Comunità di S.Egidio


 

03/07/2003


Farmaci africani

 

La SCORSA settimana mettevamo a confronto l�opulenza dei paesi occidentali con la miseria della parte pi� povera e diseredata, che neppure pu� contare sui farmaci essenziali, come avviene in molte zone dell�Africa. Ebbene ogni tanto spunta una buona notizia. L�ultima � stata annunciata dalla Comunit� di Sant�Egidio, di Roma, che dopo una lunga trattativa � riuscita a spuntare un impegno da tre grandi aziende, Boehringer, GlaxoSmithKline e Merck. Le sedi italiane delle case farmaceutiche si sono dette pronte a cedere gratuitamente, ai paesi pi� poveri dell�Africa Australe (tra i quali il Mozambico), i principi attivi con i quali "costruire" farmaci contro l�Aids. La Comunit� ha precisato che si stanno studiando confezioni apposite e che, grazie all�accordo, entro cinque anni verranno curate almeno ventimila persone. Naturalmente questa � una goccia nel mare della tragedia africana dove, nel SubSahara, si contano 11 milioni di orfani a causa dell�Aids. Ma si � aperto un varco nella politica delle multinazionali: cosa riuscir� a passarci, lo vedremo in futuro.

Salute assicurata?

Che la sanit� costi sempre di pi� non � una novit�, bens� una costante nei paesi dove l�invecchiamento della popolazione � un fenomeno affermato da tempo. In questa situazione l�Italia ha un posto d�onore. E i governi, compreso il nostro, lanciano grida d�allarme sulle difficolt� di "cassa". Cos� il ministro della Salute, Sirchia, visto che il suo collega di governo Tremonti tiene stretti i cordoni della borsa, si dice preoccupato per l�aumento della spesa. E rispolvera alcune idee per tentare di far quadrare il cerchio. Su tutte primeggia il ricorso alle assicurazioni private. Sirchia non spiega se si tratta di volontarie o obbligatorie, perch� se fosse il secondo caso, la nostra sanit�, basata sull�universalismo delle prestazioni, verrebbe minata alle fondamenta: sarebbe messa in discussione l�assistenza per i ceti meno abbienti. E molti avrebbero una salute ben poco assicurata.