Comunità di S.Egidio


 

29/05/2003

RELIGIONE
FEDE, LA FORZA DEBOLE
Andrea Riccardi e il suo libro "Dio non ha paura"

 

�Vedo paura del futuro, e la risposta pu� essere solo rimettere al centro la Parola�, dice il presidente di Sant�Egidio. �Oggi � necessario essere cristiani in maniera pubblica�.

La domanda � sempre la stessa e vale per ogni momento della storia dell�uomo: come essere cristiani in questo nostro tempo? Andrea Riccardi, ordinario di Storia contemporanea alla Terza Universit� di Roma e presidente della Comunit� di Sant�Egidio, dice che per rispondere bisogna prima riflettere sulla paura.

� Paura? Che cosa intende, professore?

�Vedo in giro un sentimento di paura di fronte alle nuove trasformazioni e responsabilit�. Paura del futuro, paura di una societ� ricca di perdere il proprio benessere, ma anche paura di essere condannati all�impotenza e all�irrilevanza, paura di guardare in faccia il mondo, paura di comprendere, di capire�.

� Vale anche per i cristiani?

�Essere cristiani vuol dire vivere nel mare in tempesta. I discepoli si angosciavano e Ges� chiedeva conto della paura. La paura nasconde la nostra poca fede, ma anche la difficolt� di convivere con la debolezza. Credo che i cristiani europei sentano una qualche irrilevanza, che talvolta diventa un sentimento d�impotenza. � la ricchezza a darci l�illusione che si pu� vivere in un mondo senza dolore, senza fatica. La ricchezza � un grande anestetico�.

� Al giro di boa del millennio, il cristianesimo � diventato pi� debole?

�Non so se sia proprio cos�. Penso ai discepoli. Erano solo dodici e gli sforzi che dovevamo compiere erano immensi. Ges� d� a loro un potere nuovo. Ma lo scarto tra le loro forze e il grande orizzonte del mondo era immenso. Io la chiamo una "forza debole" e sono molto affezionato a questa espressione di Paolo nella seconda Lettera ai Corinzi: "Quando sono debole � allora che sono forte". � qui che troviamo la ragione di lottare contro ogni paura�.

� Per questo motivo ha intitolato il suo libro Dio non ha paura (San Paolo, pp. 240, � 14,50)?

�Certo. I cristiani sono persone normali, rigenerate alla speranza e alla forza del Vangelo. Dal Vangelo deve venire l�audacia che spesso manca alle nostre comunit�. Voglio citare ancora san Paolo: "Tutto posso in colui che mi d� la forza". Allora io dico: rimettiamo al centro la Parola di Dio, la liturgia. Non occupiamoci solo della frequenza alla Messa della domenica. Guardiamo anche come sono le nostre liturgie, come proclamiamo la Parola di Dio. Leggiamo le Scritture? Insomma, noi abbiamo il pensiero di Dio?�.

� Anche il Papa per� � stato sconfitto, per esempio, sulla Pace dal mondo�

�S�, credo anch�io che sia stato sconfitto. Ma quella del Papa � stata una sconfitta con successo: ha offerto una grande testimonianza. Qualcuno non lo ha seguito, ma pu� capitare. Ecco che torna la forza debole, che non � la stessa del potere economico o politico�.

� Lei nel libro scrive che l�eredit� dei nuovi martiri del Novecento non � ancora stata pienamente recepita dai cristiani. Che cosa significa?

�Il Novecento � stato il secolo pi� secolarizzato della storia. Eppure, ha conosciuto una profondit� di fede che oggi resta nella memoria dei suoi martiri. Monsignor Romero, il beato Licthenberg, il parroco di Berlino che faceva pregare per gli ebrei mentre venivano perseguitati, e tanti altri. Ci hanno trasmesso l�essenzialit� della forza debole della fede. Allora mi chiedo: la vogliamo accogliere questa eredit�? Se lo facciamo, vuol dire riscoprire che il mondo � terra di missione e noi dobbiamo essere cristiani in maniera pubblica�.

� Che cosa intende con �essere cristiani in maniera pubblica�?

�Che la nostra responsabilit� di cristiani � accresciuta. Il mondo ci entra in casa, niente � pi� lontano, l�Islam abita nella porta accanto alla nostra. I giorni d�oggi sono un bel tempo per essere cristiani, basta un po� pi� di coraggio e un po� pi� di speranza per guardare in faccia il futuro. Con fiducia�.

Alberto Bobbio