Comunità di S.Egidio


 

10/07/2003


�Anziani, l�assistenza che non c��
La Comunit� di Sant�Egidio denuncia: i servizi a domicilio sono insufficienti

 

Antonio, 82 anni, barbone trasteverino salvato da tre sue vicine di casa quando si � ammalato. Giovanna, 90 anni, per un regolamento della Regione non pu� trascorrere le vacanze al mare con figli e nipoti perch� gli ospiti della Residenza sanitaria (Rsa) non possono assentarsi per pi� di 48 ore. Franca, settantenne di Testaccio, viene dimessa da un ospedale, ma aspetta due mesi le �dimissioni protette�: intanto i volontari di Sant�Egidio le sono vicini. Tre storie che dimostrano il quotidiano isolamento che rischiano gli anziani in una metropoli come Roma. Ieri la Comunit� di Sant�Egidio ha fatto il punto sulla condizione della terza et� nella capitale e sui problemi che si aggravano in estate. I volontari puntano il dito contro le carenze e i ritardi di Regione e Campidoglio e chiedono �l�apertura immediata di un tavolo tra istituzioni e terzo settore per pianificare l�integrazione dei servizi sociali e sanitari e l�istituzione di un difensore civico per gli anziani�.

Concorda Raffaela Milano, assessore comunale ai Servizi sociali: �L�integrazione tra servizi sociali e sanitari � la chiave di volta per rivoluzionare l�assistenza agli anziani. Regione e Comune devono pianificare insieme questi interventi�. Disponibile al dialogo anche Marco Verzaschi, assessore regionale alla Sanit�: �Stiamo potenziando le Residenze sanitarie (Rsa) e l�assistenza domiciliare che dai 20 mila fruitori nel �99 � arrivata ai 36 mila attuali, le carenze di personale ancora ci sono, ma sono disponibile a lavorare con gli enti locali e le associazioni per e migliorare l�assistenza alle fasce pi� deboli della popolazione�.

Mario Marazziti, portavoce della Comunit� di Sant�Egidio, lancia una sfida ambiziosa: �Occorre ripensare alle strategie per anziani, disabili e soggetti non autosufficienti� perch� il ricovero in istituti per lungodegenti e case di riposo �purtroppo ha dimostrato di avere costi insostenibili, bassa qualit� di vita e di fare aumentare l�isolamento per gli ospiti. Noi abbiamo deciso di puntare sull�assistenza domiciliare�. Non � un caso se, in base a una indagine della Regione, il 50 per cento degli 852 malati morti nel 2000 nei reparti di lungodegenza del Lazio, il 50 per cento � deceduto entro 33 giorni dal ricovero e del restante 50 per cento due su tre sono morti entro 114 giorni dal ricovero. �E� evidente che questi erano anziani non guariti - precisa Marazziti - ma che sono stati inviati in centri per lungodegenti, come se queste strutture fossero diventate luoghi per pazienti terminali. La filosofia di ridurre i costi in sanit� ha finito per penalizzare soprattutto i pi� deboli�.

Sul fronte dell�assistenza domiciliare i tempi d�attesa sono �troppo lunghi�, ricordano da Sant�Egidio citando una ricerca del 2001: per la fisioterapia a casa, che spetta alla Regione, in media si deve attendere 58 giorni. Nella Asl Roma-B, per�, bisogna pazientare fino a 291 giorni �per carenza di personale�. Problemi anche per la teleassistenza gestita dal Comune: servono 30 giorni per accedere al servizio che gi� raggiunge 2.400 cittadini. �La situazione � migliorata rispetto a qualche anno fa - ammette Marazziti - ma c�� ancora tanta, troppa gente che soffre�.

Francesco Di Frischia