�Desaparesida�. Le ultime quattro lettere sono stampigliate in rosso: "Sida" � l'equivalente in portoghese della sigla Aids. Di manifestini come questo se ne trovano a centinaia per le avenide di Maputo. E centinaia di volte � moltiplicato quello sguardo di donna riprodotto nella fotografia in bianco e nero. Ti guarda senza pudore, senza sorriso; sotto, la scritta: �La prossima potresti essere tu�.
Per il Mozambico, tra i trenta Paesi pi� poveri al mondo, con 450 dottori per 19 milioni di abitanti, una spesa annuale pro capite per la salute pari a meno di 9 euro, e un milione e centomila persone infettate dal virus Hiv, di cui 80mila bambini, questa � l'unica arma per combattere la diffusione della malattia: una campagna d'informazione fatta di manifesti rivolta all'anello pi� debole di questa catena di morte, le donne. Il vento li scolla e strappa via da lampioni e case.
Nelle aree rurali, Aids o Sida restano parole sconosciute: la gente indica le persone che tradiscono gli effetti e i segni della malattia come vittime del malocchio una �feticaria nocturna�; le famiglie si rivolgono ai �curandeiros�, che si fanno pagare a peso d'oro per intrugli e riti magici, per la macumba. Sono pi� accorti nelle citt�, dove dell'Hiv si conosce la pericolosit�, e si ha paura: Ele teue tres letros, lui � stato avvelenato dalle tre lettere.
Parlare di terapia antiretrovirale, che in Europa ha permesso di allungare la vita e migliorare la salute dei malati, in Africa � ancora qualcosa di incomprensibile: governi, con le casse dello Stato esangui e le potenti industrie farmaceutiche che controllano i brevetti sui farmaci, creano quelle condizioni che impediscono o frenano concrete azioni che vadano al di l� della semplice e comunque limitata azione di prevenzione. In poche parole, in tutto il Continente le cure pi� aggiornate contro l'Aids, che da noi costano 15mila dollari all'anno per ogni malato, sono precluse.
Nel Continente nero sono 30 milioni i malati di Aids. Gli gli studi dicono che entro il 2010 diventeranno 50 milioni, e oggi uno ogni cinque nuovi infettati � un bambino che nasce da una madre portatrice del virus. In Italia, nessun bambino partorito da madre sieropositiva porta con s� questa crudele eredit�.
Solo in Mozambico a causa dell'Aids, e proprio perch� decine di migliaia di ammalati non ricevono alcuna cura, ogni anno muoiono 80mila esseri umani. Ma adesso in questo Paese dell'Africa australe, un progetto tutto italiano vuole portare una speranza, una sfida che non sia solo circoscritta a questa realt�. E a farlo non poteva essere che la Comunit� di Sant'Egidio, legata al Mozambico da un profondo rapporto di amicizia, costruito in dieci anni con gli accordi di pace che misero fine a 16 anni di guerra civile.
�Abbiamo visto di fronte a noi una profonda ingiustizia: in Europa riusciamo a vivere con l'Aids, mentre qui si muore senza alcuna possibilit� di cura. Cos�, abbiamo cominciato con piccole strutture per rendere possibile l'inizio di una terapia domiciliare, per infondere la fiducia nella gente. E ora possiamo dire che quello che abbiamo avviato � un metodo davvero concreto per diffondere la terapia antiretrovirale anche in Africa: un modello innovativo perch� il sistema in cui ci muoviamo ha poche risorse e il Sistema sanitario nazionale del Mozambico � poverissimo�: Mario Marazzita della Comunit� di Sant'Egidio ci accompagna nel primo dispensario a Machava, alla periferia di Maputo, dove si distribuisce il trattamento anti-Aids, un farmaco prodotto in India, a basso costo: 350 dollari l'anno per paziente. �� il nostro punto di partenza�.
Sono gi� duemila i mozambicani sottoposti a cura, e nei prossimi quattro anni si prevede che potranno diventare 30mila grazie a un �sogno�, perch� cos� � stato chiamato il progetto: �Dream� (Drug resource enhancement against Aids). Attivato circa un anno fa con ottimi risultati, ora pu� contare anche sul fatto di aver diffuso un sentimento di fiducia negli ammalati che si sentivano abbandonati e ormai persi al loro destino. Con la distribuzione gratuita dei farmaci semplici nel dosaggio, solo due volte al giorno, e con i primi effetti positivi subito avvertiti e comunicati da malato a malato, la gente ora si presenta spontaneamente per sottoporsi al test. Prima, invece, preferivano convivere con un pesante segreto, mentre giorno dopo giorno, allo specchio, vedevano il loro corpo consumarsi lentamente. Per poi morire.
�Sui casi da noi trattati e curati, possiamo dire che il 95% dei malati ormai segue le terapie con assoluta fedelt� e continuazione. Abbiamo abbattuto il tasso di mortalit� dell'85%. Mentre la risposta immunologica nei malati raddoppia nell'arco di sei mesi. Ma quello che pi� ci preme � frenare il contagio tra madre e figli. Cosa che stiamo riuscendo a fare: gi� 160 bambini sono nati sani, grazie alla terapia. Insomma, la speranza � a portata di mano�.
Il progetto � comunque molto pi� complesso, e, anche grazie a BancaIntesa, che ha finanziato tutto il 2003 con 5 milioni di euro, a Farmindustria, che aiuta nel fornire farmaci gratuiti per le malattie opportuniste dell'Aids, e al contributo di fondazioni e organizzazioni di cooperazione internazionale, il passo � stato pi� lungo, nonostante la spesa da sostenere sia forte: 25 milioni di euro per cinque anni. Cos�, oggi, �Dream� pu� contare anche su un modernissimo laboratorio di biologia molecolare che permette di decidere come e quando iniziare una terapia. Una struttura dove si prevede che in futuro verr� introdotto un programma di terapia pubblica gratuita della Sanit� nazionale mozambicana.
�Con questo nostro progetto vogliamo dire al mondo che l'Hiv non � una sentenza di morte per l'Africa - dice Marazzita -, se curata. E questa � la nuova guerra che Sant'Egidio vuole vincere nel Terzo millennio e che vogliamo sperimentare anche in Guinea Bissau e Malawi. Altrimenti l'Africa torner� a diventare la terra incognita, terra vuota�.
Claudio Monici
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