Comunità di S.Egidio


 

18/05/2003

Gli 83 anni del papa
Impronta per il nuovo secolo

 

Giovanni Paolo II compie ottantatr� anni. I vaticanologi sottolineano la lunghezza del suo pontificato, secondo solo a quello di Pio IX, e di durata quasi uguale ormai a quello di Leone XIII. Gli storici sanno come, spesso, gli anni avanzati dei papi siano caratterizzati da una naturale stasi. E a proposito di Giovanni Paolo II si disse che l'89 era stato un punto di arrivo: la realizzazione di un "grande disegno". Ma poi gli anni Novanta si sono rivelati di forte impatto, in quanto hanno collocato la missione della Chiesa sullo scenario della globalizzazione. C'era inoltre sullo sfondo il Grande Giubileo del 2000, annunziato fin dall'inizio del pontificato. Ma poi? La barriera di una nuova epoca, l'et� avanzata del Papa, le sue stesse condizioni fisiche, potevano indurre a pensare che, con il Giubileo, eravamo entrati in un periodo di prospettive fatalmente delimitate. La realt� invece si presenta sorprendentemente molto pi� complessa. Innanzi tutto c'� il forte messaggio spirituale che proviene dalla persona di Giovanni Paolo II: di un uomo, cio�, indebolito nel corpo, ma che rivela una straordinaria forza spirituale. Lui che era stato chiamato l'"atleta di Dio", oggi si presenta come il protagonista della "forza debole", nel senso indicato dall'apostolo Paolo: �Quando sono debole, � allora che sono forte�. In un mondo che volta le spalle agli anziani, il Papa � un anziano che rende una testimonianza preziosa, che i giovani ascoltano volentieri.

Lo si � visto negli ultimi tempi, quando ha parlato della pace. La sua testimonianza personale di sopravvissuto alla seconda guerra mondiale si � innestata nel messaggio antico del vescovo di Roma sulla pace. Questo messaggio, come si � visto dopo l'11 settembre 2001, respinge la logica dello scontro di civilt�. Lo si � notato ad Assisi, all'inizio del 2002, quando ha ripetuto ai rappresentanti delle religioni l'invito di pace dell'ormai lontano 1986. La stessa posizione l'aveva manifestata anche con il gesto simbolico della visita all'antica moschea degli Omayyadi a Damasco. Nei primi anni del Duemila, insomma, Giovanni Paolo II � andato sviluppando una visione della comunit� internazionale, multipolare, coerente con il suo impegno degli anni Ottanta contro la guerra fredda e soprattutto con la sua idea di "famiglia delle nazioni". Nel frattempo egli punta a rafforzare la fede del popolo cristiano. Come fanno testo i documenti sul Rosario e sull'Eucaristia, egli non ha rinunciato a un cristianesimo di popolo. Anzi, ha interpretato i sentimenti di questa fede popolare non certo come un retaggio del passato, smentendo le teorie deterministiche sulla secolarizzazione. Basterebbe pensare alla canonizzazione di Padre Pio. La sua insistenza sulla "spiritualit� di comunione" (�Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione�) riprende le istanze del Vaticano II e le proietta nel presente, non tanto sulle strutture, ma come sfida al modo di vivere dei cristiani. Questa spiritualit� d� anche nuovo slancio alla mai dimessa ansia ecumenica del Papa, manifestata ad esempio dalla sua storica visita ad Atene (che ha lasciato un segno profondo nella societ� greca).

I nuovi anni del pontificato, all'alba del Duemila, sono caratterizzati da un confronto a pieno campo con l'uomo contemporaneo. Tutti sanno di avere in Giovanni Paolo II l'interlocutore che non rinuncia a guardare con amore la realt� della storia. Talvolta questa si presenta cos� drammatica che il poeta Karol Wojtyla si chiede: �Perch� proprio di quell'unico giorno si � detto:/ "Dio vide che ci� che aveva fatto era buono assai?"/ Perch� sembra che la storia contraddica tutto questo?�. A tale interrogativo il Papa risponde, niente affatto rassegnato e anzi con spinta giovanile: �Andiamo avanti con speranza!�. E nella Novo millennio ineunte aggiunge: �Un nuovo millennio si apre davanti alla Chiesa come oceano vasto in cui avventurarsi...�.

Andrea Riccardi