Comunità di S.Egidio


 

19/08/2003


�Non solo memoria, ma unit� profonda�
Lo storico Riccardi: malgrado la crisi,il tessuto cristiano � vivo. E percorre tutto il continente

 

Il richiamo alle radici europee � un filo rosso che percorre tutto il Pontificato, non solo gli ultimi mesi. �Il Papa ha cominciato a fare questo discorso nel 1978, quando di "grande Europa dall�Atlantico agli Urali" aveva parlato solo De Gaulle. E allora ci fu freddezza, apparve un discorso utopico, perch� essa era impossibile�, esordisce lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunit� di Sant�Egidio.

Il Papa ricorda la crisi, ma anche invita alla speranza e al contributo di tutti. Perch�?
Per lui nel tessuto culturale e popolare europeo ci sono i germi di questa identit� di "grande Europa". Non � solo una memoria del passato. Lui crede in questa unit� profonda del continente, in un tessuto connettivo. E in una "discordia concorde" all�interno di questo tessuto. Lo sente, come lo pu� sentire un uomo di Cracovia che ha vissuto il trauma della separazione dal cuore dell�Europa.

L�allargamento ha intensificato questi richiami?
Quando l�Europa occidentale era incerta e si poneva il problema dei costi, lui ha invece insistito su questo tema, che � in buona parte realizzato, anche se non del tutto. Restano fuori, ad esempio, due importanti Paesi ortodossi come la Romania e la Bulgaria.

In un Angelus ha accennato alle �dolorose divisioni�.
Il discorso dei due polmoni lo ha in comune con un grande russo, Ivanov. � un tema tipicamente russo. Il Papa vi intuisce un fatto fondamentale: che l�unit� culturale e spirituale dell�Europa non � omogeneit�, ma pluralit� concorde. Religiosa, con le tre cristianit�: riformati, cattolici e ortodossi. Ma diversi sono anche gli itinerari culturali, le esperienza storiche. Ci� non porta alla divisione. Il Papa ha molto alto il senso della nazione, ma il suo non � un nazional-cattolicesimo. Piuttosto la nazione � una via a composizioni pi� complesse. All�Europa e a quella che lui chiama la famiglia dei popoli.

Vi � poi il richiamo alla giustizia e alla solidariet�. A non chiudersi.
Questo Papa ha spostato l�attenzione della Chiesa sul Sud del mondo in modo fortissimo. Per� nella sua geopolitica spirituale l�Europa ha un posto fondamentale. Crede che essa abbia come vocazione il non vivere per se stessa. � stata percorsa da imperialismi e colonialismi, ma nella sua storia non � mai stata ripiegata su se stessa. Oggi, invece, la tentazione � di pensarsi come una grande Svizzera, che chiude le frontiere, si appaga della sua ricchezza e non pensa al resto del mondo. Il Papa crede in una globalizzazione multipolare, di cui l�Europa � un polo. E qui si apre il problema dell�Africa. Noi europei, dopo la fine del colonialismo e la crisi della cooperazione, abbiamo messo in discussione la solidariet� con il Sud del mondo. Oggi l�Africa � in grande crisi. Vi sono molteplici presenze, penso ai cinesi, e l�Europa si ritira. Ma l�Africa, se si guarda Huntington, � fortemente connessa a essa. E il Papa sente questo. Anche la storia della missione cattolica, con i suoi martiri, ha creato un ponte con l�Africa.

Domenica ha invitato a non privilegiare solo la dimensione economica dell�Unione.
Certo, quello che ho detto non si gioca solo nei brevi mesi di una stagione politica, ma nelle lunghe stagioni culturali. Qui c�� il discorso sulle radici. Quando il Papa negli anni Ottanta cominci� a parlarne, il discorso, anche da noi, sembrava un po� passatista. Mentre in realt� si � visto che, malgrado la secolarizzazione e la globalizzazione, queste radici esistono. Siamo di fronte a una visione molto originale, maturata da almeno trent�anni.

Quindi il discorso non va ridotto alla sola menzione nella Carta europea.
Il Papa sa benissimo che in Europa ci sono una storia e un pensiero laici. Ma come si fa a negare duemila anni di storia. Il cristianesimo � l�unico tessuto che percorre tutti i Paesi europei. Con Benedetto Croce si pu� dire che gli europei non possono non dirsi cristiani pur nella differenza delle opzioni religiose o culturali. Il testo della convenzione � interessante, ma manca di pathos. Se pensiamo di creare i cittadini europei, dobbiamo anche creare sentimenti, passioni, punti di riferimento. Nel testo manca il riferimento alle radici. Anche alla Shoah e alla Guerra mondiale. Ma unione europea ha voluto dire pace e recupero delle radici cristiane. � un testo freddo, non infiamma le menti e i cuori. E questa � una grande debolezza.

Gianni Santamaria