Comunità di S.Egidio


 

18/06/2003


HANDICAP: NON LASCIAMOLI SOLI
Sulla drammatica vicenda di Sergio Piscitello

 

La storia di Sergio Piscitello � drammatica. E� drammatica per l�intreccio di disperazione e di solitudine che accompagna il mistero di una violenza estrema che non � frutto di rabbia o di odio ma che ha radice in una cura e in un affetto profondi che non hanno saputo trovare vie praticabili per la speranza di un futuro dignitoso.

E� una vicenda drammatica ma non � la storia privata del dramma della famiglia Piscitello. L�handicap � un dramma che troppe volte ci si trova a vivere da soli, senza mezzi, con pochi sostegni e in una societ� che dell�handicap ha paura o sembra non interessarsi.

Ma la disabilit�, l�handicap non � una �questione privata�. E� proprio la �privatezza� che aumenta l�isolamento e che trasforma troppe volte difficolt� autentiche, che sono parte della vita, in difficolt� insormontabili e che diventano premessa della negazione della vita.

La vita di chi � disabile � complessa e aggiunge complessit� alla vita di chi disabile non � e sta accanto. La famiglia � troppo spesso lasciata sola nelle scelte difficili, che diventano pi� difficili quando aumentano gli anni e non si vedono soluzioni per i propri figli non autosufficienti quando si � pi� vecchi.

Non c�� da giustificare ma c�� da capire. La vita ha sempre un grande valore e una dignit� e potenzialit� straordinarie anche quando � oppressa, umiliata, appesantita dal bisogno, e sembra davvero gi� poca. Non � mai non-vita, � sempre vita, anche se a volte pu�, superficialmente, sembrarlo. La disperazione e i gesti disperati non possono essere l�ultima parola. Ma proprio per questo non si possono lasciare sole le famiglie a gestire problemi a volte troppo complessi, con carichi di sofferenza, dubbi, incertezze, fatica di vivere che possono diventare schiaccianti.

La Comunit� di Sant�Egidio propone a ciascuno, a tutti, di fermarsi un attimo a pensare e di non allontanare il dramma della famiglia di Sergio Piscitello come se fosse un atto di follia che riguarda solo loro.

Perch� la disperazione non sia l�ultima parola occorre creare una rete di protezione per chi vive il dramma della malattia nella propria vita o nella propria casa. E� una rete che ha bisogno di tutti, di tante maglie con nomi e ruoli diversi: famiglia, vicini, simpatia attorno, servizi sociali, istituzioni, societ� civile nel suo complesso, in un clima mutato. Questa rete di protezione e di solidariet� � il contrario dell�indifferenza e della solitudine in cui si � quasi sempre lasciati quando un problema � troppo grande. E� responsabilit� dei servizi sociali ma anche di ognuno di noi e di un clima, amichevole, da creare. Non si scioglie l�handicap, ma anche il pi� pesante diventa pi� sopportabile.

Comunit� di Sant'Egidio