Comunità di S.Egidio


 

06/09/2003

Summit sulla pace ad Aquisgrana della Comunit� di Sant�Egidio.
�Radici cristiane e Shoah sono l�anima dell�Europa�
Andrea Riccardi: la Costituzione non pu� dimenticare questi due punti fondamentali. �Dobbiamo far incontrare religioni e culture�.

 

A dispetto di tutto, Sant'Egidio rilancia. In un mondo in cui le fedi sembrano scavare fossati sanguinosi, la Comunit� di Trastevere, nello spirito dell'incontro di Assisi del 1986, ha chiamato ad Aquisgrana, da domenica, i leader di tutte le fedi per riproporre il dialogo.

�Tra guerra e pace: religioni e culture si incontrano�, � il titolo di tre giorni di dibattiti, conferenze e tavole rotonde su trenta temi, dall'Aids in Africa al futuro dell'Europa. Senza dimenticare Palestina, Costa d'Avorio e l'Asia. Ad Andrea Riccardi, Presidente di sant'Egidio, autore di un'opera fresca di stampa, �Dio non ha paura�, abbiamo chiesto se i cristiani non avvertano un senso di impotenza, di fronte agli avvenimenti mondiali.

�E' vero, noi cristiani, noi occidentali e noi europei siamo presi tutti da un senso di paura, un senso di impotenza. Impotenza perch� ci sentiamo irrilevanti di fronte a un mondo che non ci vede pi� al centro. Noi siamo stati al centro, noi europei e noi cristiani, noi abbiamo avuto la sensazioni di essere al centro. In realt� oggi ci scopriamo una ricca periferia del mondo. Vediamo che le nostre idee non contano, pensiamo ai discorsi del Papa durante la guerra...�.

E ancora di pi� forse prima della guerra.

�S�, forse anche pi� prima che durante, per cercare di evitarla; proviamo quindi un senso di impotenza, un senso di irrilevanza. Io credo che questa situazione di debolezza in realt� non sia nuova. Pensiamo ai nostri padri, nei confronti del nazismo, o ai cristiani, in particolare i cristiani ortodossi, nei confronti del comunismo sovietico. Altro che impotenza! Altro che paura! Per� io insisto su questo: che la debolezza si accompagna alla condizione dei cristiani. Si accompagna a quello che nel Vangelo viene chiamato

l'essere nel mondo. Eppure in questa debolezza si scopre una forza. Il �900 non � stato un secolo trionfante, il �900 � stato il secolo dei martiri, e proprio nel martirio i cristiani hanno scoperto insieme la loro grande debolezza, ma anche una forza, un forza pi� forte delle forze di questo mondo�.

Assistiamo a un proliferare di fondamentalismi di ogni tipo. A che serve il dialogo fra le religioni?

�L'anno scorso, al primo convegno dopo l'11 settembre, tutti dicevano: a che serve il dialogo? E' un rito? No, non � un rito perch� le religioni possono essere l'acqua che spegne il fuoco della guerra, ma le religioni possono essere anche la benzina che incendia il fuoco della guerra. Lo vediamo in Medio Oriente: lo vediamo nei Balcani. Le religioni hanno bisogno di incontrarsi, per dissociarsi dalla guerra, per conoscersi meglio. Nel mondo contemporaneo gli uomini di tutte le religioni vivono insieme, non esiste l'equazione "una terra una religione"; la convivenza, la coabitazione sono diventate una condizione normale. I nostri incontri si ripetono nel quotidiano, nei quartieri di Roma, di New York, nei quartieri africani, nei quartieri tedeschi. C'� un dialogo della strada, e un dialogo dei leader religiosi. Bisogna trovare la spiritualit� della convivenza�.

Perch� Aquisgrana?

�E' la citt� di Carlo Magno, citt� europea al confluire di Germania, Francia, Belgio e Olanda�.

Di un'Europa che non vuole Dio nella sua costituzione�

�Faccio due critiche alla Costituzione Europea, da europeo e non da cristiano. Manca di pathos, mancano idee forti. Il richiamo alla fondazione spirituale cristiana dell'Europa, questo manca. E poi non c'� un richiamo alla Shoah. Ma la Shoah � stato il punto di svolta dell'Europa, il cuore della Seconda Guerra Mondiale, quando tedeschi e francesi hanno capito che non potevano continuare a distruggersi. Penso che su queste grandi mancanze rifletteremo ad Aachen e soprattutto sulla fondazione spirituale e cristiana dell'Europa. Queste mancanze mi hanno fatto male, perch� la nostra esigenza non � un'esigenza confessionale, ma un esigenza da europei. Noi europei abbiamo paura; ma l'Europa non pu� vivere solo per se stessa. Nel bene e nel male, e anche in molto male, in molto colonialismo e imperialismo, l'Europa ha vissuto per gli altri, per il resto del mondo, per scoprirlo, convertirlo, cambiarlo. Oggi troviamo un'Europa introversa e spaventata, chiusa nelle sue frontiere, che teme di essere assediata. Ma questa non � l'Europa, questa � una Svizzerona�!

Marco Tosatti