Comunità di S.Egidio


 

09/09/2003


Il Cardinale Etchegaray: �L�Europa aiuti l�economia palestinese�

 

Aachen (Germania). La citt� scelta da Carlo Magno per essere il cuore del Sacro romano impero, con la sua cattedrale e i suoi palazzi medievali, ospita l�incontro internazionale sulla pace organizzato dalla Comunit� di Sant�Egidio. Proprio tra guerra e pace, le religioni e le culture s�incontrano. Secondo il modo al quale ci ha abituati questo movimento, che fa del vangelo della carit� l�esperienza concreta di vivere la vita e impegnarsi per un mondo che riconosca veri valori.

Tra gli ospiti del meeting, il cardinale Roger Etchegaray, porporato vaticano di grande esperienza, uomo capace di �missioni impossibili�, grande mediatore della speranza proprio dove la normale diplomazia si arrende.

Eminenza, in questo momento sembra che in Medio Oriente tutto sia perduto. Proprio per questo, potrebbe esserci spazio per una delle sue �missioni�?

�In Medio Oriente si vive il dramma di una situazione che deve trovare ancora dimensioni di giustizia. Ma non possiamo arrenderci, non possiamo immaginare che i luoghi della cristianit� non accolgano finalmente una storia di pace e di sviluppo umano. La strada � lunga. Ma ha solo un tracciato: quello del dialogo, della conoscenza reciproca. Soprattutto, della stima reciproca tra israeliani e palestinesi. Non ci sono scappatoie rispetto a questo itinerario che deve vedere gli uomini di buona volont�, da una parte e dall�altra, assolutamente protagonisti�.

Tutte e due le parti invocano la pace, ma sembra che non facciano nulla per difenderla...

�Purtroppo la violenza dialoga con la violenza, chiama violenza. Ma ci sono tante persone, israeliani e palestinesi, che sono stanche del terrore e della guerra. E ci sono anche esperienze in atto di incredibile valore per la pace. Esperienze come l�asilo di Betlemme, dove convivono bimbi cristiani, ebrei e musulmani. O come il Prophet Elias College, a Gerusalemme,

dove studiano israeliani e palestinesi. Ecco i segni concreti della speranza e la prova che il dialogo e la conoscenza reciproca � la strada che vince la guerra�.

Che cosa si dovrebbe fare per sostenere questa speranza?

�Un ruolo fondamentale spetta all�Unione Europea. E� necessario che svolga un ruolo di mediazione attiva, dal punto di vista politico. Ma credo che non basti. Occorre investire nella pace, offrire risorse per uno sviluppo economico che sia capace di sostenere l�economia palestinese, ormai ridotta a poco, e che la rilanci. Gli Stati europei hanno dato soldi all�Autorit� nazionale palestinese. Adesso � il momento di offrire risorse per il popolo palestinese. Occorre dare speranza a chi � povero e vuole acquistare dignit�. Ecco, il problema � di rispettare le dignit� di tutti, partendo da chi � pi� povero�.

Una proposta concreta?

�Rilanciare il turismo religioso. Mi pare che sia un�idea condivisa dagli israeliani e che dovrebbe trovare d�accordo i palestinesi�.

E il rischio attentati?

�Di fronte a un�attivit� diplomatica pi� attiva e pressante da parte di tutti, Ue in testa, di fronte ad aiuti economici concreti a sostegno delle realt� di sviluppo, anche la ripresa del turismo segnerebbe una sfida al terrorismo. La via della speranza passa anche da qui�.

In questi giorni si � parlato a lungo anche di un�altra speranza: quella del Papa di poter mettere piede sul suolo russo. In questo senso, c�� una possibilit� di dialogo con il patriarca di Mosca, Alessio II?

�Ci sono segnali importanti di voglia di confronto. Il metropolita di Mosca, Kyrill, non si � tirato indietro di fronte al desiderio della Comunit� di Sant�Egidio di incontrarlo. E i rapporti con lui sono cordiali e aperti. Altri contatti con la chiesa ortodossa vedono partecipi anche diversi cardinali europei. Se si riuscir� a superare alcuni formalismi e si cercher� di stringere il rapporto sulle tante cose che ci uniscono, allora sar� possibile l�abbraccio tra Giovanni Paolo II e Alessio II�.

Una delle cose che vi uniscono?

�L�identit� cristiana dell�Europa, che � stata ribadita in modo netto dallo stesso Kyrill. E� la prima volta che la chiesa ortodossa si esprime in questo senso e l�ha fatto in piena sintonia con la posizione del Papa. E questo non � un formalismo, ma un richiamo di grande valore sostanziale�.

Paolo Cavallo