Comunità di S.Egidio


 

10/09/2003


Costa d'Avorio: religioni, risorsa per ripartire
Confronto a pi� voci ad Aquisgrana sul ruolo dei credenti di varie fedi per riconciliare un Paese profondamente diviso dalla recente guerra civile

 

Le religioni come fattore di pace e di risanamento delle ferite nei e tra i popoli. Un ruolo concreto. E ad Aquisgrana lo si � toccato con mano riguardo alla vicenda ivoriana, emblematica di quella africana. Una situazione quella del continente, che interpella la coscienza dell'Europa. Lo scenario della nazione, insanguinata di recente da durissimi scontri tra fazioni rivali, � stato illuminato dalle testimonianze di uomini di fede di diversa provenienza.

Sono state le loro voci ad esprimere non solo una consapevolezza profonda delle cose, ma anche una prospettiva. Nella Costa d'Avorio, che ha rischiato di essere inghiottita dalla guerra civile, la Chiesa cattolica si � impegnata come custode della pace. �Abbiamo intrapreso la gestione dei campi dei rifugiati, elaborando insieme agli altri vescovi due dichiarazioni per accompagnare le parti verso il processo di riconciliazione�, ha detto il vescovo Paul Simeon Ahouanan Djro.

Un ruolo importante ha svolto nel raffreddamento della crisi il Forum delle confessioni religiose, presieduto da Jacob Ediemou Blin: preghiere per la pace promosse nelle moschee, con la partecipazione dei cristiani, hanno aiutato a evitare un'etnicizzazione della crisi o una sua trasformazione in guerra di religione. �La pace non equivale ad assenza di guerra - ha sottolineato Honor� Gui�, presidente del Collectifs de la Societ� civil -. Dobbiamo preparare il dopoguerra ma non possiamo farlo da soli: abbiamo bisogno della comunit� internazionale�.

Il segretario generale del Consiglio islamico nazionale El Hadi Siaka Kamara ha posto l'accento sulla collaborazione tra cristiani e musulmani: �Siamo stati tacciati di non poter fare politica, ma come religiosi ci siamo uniti nella ricerca della pace, con i cristiani�. Samuel Ouadjo Tanon, della Chiesa avventista del Settimo giorno, ha spiegato che la tragedia della guerra � quella di utilizzare il meglio dell'uomo per realizzare il peggio. Meglio �scegliere il metodo Sant'Egidio: parlarsi, capirsi, incontrarsi�.

�C'� bisogno di lavorare insieme per la pace - ha concluso Nztole' Kazadi, dell'Organizzazione internazionale della Francofonia -. Le religioni devono creare luoghi di riconciliazione�.

Michele Brancale