pace, innanzitutto. Ma anche di vigilare �perch� le coscienze non cedano alla tentazione dell'egoismo, della menzogna e della violenza�. Quale grande responsabilit� la Chiesa indica ai credenti!

� la proposta di un inizio di cammino personale di conversione e cambiamento che renda liberi da tutte quelle forme di �inquinamento� dei rapporti umani: l'odio e la violenza soprattutto. Quest'opera di cambiamento sar� un esempio per l'umanit� intera. Per questo Giovanni Paolo II chiede, a noi cattolici, di digiunare per la causa della pace e di farlo in modo speciale il prossimo 5 marzo, inizio della Quaresima.

Sappiamo dai Vangeli come il digiuno fu presente nella vita di Ges�, e come fu decisivo all'inizio della sua missione. Nel deserto si svolse la lotta con il tentatore. La resistenza alla tentazione matura proprio nel tempo del digiuno. Ecco allora il significato di questa scelta: per i cristiani � partecipare all'esperienza di Cristo stesso nella lotta contro la tentazione. Come non pensare, nel mondo di oggi, all'odio e alla violenza come gravi tentazioni che rischiano di travolgere l'umanit�.

Non si tratta quindi solo di una privazione: compreso nella sua profondit�, il digiuno � il mezzo con cui l'uomo recupera la sua profondit� spirituale e la sua nuova umanit�. Un'arma che permette di sfidare il male e che rende liberi. Tanto odio e tanta incomprensione tra gli uomini nascono infatti dalle mille schiavit�: dal dover dipendere dal �solo pane�. La pratica del digiuno, condivisa dai cristiani con tanti fedeli di altre religioni, � una via per �spogliarsi di ogni superbia� e per disporsi a ricevere il dono della pace. In questi giorni difficili per il mondo intero, per i popoli e per chi ha responsabilit� di governo, la Chiesa conferma la propria vocazione e missione a essere segno e strumento di pace. Lo fa con l'umilt� di chi confida nella forza del Signore, ma al tempo stesso con la speranza di chi crede all'efficacia del cambiamento nel cuore dell'uomo. L'impegno a essere �sentinelle di pace� nelle piccole e grandi scelte della vita � centrale per i credenti in questo tempo. � impegno che si fa preghiera, vigilanza, digiuno, ma che diventa anche una nuova �ecologia� dei rapporti tra uomini e tra i popoli, non pi� inquinati dall'odio e dalla violenza. Un'�ecologia� di pace che render� il mondo pi� vivibile.

Marco Impagliazzo