Comunità di S.Egidio


 

18/04/2003

Veglia di preghiera promossa dalla Comunit� di Sant'Egidio nella Basilica di S. Maria Maggiore
La viva memoria dei testimoni della fede

 

Nell'antica Basilica romana di Santa Maria Maggiore s'� svolta, nel pomeriggio di marted�, 15 una solenne veglia ecumenica in memoria dei testimoni della fede del nostro tempo. Si � ricordato, cio�, il sacrificio di quanti dal Novecento ad oggi hanno offerto la propria vita per motivo della fede. Religiosi, Vescovi, laici, missionari, provenienti da tanti Paesi del mondo, inseriti in contesti storici e religiosi molto diversi, sono stati ricordati attraverso i tratti essenziali della loro vicenda umana e della loro storia di fede, fede semplice e forte giunta fino al passo ultimo dell'effusione del sangue.

Numerosissime testimonianze (pi� di cento) si sono susseguite con incalzante vigore di fronte a 3.000 fedeli, riproponendo impressionanti spaccati di storia delle persecuzioni contro i cristiani nel mondo, dall'Europa dei gulag e dei campi di concentramento all'Africa dalle terribili violenze poco raccontate, dal cammino generoso di tanti cristiani e missionari nelle Americhe all'esempio maturo dei credenti in Asia.

La memoria � corsa avanti e indietro lungo il Novecento ed ha contemplato anche episodi di questo breve inizio di millennio. Anzi, la maggior parte delle testimonianze sono state proprio quelle degli ultimi due anni. Gli esempi offerti durante la veglia sono stati diversi.

Sacerdoti e pastori sono stati raggiunti dalla morte nell'esercizio del ministero pastorale e liturgico, primo fra tutti Mons. Oscar Romero, ucciso sull'altare a San Salvador. Tanti missionari sono stati coinvolti in episodi di violenza nelle terre che li hanno accolti. Laici e catechisti si sono incontrati con la rabbia e la violenza di milizie armate sui terreni di guerra di conflitti poco conosciuti. Semplici fedeli sono stati colpiti durante la preghiera nelle chiese o in casa.

Tante storie raccontante con semplicit�. Ogni continente ha avuto una croce deposta sull'altare. Croci dalle fogge diverse, ma tutte intimamente vicine a quella che seguiremo nei prossimi giorni.

I cristiani venerano il mistero di una estrema debolezza che diviene la forza della Resurrezione e queste storie restituiscono tutta intera la portata attuale della predicazione della croce, �stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, potenza di Dio� (1 Cor 1, 18).

La memoria di queste vicende � cara alla Comunit� di Sant'Egidio. La Comunit� coglie da anni l'occasione speciale della Settimana Santa per inserirvi tale ricordo. Alla vigilia della Passione, vi trova motivo di meditata riflessione e di sentita preghiera, ponendo all'inizio di un tempo decisivo per ogni cristiano la meditazione sull'esempio di coloro che proprio ai nostri giorni, imitando il Cristo del monte Calvario, non hanno esitato a donare la vita per colui che � venuto per dare la vita.

Taluni hanno definito questi i �nuovi martiri�, i martiri del nostro tempo. Effettivamente anche quello presente � un tempo di �martirio�, cio� di testimonianza. La fede incontra la resistenza di chi non l'accoglie, di chi la ostacola, di chi vi si oppone anche usando violenza contro i predicatori della mansuetudine e della misericordia, considerando addirittura un pericolo il perdono e la riconciliazione annunciati nel Vangelo.

La veglia di quest'anno, anno denso di eventi terribili e di rinata confidenza nell'uso delle armi e nel ricorso alla violenza, � stata occasione di incontro profondo con la forza del male che si abbatte su uomini e donne dal parlare pacifico e dall'operato disinteressato.

� stata altres� opportunit� di preghiera con altri cristiani, occasione di ecumenismo. La testimonianza fino all'effusione del sangue � infatti comune a tutte le Chiese del Novecento. Erano cos� presenti all'incontro rappresentanti di tutte le Chiese e confessioni cristiane di Roma. Accanto al Cardinale James Francis Stafford, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, che ha presieduto l'incontro, sono intervenuti il Vescovo anglicano Richard Garrang; l'Archimandrita ortodosso di Costantinopoli Matteo Psomas; il Pastore luterano Martin Kruse e il Ministro della Chiesa metodista inglese di Roma Pieter Bouman. Numerosi altri rappresentanti ecumenici si sono uniti alla veglia: ortodossi greci, bulgari, etiopici, rappresentanti valdesi, anglicani, luterani, presbiteriani, metodisti. Anche numerosissimi Superiori generali di comunit� religiose maschili e femminili hanno partecipato all'incontro. L'evento, infatti, � stato congiuntamente promosso anche dalle Congregazioni religiose internazionali presenti a Roma e dalle loro strutture di coordinamento, l'USIG, l'USM e l'USMI.

Il Cardinale Stafford ha ricordato all'apertura della veglia: �Oggi richiameremo alcuni fra i nomi e i volti di questi testimoni: quelli che sono morti pi� recentemente, altri che ricordano alla nostra preghiera le ferite inflitte al corpo della Chiesa di Cristo nei diversi contesti. Le Chiese a volte, hanno conservato la loro memoria e molti sono membri di congregazioni religiose. Di altri ancora, e sono per lo pi� laici, non conosciamo quasi nulla. Ma nessuno � anonimo. Tutti sono amati da Dio, uno per uno, in modo speciale. Sono al cospetto di Dio: �la moltitudine celeste, che ha lavato le sue vesti, rendendole candide con il sangue dell'Agnello�. Con loro viviamo il coraggio del Vangelo e l'amore per Cristo, nostro Redentore�.

A Roma, dalla fine del Giubileo, un'antica basilica � divenuta per volont� di Giovanni Paolo II luogo memoriale dei �nuovi martiri�: � la Basilica di san Bartolomeo all'isola Tiberina. In questa Basilica, affidata alla Comunit� di Sant'Egidio, si sono recati a pregare il Patriarca ortodosso Teoctist di Romania; il Presidente della Chiesa riformata di Renania e la famiglia del Pastore Paul Schneider, ucciso nel campo di concentramento di Buchenwald. Vi si conserva una splendida icona deposta sull'altare, dove riposano le spoglie dell'Apostolo Bartolomeo; l'icona raffigura le lacrime e la testimonianza dei cristiani nel secolo che si � concluso, tanti quanto una nube, �nube dei militi ignoti della grande causa di Dio�. Da ora al pellegrinaggio cristiano si offre l'opportunit� di un'altra sosta, la tappa della memoria del popolo dei testimoni contemporanei della fede.

Marco Impagliazzo