Genova, 17 marzo 2003
"La radice del male � concentrata nel quartiere di Begato": queste parole le abbiamo trovate leggendo i quotidiani genovesi, all'interno di un articolo di alcuni giorni fa. Siamo un gruppo di ragazzi dagli undici ai quattordici anni che frequentano la "Scuola della Pace", che la Comunit� di Sant'Egidio organizza ormai da quindici anni a Begato, per bambini e ragazzi del quartiere e della Valpolcevera. La settimana scorsa abbiamo letto sui giornali una descrizione del nostro quartiere molto dura: tanti dei problemi di cui si parla sono reali - � vero - ma quegli articoli ci hanno molto amareggiato, perch� ci sembra ingiusto non lasciare aperta una porta alla speranza per il futuro.
Alla Scuola della Pace impariamo a stare insieme agli altri, abbiamo amici di paesi e religioni differenti, studiamo e conosciamo la realt� intorno. Comprendere la realt�, per�, � anche riconoscere i guasti provocati dalla violenza, dalla prepotenza, dall'ingiustizia. Noi lo vogliamo fare con un sogno e un'ambizione che coinvolge anche tanti nostri coetanei: rendere il mondo, a cominciare dal nostro quartiere, pi� umano e pi� giusto.
Alla Scuola della Pace impariamo soprattutto a cercare e ad amare la pace, a capire perch� la guerra � sbagliata e a sentire che la pace nasce da ciascuno, da un atteggiamento del cuore, dal vivere senza fare a meno degli altri. La pace, fin da piccoli, � conoscere e cercare il bene per noi e per chi ci vive accanto.
Questo lo sappiamo perch� lo abbiamo provato: ciascuno di noi ha molti esempi concreti, a partire dalla nostra amicizia con molti anziani del quartiere e dell'istituto.
Vivere a Begato certamente non � facile: qui mancano strutture essenziali e l'abbandono e la solitudine segnano pesantemente tutti, giovani e anziani. Ma noi non crediamo che nascere a Begato significhi essere destinati a diventare teppisti. Se c'� una cosa che abbiamo imparato � che � troppo facile dividere il mondo in buoni e cattivi: il bene non � di propriet� di nessuno e nessuno � per natura malvagio. La cosa bella della vita � che si pu� sempre cambiare. Un po' di storia l'abbiamo studiata: paesi che erano poveri si sono sollevati, guerre che sembravano interminabili sono finite. Persino la schiavit� e l'apartheid, che sembravano cose naturali, destinate a durare per sempre, sono stati sconfitti.
Possibile allora che Begato sia destinato a rimanere il quartiere violento?
Piuttosto ci chiediamo - e con noi se lo chiedono le nostre famiglie e i tanti anziani che conosciamo - come arginare la violenza, il malessere di vivere e la paura che ogni giorno si respira nel nostro quartiere. Davvero l'unica soluzione � quella del "pugno duro"?
Sono domande importanti, crediamo. Quanti giovani abbiamo visto crescere e finir male, accanto a noi? Le nostre sono anche le domande di tanti ragazzi che cercano una risposta al desiderio di avere un futuro migliore.
Sono domande che rivolgiamo alle istituzioni, alla scuola, alla parrocchia.
Sono domande che richiedono un impegno maggiore e progetti: per avere pi� servizi, per offrire alternative dignitose e concrete per tutti.
Sinceramente speriamo che voi e tante persone importanti non ci lasciate soli, ma torniate a visitare il nostro quartiere: non solo per verificare come si sta male, per�.
Vi invitiamo a venire a trovare anche noi, perch� crediamo di essere parte di questo quartiere, e di avere delle cose da dire.
C'� bisogno dell'attenzione e dell'aiuto di tutti.
Per quanto ci riguarda continueremo a lavorare: vorremmo davvero cambiare il futuro del nostro quartiere.
Forse � un sogno, ma crediamo che sia un sogno per cui vale la pena spendere le nostre energie.
Cordiali saluti,
La Scuola della Pace di Begato - Comunit� di Sant'Egidio
RISPOSTA DELLA GIORNALISTA CHE CURA LA PAGINA DELLA POSTA DEL GIORNALE "IL LAVORO-REPUBBLICA"
Progetti, alternative di vita dignitose per tutti, il coraggio di sperare e lottare per un quartiere migliore: avete ragione voi a dire che il futuro si costruisce in questo modo. Tanto pi� se, come voi, alla Scuola della Pace, imparate la convivenza con gente di altre etnie e religioni, o il rispetto verso gli anziani, memoria della vita di ognuno di noi, spesso abbandonati o trascurati, quando non irrisi. I titoli dei quotidiani devono colpire l'attenzione dell'opinione pubblica, per questo, a volte, sono "forti" e possono ferire. Ma voi stessi ammettete che a Begato esistono molti gravi problemi, chiedete soltanto di non limitarci a segnalarli, ma di pensare a come rimediare. Come arginare la violenza, la paura che ogni giorno si respira nel nostro quartiere?, scrivete. E aggiungete: serve solo davvero il "pugno di ferro"?. Serve che le forze di polizia riescano a spezzettare quella violenza fino a eliminarne le radici, serve che la citt� vi dia pi� servizi, pi� modo di sentirvi normali. E non assediati. Nessuno vi vuole lasciare soli. Se dovesse accadere fatevi ancora sentire.
Wanda Valli
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