Comunità di S.Egidio


 

01/07/2003

Segnali minimi di civilt�
CLANDESTINI O PROFUGHI?

 

Penso che sia possibile anche in un tempo un po� difficile come il nostro (difficile relativamente: non c�� guerra in casa, mangiamo bene, abbiamo pi� problemi con l�obesit� che con la malnutrizione, con la pressione alta che con la malaria) fare qualcosa di decisivo per rendere decisamente migliore la nostra vita. La nostra vita personale e quella degli altri. E senza aspettare che il segnale venga dal Comune o dalla Regione. Dipende da noi, e si pu� fare subito. Il risultato sar� immediato. La proposta � questa: smettiamo di usare la parola �clandestini� e usiamo quella giusta: �rifugiati, profughi� o, quando proprio non si pu�, �irregolari�. Clandestini gli stranieri lo sono, praticamente, mai. La confusione sull�argomento ha fatto perdere di vista i contorni reali del problema e ci ha impedito di fare la nostra parte per rendere meno pericolosa e preoccupata la nostra vita ordinaria.

Roma � la citt� d�Italia con pi� immigrati. Quasi un cittadino su dieci. E viviamo bene. Se ci fosse un�invasione di clandestini i romani dovrebbero prima o poi preoccuparsi. Prima o poi infatti, dopo l�identificazione, dopo essere stati nei campi di raccolta sperando nell�acqua e in una vita decente, gran parte degli immigrati arrivano a Roma.

Chi sono? Grazie al movimento Genti di Pace e al Centro senza Frontiere ho potuto fare una scoperta: non sono clandestini. Sono in gran parte profughi. Richiedenti asilo. Che vanno in altri paesi europei. Ma c�� di pi�: sono pochi. Gli arrivi per mare oggi sono la met� di un anno fa. Le domande di asilo politico la met� di quelle del Duemila: oltre due volte meno della Francia, tre volte meno della Germania e cinque volte meno del Regno Unito.

La met� degli immigrati a Roma viene dall�Est e non c�entra niente con i clandestini di cui si parla. I nuovi arrivati vengono da paesi in guerra o dove le conseguenze della guerra sono ancora forti. Vengono da dove � stata fatta una pace che non ha pacificato. Da gennaio ad aprile sono arrivati dall�Eritrea, dal Sudan, dalla Liberia, dalla Somalia. Da un po� prevalgono curdi, palestinesi, afgani. La buona notizia �: i romani non sono minacciati perch� i clandestini non ci sono. La cattiva notizia �: siamo un po� in ritardo a disarmare i nostri dispositivi di diffidenza e a mettere in atto misure minime di civilt�.

Allora: gli stranieri a Roma e in Italia sono in gran parte regolari. Ma con la legge Bossi-Fini, come � noto, si sono complicate le procedure per i rinnovi dei permessi di soggiorno, anche per chi � in Italia da molti anni e con un lavoro a tempo indeterminato. Per un permesso annuale, al massimo biennale, i tempi di attesa sono sette mesi. Questo vuol dire che anche a Roma restano pi� stranieri del necessario: che non possono tornare a casa loro per le vacanze, a trovare la famiglia. E questo non rende migliori n� loro n� la nostra convivenza. Basterebbe, in deroga, permettere di lasciare il paese per un mese a chi lo volesse, purch� in possesso del cedolino della domanda fatta. Saremmo tutti pi� contenti, e pi� di buon umore: il che, con il caldo, non guasta.

Mario Marazziti