Comunità di S.Egidio


 

07/09/2003


Papa: 11 settembre sembrano crollate anche speranze di pace. Pace e radici Europa in messaggio a meeting Sant'Egidio

 

AACHEN (GERMANIA), 7 SET - Nell'attentato dell'11 settembre ''assieme alle Torri, sembrano essere crollate anche molte speranze di pace''. Lo afferma Giovanni Paolo II in un messaggio inviato all'Incontro internazionale per la pace 'Tra guerra e pace: religioni e culture si incontrano', organizzato dalla Comunita' di Sant'Egidio ad Aachen, in Germania. Il messaggio, del quale ha dato notizia la stessa Comunita' di Sant'Egidio, e' stato affidato dal Papa al delegato pontificio card. Etchegaray. Nel messaggio il Papa definisce l'incontro di Aachen ''un'ulteriore tappa'' del cammino nato per sua iniziativa nel 1986 con la Giornata di Assisi. Quella iniziativa, sostiene Giovanni Paolo II rappresentava la ''forma concreta e visibile'' della ''visione che aveva il beato Giovanni XXIII'' quando scrisse l'enciclica 'Pacem in terris'. ''Quell'anelito - prosegue il messaggio - non e' stato raccolto con la necessaria prontezza e sollecitudine'' e ''troppo poco si e' investito in questi anni per difendere la pace e sostenere il sogno di un mondo libero dalle guerre''. In questo quadro, il Papa ricorda che ''fra pochi giorni ricorderemo il tragico attentato alle Torri gemelle di New York. Purtroppo, assieme alle Torri, sembrano essere crollate anche molte speranze di pace''. Il Papa si domanda quando potranno terminare i conflitti, quando il mondo potra' essere pacificato, quando diminuiranno disparita' e ingiustizie, e quale sia il ruolo dei credenti in questo scenario. Ed aggiunge che gli Incontri internazionali di preghiera per la pace organizzati dalla Comunita' di Sant'Egidio sono gia' una risposta concreta perche' ''ogni anno gente di religione diversa si incontra, si conosce, stempera le tensioni, apprende a vivere insieme e ad avere una comune responsabilita' verso la pace''. Nel messaggio Giovanni Paolo II torna a richiamare il tema delle radici cristiane dell'Europa, che nella citta' che fu la capitale di Carlomagno appaiono particolarmente evocative, riaffermando che tali radici non sono ''una memoria di esclusivismo religioso, ma un fondamento di liberta' perche' rendono l'Europa un crogiuolo di culture e di esperienze differenti''. Per il Papa nel processo di Unione l'Europa ''sara' tanto piu' forte per il presente e per il futuro del mondo quanto piu' si dissetera' alle fonti delle sue tradizioni religiose e culturali''. Giovanni Paolo II conclude il suo messaggio con un richiamo ad una ''unit� che non e' uniformit�'', ma dialogo e incontro. Afferma che e' questo il segreto dell'incontro di Aachen: ''Tutti vedendovi, possono dire che su questa strada la pace tra i popoli non e' un'utopia remota''. Il Papa rivolge un triplice invito conclusivo. Ai cristiani chiede di ''continuare con determinazione il dialogo per superare lo scandalo della divisione'', definito ''non piu' sopportabile''. Ai rappresentanti delle grandi religioni mondiali chiede di intensificare il dialogo di pace per riconoscere che ''le differenze non ci spingono allo scontro ma al rispetto, alla leale collaborazione e all'edificazione della pace''. Ai laici, infine, il Papa si rivolge sentendo ''di dover continuare nel dialogo e nell'amore come uniche vie per rispettare i diritti di ciascuno e affrontare le grandi sfide del nuovo millennio''. All'incontro e' presente anche una delegazione del Patriarcato ortodosso di Mosca guidata dal metropolita Kyrill di Smolensk e Kaliningrad. Kirill, intervenendo al meeting, ha criticato la pretesa di imporre lo standard liberale come modello di organizzazione statale e sociale a livello planetario. ''Condannare o punire con la forza ogni deviazione da questo modello e' un fatto molto doloroso per una gran massa di persone che vivono al di fuori dell'Europa Occidentale e del Nord America''. Per Kyrill, il pensiero liberale non deve rinnegare il suo stesso fondamento, e deve riconoscere la legittimit� e l'ammissibilit� di opinioni diverse da se', e i rappresentanti dei valori tradizionali non devono escludere la possibilita' di dialogo con il modo liberale di vedere la societ� e la persona. ''Oggi sono poche le voci che parlano della necessit� di un dialogo serio e privo di pregiudizi tra l'umanesimo liberale e le tradizioni religiose''. Dal canto suo, il presidente tedesco Johannes Rau in un suo messaggio all'Incontro si dice ''fermamente convinto che riusciremo a battere tutte le menzogne che considerano inevitabile uno scontro delle culture''. Secondo Rau e' sbagliato sia credere che ''tolleranza e rispetto significhino non solo rispettare altre credenze e convinzioni, ma considerarle giuste come le proprie'', sia l'atteggiamento di chi crede ''che l'altro con le sue convinzioni religiose non debba esistere''.