Comunità di S.Egidio


 

25/03/2003

Intervista al professor Roberto Morozzo della Rocca, autore di un libro sul vescovo salvadoregno
Oscar Romero, una scelta pagata con la vita

 

Roberto Morozzo della Rocca, membro della Comunit� di Sant'Egidio e professore di Storia contemporanea all'Universit� di Roma 3, ha curato recentemente un interessante volume - Oscar Romero: un vescovo centroamericano tra guerra fredda e rivoluzione, Edizioni San Paolo, pp. 304, euro 17,50 - sul vescovo di San Salvador ucciso il 24 marzo del 1980 dagli squadroni della morte legati all'estrema destra salvadoregna e sostenuti dagli Stati Uniti per contrastare la guerriglia. Un uomo, un martire, un combattente per la libert� e la giustizia che pag� con la vita la sua opposizione al governo militare che terrorizzava il piccolo paese centroamericano e la solidariet� espressa ad una popolazione decimata dalla guerra. Proprio in occasione del 23� anniversario della sua morte, abbiamo chiesto al professor Della Rocca di parlarci dell'attualit� del pensiero e dell'impegno di Romero.


Professor Della Rocca, innanzitutto come � nata l'idea di realizzare un libro su Romero?

Le biografie che gi� c'erano su Romero mi lasciavano un po' insoddisfatto, perch� erano poco storiche, tutte scritte a ridosso della morte, con l'eccezione di quella di Masina, uscita nel '95. Ho ritenuto utile fare uno scavo pi� documentario e sono andato avanti quando ho potuto avere accesso all'archivio dello stesso Romero a San Salvador. Ho pensato si potesse fare cos� un lavoro pi� preciso storicamente di quello che gi� c'era, scritto magari con passione e commozione ma non sulla base di una documentazione.


Romero � morto 23 anni fa e lo scenario geopolitico che ci troviamo di fronte �, nel frattempo, estremamente cambiato. Secondo lei, in una fase come questa, appunto diversa e contrassegnata dalla guerra, il suo insegnamento mantiene una sua attualit�?

Concordo sul fatto che lo scenario mondiale � cambiato moltissimo. E' cambiata anche la cultura entro la quale Romero si muoveva. Il Salvador, in particolare, � cambiato. Oggi � un paese che per certi aspetti sembra una periferia di Miami, ma per altri versi � un paese dialettico, dove vive tuttora una problematica sociale. Io direi che di Romero rimane questa scelta molto netta per i diritti umani e per i poveri, intesa in senso religioso. Una scelta molto coraggiosa, controcorrente, che lo ha portato a scontrarsi con il potere e con forze maggiori di lui. Malgrado questo lui ha avuto speranza e fede al punto di perdere la vita per questo.


Attualmente il Salvador � governato dallo stesso partito Arena del maggiore D'Aubisson, ritenuto responsabile della morte di Romero. Non crede che purtroppo anche nel caso di questo paese non ci sia stata quella giustizia per i diritti umani violati, e dunque anche per l'uccisione di Romero, che ci sarebbe dovuta essere?

Per quanto riguarda la continuit� politica, s�, c'� stata, per� bisogna dire che il partito Arena, dopo la morte del maggiore D'Aubisson, si � trasformato. Prima era legato agli squadroni della morte, poi � diventato all'inizio degli anni '90, poco prima delle trattative di pace con la guerriglia realizzate con le Nazioni Unite nel '92, un partito di destra, per cos� dire, in "doppio petto" e ha accettato la democrazia. Del resto la stessa struttura economica del paese � cambiata: prima ai tempi di Romero, tutto si fondava sugli agrari e quindi sulle grandi coltivazioni di cotone, di caff�, di canna da zucchero, con pochissime famiglie che dominavano l'economia del Salvador. Dopo la guerra � cambiato tutto, si � creata un'economia mista, simile alle altre economie dei paesi in via di sviluppo, per cui oggi ci sono piccole industrie e multinazionali. Tornando all'uccisione di Romero, in Salvador non si � comunque arrivati ad una sentenza di un tribunale a causa del trattato di pace che ha chiuso la guerra nel '92. Da parte del governo c'� stata la volont� di fare amnistia su tutti i crimini commessi nel periodo precedente.


Il cambiamento economico del quale parlava non ha per� risolto i problemi della maggioranza della popolazione, schiacciata dalle politiche economiche liberiste. Secondo lei, che atteggiamento avrebbe preso Romero di fronte ad uno scenario economico di questo tipo?

Ovviamente posso solo fare delle ipotesi, tenendo presente che quasi la met� della popolazione del Salvador vive in condizioni di indigenza e che c'� un grosso squilibrio, evidente soprattutto tra citt� e campagna. Io credo che Romero, proprio pensando a quanto fosse popolare e vicino alla gente semplice, si renderebbe conto dei problemi sociali che ci sono e reagirebbe di conseguenza. Sarebbe anche oggi un portabandiera di un'esigenza di giustizia, che era il tema fondamentale del suo essere vescovo. Giustizia che lui riprendeva da un binomio della chiesa cattolica di quegli anni che era, ai tempi di Paolo VI, evangelizzazione e promozione umana. Promozione umana per lui significava giustizia.


Qual � la situazione della chiesa salvadoregna oggi, ad oltre vent'anni dalla morte di Romero?

Gi� ai tempi di Romero c'era una frattura all'interno dei vescovi e questa si � mantenuta anche successivamente. Credo che resti sempre questa differenza di vedute tra vescovi e clero pi� legati ad un cristianesimo sociale e ad un messaggio di giustizia ed altri pi� preoccupati di avere buoni rapporti con l'establishment e pi� timorosi di intervenire sui problemi sociali e politici.


Chi � oggi il vescovo di San Salvador?

E' Saenz Lacalle, un uomo dell'Opus Dei. Prima di lui c'era Rivera y Damas, successore di Romero e mediatore nelle trattative di pace. E' morto nel '95. Vescovo ausiliario di San Salvador � Gregorio Rosa Chavez, gi� stretto collaboratore di Romero. Sia lui che molti altri, soprattutto nella generazione pi� anziana, sono rimasti molto legati alla sua memoria.


Nella chiesa di base c'� ancora un legame forte con la teologia della liberazione?

Credo che la teologia della liberazione sia un fenomeno, per tanti motivi, connesso agli anni '70 e '80. Gli anni '90 hanno cambiato molto la prospettiva culturale della chiesa latino-americana. Per� certi temi, come i poveri, un'esigenza di giustizia e di riequilibrio sociale, questi sono rimasti anche se non si chiamano pi� teologia della liberazione. Come in Brasile, dove oggi c'� un governo con certi programmi connessi anche ad istanze della chiesa brasiliana.