ESPONENTI cristiani, musulmani, ebrei si incontrano a Roma durante il semestre di presidenza italiano: questa � la proposta del ministro Pisanu ai suoi quattro colleghi europei in un recente incontro in Spagna. Lo Stato si fa teologo (seppure "ecumenico") per favorire l'incontro tra le religioni? In realt� l'idea di Pisanu esprime una concezione della sicurezza e dell'ordine non solo come un problema di polizia, ma come costruzione di un clima di convivenza che coinvolge le religioni. Infatti, nonostante le teorie in voga sulla secolarizzazione, abbiamo visto risorgere l'uso pubblico (anzi bellico) delle religioni. L'Europa l'ha amaramente constatato nei Balcani, mentre il rapporto tra motivazioni religiose e terrorismo � di tragica attualit�. Le religioni si trovano in un passaggio difficile: possono motivare la guerra o possono fondare la convivenza nella pace. Sono tentate dal fondamentalismo o possono divenire elementi fondamentali di una motivata convivenza civile.
Certo le storie delle Chiese cristiane sono diverse da quelle delle comunit� islamiche o dall'ebraismo. Ma le tre religioni monoteistiche sono di casa in Europa. Il cristianesimo (cattolico, ortodosso e evangelico) ha profondamente segnato l'identit� del continente. Ma pure l'ebraismo, minoritario e provato dalla Shoah, � stato il coabitante di sempre della civilt� europea. L'islam � ritornato in Occidente con gli emigrati, mentre vanta una persistenza storica secolare nei Balcani.
D'altra parte l'Europa dei venticinque ha due confini "caldi": sul Mediterraneo con il Sud musulmano e verso l'Est con il mondo slavo ortodosso. Nel cuore delle societ� europee come sui confini del continente, le religioni sono un fattore identitario decisivo. Se lo avevamo dimenticato, oggi tanti eventi ce lo ricordano.
Lo aveva intuito acutamente Giovanni Paolo II nel 1986, ancora in tempo di guerra fredda, quando invit� i leader delle grandi religioni ad Assisi per pregare per la pace. Le teorie sullo scontro di civilt� (e di religione) del famoso politologo, Samuel Huntington, non si erano ancora affacciate nel dibattito culturale. Eppure gi� si profilava, nell'Iran di Khomeini o nell'infuocato quadrante libanese, l'uso politico-militare della religione. E non solo in Medio Oriente. Per il Papa, le religioni dovevano far emergere quel messaggio di pace che si radicava nel profondo delle loro tradizioni. Non � un caso che, dopo l'11 settembre 2001, Giovanni Paolo II abbia rilanciato l'invito ad Assisi, il cui spirito non era mai stato lasciato cadere, come attestano i suoi annuali messaggi agli incontri interreligiosi della Comunit� di Sant'Egidio.
Ma a che cosa pu� aspirare il dialogo tra le religioni? Qualcuno potrebbe leggervi un gesto alla moda ma dagli scarsi risultati pratici.
Al contrario si tratta di una frontiera di bruciante attualit�. Bisogna rendersi conto della diversit� dei mondi religiosi, delle teologie, del rapporto con la societ� e la politica, dello stesso modo di intendere la fede. Ma, nella diversit�, � possibile vivere insieme? Questo � l'interrogativo che preoccupa le societ� europee abitate da forti minoranze musulmane; � la domanda delle comunit� ebraiche toccate dall'antisemitismo affiorante; � la questione dei cristiani minoritari che vivono nei paesi musulmani del Mediterraneo, dove soffia il fondamentalismo. Sviluppare il dialogo vuol dire superare i pregiudizi secolari (e per questo occorre una pazienza "geologica", come diceva un pioniere del dialogo), ma significa soprattutto dare il senso di una convivenza pacifica, in cui i leader religiosi e i fedeli siano impegnati nel rispetto della libert� e dell'identit� dell'altro. C'� il fondamentalismo da sconfiggere che, soprattutto, appare un facile richiamo per lo spaesamento di tanti musulmani. In questo senso l'iniziativa italiana � di alto profilo e coraggiosa: l'Europa afferma che le religioni sono una parte importante del suo futuro e le impegna a lavorare per una "pace europea". Lo dice a Roma, grande capitale cristiana del mondo, sede della pi� antica comunit� ebraica d'Europa.
Roma � una citt� che ha dato prova di riuscire a tenere insieme le ragioni della politica con lo spazio e l'universalit� dell'anima.
Andrea Riccardi
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