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25/05/2003 |
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La Comunit� di Sant'Egidio presenta un libro sul Vescovo Romero |
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"Un Vescovo centroamericano tra guerra fredda e rivoluzione", con questo titolo � stato presentato presso l'Aula Magna dell' Universit� Federico II il libro dedicato a Oscar Romero Arcivescovo di San Salvador fortemente impegnato in difesa dei diritti umani e democratici nel suo Paese, ucciso nel 1980 nella Cattedrale durante una celebrazione dagli squadroni della morte, terroristi delle formazioni paragovernative. Alla presentazione, promossa dalla Comunit� di Sant'Egidio, erano presenti tra gli altri mons. Vincenzo Pelvi, Vescovo Ausiliare dell' Arcidiocesi di Napoli, Donatella Trotta, giornalista del "Il Mattino" di Napoli, Francesco Barbagallo, Ordinario di Storia Contemporanea alla Federico II. �La storia del Vescovo centroamericano � un vero e proprio "caso" - spiega Donatella Trotta - in questo testo viene messa a fuoco l'umanit�, il concetto di martirio e di santit�. Uno dei grandi pregi di quest'opera � il consegnare la figura di Romero alla storia, liberandola dalla gabbia ideologica delle vecchie convinzioni. �Simbolo positivo o negativo, strumentalizzato a destra e a sinistra, prima ancora che santo e martire, potremmo considerar/o un giusto, perch� nutrito di una fede autentica e una carit� evangelica - aggiunge Trotta - la sua missione era quella di rispondere alla chiamata della Chiesa di Roma. La strada che seguiva era lunga, ma con una meta che non pu� non coinvolgere tutti coloro che come Lui sono impegnati nella difesa dei diritti umani�. �Oggi vi � urgenza di uomini che, come i martiri e i Padri della Chiesa, pi� che provare l'apparizione di Cristo, dimostrino la loro fede al Vangelo, l'unica Verit� per cui valga la pena vivere e morire. La Chiesa � divenuta Chiesa di Martiri, l'esempio di Romero � una testimonianza da non dimenticare�, ha affermato Mons. Vincenzo Pelvi. �Oscar Romero � stato creatore del Vangelo e servo della consolazione - ha aggiunto il Vescovo - � lui che parla, che cerca un dialogo con l'uomo, la sua � una pedagogia del "prendersi cura". Lo splendore della verit�, dell' educazione, della cultura, immagini da trasmettere come racconto di Dio. Romero era la voce di Cristo che faceva risuonare i germi della resurrezione negli eventi umani�. �La parola insanguinata dalla violenza della nostra vita da fastidio e fa dire che la Chiesa fa politica - ha aggiunto ancora mons. Pelvi - Oscar Romero diceva "non dite che noi leggiamo la bibbia, noi la imprimiamo dentro, vogliamo farla diventare la nostra vita" . In una delle sue omelie diceva "Noi siamo come il piccolo Davide davanti al grande Golia, ma noi confidiamo in Dio". A chi lo accusava di essere un vescovo, quindi di una classe superiore, Oscar Romero rispondeva "Cerco di avere un cuore largo come quello di Cristo"�. Curare gli ammalati, dare sostegno ai poveri, erano questi i principali compiti del vescovo centroamericano per il quale il dolore � inutile se si soffre senza Cristo, mentre pu� divenire costruttivo solo quando si soffre per Lui seguendo l' esempio di Maria. �Romero era un uomo eucaristico, il suo sogno era quello di vedere il suo corpo consumato nell' eucarestia�, aggiunge Mons. Pelvi. �La sua vita � stata un atto di fede con cui la diatriba sociale si converte nel corpo di Cristo, il mio augurio � che l'esempio di Romero sia trasmesso e che resti e cresca la sua memoria e il suo amore per Cristo�. Il prof. Francesco Barbagallo ha tratteggiato, invece, la vita di Romero spiegando che la sua storia � completamente diversa da quella di altri religiosi che fecero delle scelte politiche vere e proprie. Romero, infatti, si forma a Roma alla fine degli anni '30, nella Roma di Pio X. Qui viene a contatto con il Concilio Vaticano II, con Leone X e Paolo VI e le loro encicliche Gaudium et Spes e Populorum Progressio. Comincia la sua attivit� in un piccolo centro di San Salvador, dove la popolazione � divisa tra oligarchia di potere e popolo di contadini. E in questa circostanza che la Chiesa, avvicinandosi agli umili, ai bisognosi, viene a trovarsi in una condizione di opposizione al regime di potere e viene accusata di essere comunista. �Questa era una concezione diffusa anche in Italia ai tempi di Giolitti - aggiunge Barbagallo - schierarsi dalla parte dei poveri, della massa, che subiva le prepotenze dell' oligarchia voleva dire essere comunista�. �Romero � morto sull'altare - ha concluso Antonio Mattone della Comunit� di Sant'Egidio - � stato sparato nel momento in cui stava celebrando l'eucarestia. Il sangue della sua ferita misto con le ostie consacrate, quasi a simboleggiare un' identit� tra il suo sangue e il corpo di Cristo. La sua vita � stata una vita da martire, tuttavia la sua figura non � la figura di un eroe, ma quella di un uomo, pieno di paure, insicurezze, indecisioni. Un uomo che aveva paura di morire, di essere ucciso, tuttavia questo non gli impediva di compiere la sua scelta di difesa degli umili anche in una realt� in cui questo voleva dire mettersi contro i potenti�.
Daniela Paglionico
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