Comunità di S.Egidio


 

03/06/2003

40 anni fa la morte di Giovanni XXIII
Poco prima di morire disse: "Il segreto del mio sacerdozio sta nel Crocifisso"

 

Sono trascorsi quarant'anni dalla morte di Giovanni XXIII, ma i cristiani non lo hanno dimenticato. Non lo ha dimenticato la Chiesa proclamandolo beato nel 2000. Eppure sono scomparsi molti di quelli che hanno conosciuto Papa Giovanni. Il mondo � profondamente cambiato dal suo tempo. Quando si concludeva il Pontificato, nel 1963, il panorama internazionale era segnato dalla guerra fredda. Anzi, con la crisi di Cuba, era giunto sulla soglia del conflitto armato. Tante speranze venivano riposte nell'evoluzione dei paesi ex coloniali da poco indipendenti. Ma ormai le speranze e i problemi di quegli anni sono lontani. Il mutamento avvenuto negli ultimi tre decenni � stato grande. Il nostro mondo � diverso da quello di Papa Giovanni. Nuovi problemi politici, umani e spirituali caratterizzano la nostra epoca. Eppure la figura di Papa Giovanni non tramonta, anzi resta una fonte di ispirazione per tanti. Perch�?

Papa Giovanni � stato un cristiano autentico. La sua autenticit� evangelica � stata percepita dai suoi interlocutori. Il Papa ha vissuto una vita spirituale profonda e costante, interrogandosi ogni giorno � come dimostrano i suoi scritti spirituali � sull'essere prete e credente. Sul letto di morte egli disse: �Uscito di umile condizione sento forte il legame con la tradizione post-tridentina...�. � apparso agli uni un prete all'antica; agli altri un uomo di grande apertura. In realt� � stato soprattutto un vero cristiano. Il suo Pontificato si � radicato nell'identit� cristiana vissuta. Il Papa disse poco prima di morire: �Il segreto del mio sacerdozio sta nel crocifisso...�. In questo senso la sua testimonianza non tramonta.

La sua esperienza del mondo � stata caratterizzata da un atteggiamento misericordioso ed attento agli uomini: �Abbiamo lavorato assieme � dice al suo segretario, Mons. Capovilla � e servito la Chiesa senza attardarci a raccattare e rilanciare i ciottoli della strada che talvolta ingombravano il cammino�. Il cammino di Angelo Giuseppe Roncalli � stato ingombrato da tante difficolt�, non fossero che quelle del cattolicesimo di minoranza che egli ha servito per vent'anni tra la Bulgaria ortodossa e la Turchia laica di Ataturk. Infatti questo Papa ha conosciuto la vita della Chiesa cattolica fuori dal mondo cattolico, a contatto con l'ortodossia e con l'islam. In quel mondo la Chiesa doveva vivere con gli altri. La sua esperienza francese di otto anni lo ha messo in contatto con il cattolicesimo effervescente e con la laicit� della Repubblica. Su scenari differenti, Angelo Giuseppe Roncalli ha sempre amato capire gli uomini e le situazioni. Con la sua affabilit� personale, con il suo tratto pastorale, con il suo senso da storico, ha vissuto l'atteggiamento di chi scruta i �segni dei tempi�, ben prima di teorizzare questa categoria in un'enciclica. E i segni dei tempi erano gli uomini differenti che egli incontrava nel suo cammino.

Tanto della Pacem in terris viene dall'esperienza vissuta del mondo contemporaneo come realt� di convivenza dei cattolici con altri non cattolici. Giovanni XXIII non indulge alla deprecazione n� alla rassegnazione. Per il Papa le linee della sua Enciclica sulla pace �offrono quindi ai cattolici un vasto campo di incontri e di intese tanto con i cristiani separati... quanto con esseri umani non illuminati dalla fede in Ges� Cristo, nei quali per� � presente la luce della ragione...�. In questo senso Giovanni XXIII � stato il Papa della testimonianza dell'identit� cristiana in un amore operoso all'interno di un mondo complesso e variegato da tanti punti di vista. Nella sua lunga storia, Angelo Giuseppe Roncalli ha sempre rifiutato le semplificazioni ed ha guardato in faccia gli uomini e le situazione concrete. Le sue parole sulla �gradualit��, proprio nell'Enciclica sulla pace, alla vigilia d'una stagione segnata dall'utopia, appaiono cariche di realismo cristiano: �Non si dimentichi che la gradualit� � la legge della vita in tutte le sue espressioni...� � ricordava ad anime che �si sentono accese dal desiderio di innovare, superando, d'un balzo solo tutte le tappe, come volessero far ricorso a qualcosa che pu� assomigliare alla rivoluzione�.

In questo Papa, che aveva visto da vicino due guerre mondiali e aveva potuto constatare come ogni conflitto lasci un'eredit� amara, pulsava l'antica diffidenza del cattolicesimo verso guerre e rivoluzioni. Nel cuore della crisi di Cuba, il Papa ricordava al mondo: �Promuovere, favorire, accettare conversazioni, a tutti i livelli e in tutti i tempi, � una regola di saggezza e di prudenza...�. Era stata sempre la direttiva della sua azione diplomatica. Era l'impegno del suo Pontificato, perch� � come disse nel settembre 1961 � �con la pace si compiono grandi cose, si pu� fare tutto. Se invece non c'� la pace, la vita diventa peso, amarezza, disperazione�.

Grande conoscitore di uomini, con il culto dell'amicizia, con un tratto profondamente sereno, Papa Giovanni ha manifestato ovunque la sua fede cristiana e la sua umanit� mite e pacifica. Ha mostrato quanto pu� fare un cristiano autentico e un prete serio. C'�, infatti, una forza della pace vissuta, come diceva san Serafino di Sarov ai suoi penitenti: �acquista la pace e ne goderanno migliaia attorno a te�. Partendo dalla Francia, in presenza del presidente Auriol, Mons. Roncalli afferm� che avrebbe amato essere ricordato cos�: �Era un prete leale e pacifico...�. Ma Giovanni � stato ricordato come qualcosa di pi�, come uno dei pi� grandi Papi del Novecento, proprio perch� ha cercato di essere un prete leale e pacifico. Ed � stato ricordato come un cristiano che ha dato una testimonianza di santit� nella Chiesa cattolica e fuori di essa. Di lui ha scritto il Metropolita Nikodim del Patriarcato ortodosso di Mosca: �Egli fu uomo d'azione, ben lontano dall'ottimismo facile e superficiale. Non nascondeva la sua fedelt� alla dottrina cattolica, n� taceva ci� che distingueva le diverse confessioni cristiane, ma era compito suo, e di primaria importanza, risvegliare e riattivare lo spirito ecumenico�.

La storia del cristianesimo contemporaneo deve fare i conti con la figura di Giovanni XXIII, �un Papa colto e contadino�, come scriveva finemente Pier Paolo Pasolini. L'eredit� del suo breve Pontificato resta decisiva per il nostro XXI secolo, come hanno mostrato le celebrazioni della Pacem in terris. Ma la sua vita e i suoi scritti spirituali (di cui � stato pubblicato recentemente il Giornale dell'Anima nell'Edizione Nazionale) sono un passaggio ineludibile nella spiritualit� del Novecento. Senza la comprensione di questa dimensione spirituale, si rischia di non cogliere la sapienza di questa figura che, come lo scriba saggio del Vangelo, traeva cose nuove e cose antiche dal suo tesoro. La comprensione della dimensione spirituale di Giovanni XXIII riannoda il cristiano del XXI secolo al lungo filo della tradizione e lo incoraggia a vivere il presente e il futuro senza paura.

Andrea Riccardi