Dopo il Novecento - il secolo degli stermini e dell'oppressione dell'uomo sull'uomo condotta da regimi fortemente anticristiani - siamo in un'epoca di �nuovo inizio�. Dopo due millenni di fede, ricapitolati nell'anno del Grande Giubileo, si apre per la Chiesa uno scenario nuovo. Caratterizzato da incertezze per i mutati quadri mondiali, ma anche da una speranza incrollabile, fondata sul fatto che Dio non ha paura. � questo il titolo delle riflessioni che Andrea Riccardi, fondatore e presidente della Comunit� di Sant'Egidio, conduce intorno al tema della �forza del Vangelo in un mondo che cambia� (San Paolo, pagine 226, euro 14,50). S�, perch� se l'umanit� del Terzo MIllennio � sgomenta davanti agli scenari di morte, distruzione, terrorismo, possibili scontri tra civilt� e culture o anche agli squilibri del pianeta, i richiami del Vangelo sono espliciti e ripetuti: �Non abbiate paura�. E, dunque, per i credenti � aperto anche un futuro che non li vedr� certo relegati nel dimenticatoio della storia. Irenico e facile ottimismo? Tutt'altro. Riccardi sviluppa un discorso che riprende tutta la sostanza del Giubileo, del pellegrinaggio, del viaggio avventuroso della fede che va sempre di nuovo raccontata alle nuove generazioni e che, comunque, ha resistito alle ondate del secolarismo. Lo storico del cristianesimo si rif� a uno scritto del sacerdote ortodosso padre Men', uomo di dialogo barbaramente ucciso in circostanze misteriose nel 1990. Questi sosteneva che �solo uomini limitati possono immaginarsi che il cristianesimo sia giunto al suo compimento�. Esso, invece, non fa che cominciare. �Il nuovo inizio - commenta Riccardi - � stato quello del giubileo, che si � svolto come un ritorno alle fonti della nostra speranza, soprattutto a colui che che ne � l'origine, a Ges� nostro Signore e alla sua parola di vita�. Linfa che continua a infondersi sia pure nella debolezza (e il paradosso � che proprio in essa sta la forza del cristiani). Non a caso tra i tanti elementi che compongono il mosaico di speranza delineato da Riccardi un posto particolare lo hanno coloro che alla Passione pi� si sono conformati, i martiri. Al tema del martirio la Comunit� di Sant'Egidio - e lo stesso Riccardi in particolare, con un volume edito da Mondadori - ha dedicato notevoli energie negli ultimi anni (cos� come all'altro delicato nodo del dialogo interreligioso). �A vederli tutti assieme - scrive lo studioso - nonostante le diverse lingue e le diverse situazioni dipingono un affresco�, di �un'umanit� cristiana mite, umile, non violenta, resistente al male, debole e allo stesso tempo forte nella fede, che ha amato e creduto oltre la morte�.
Cos� come argomento di riflessione sono i poveri, i malati, la missione, la Chiesa come sacramento della fraternit�. Per Riccardi non si tratta tanto di �fare tanti progetti sul futuro�, ma di andare per un mondo tanto grande e aperto, illuminati dalla parola di Dio�, incontrando �uomini e donne concreti, leggendo situazioni concrete. La Chiesa nel terzo millennio si presenta allo stesso tempo debole e forte, soprattutto non a disagio in un tempo non cristiano, che � per� un bel tempo per essere cristiani�.
Gianni Santamaria
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