Per i 25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II ha appena scritto Governo carismatico (uscito per le edizioni Mondadori), un denso volume in cui esplora la poliedrica personalit� di papa Wojtyla. Andrea Riccardi, fondatore della Comunit� di Sant�Egidio e storico del cristianesimo, conosce bene il Pontefice (per studio e frequenti incontri personali).
Professor Riccardi, dire "governo carismatico" non � contraddittorio? Il carisma spesso mette in crisi i governi, le istituzioni... �Quando, nel 1978, fu eletto Giovanni Paolo II, il governo della Chiesa attraversava una certa crisi. Ci si chiedeva, da un lato, se il Concilio potesse essere recepito attraverso il governo ecclesiastico e, dall�altro, se questo stesso governo fosse in grado di affrontare i problemi della Chiesa. Non dimentichiamo che, all�epoca, c�era anche una crisi di identit� delle religioni davanti alla modernit�. Arriva Wojtyla che dice: "Non abbiate paura", e dice "io" anzich� "noi". C�� in questo un�affermazione robusta dell�identit�, accompagnata da una straordinaria esperienza storica: la memoria della guerra mondiale, i rapporti con l�ebraismo e con il comunismo�.
Il carisma di papa Wojtyla come ha influito sull�istituzione ecclesiastica? �Giovanni Paolo II ha messo la Chiesa al primo posto, non l�istituzione ecclesiastica. Il suo principale obiettivo � stato sempre quello della vitalit� della Chiesa, di una sua presenza al servizio del mondo. Non ha inteso riformare le istituzioni ecclesiastiche: ha accettato quelle di Paolo VI�.
Presenza della Chiesa nel mondo vuol dire anche influenza politica. Giovanni Paolo II � un Papa politico? �No, perch� non si interessa di politica e non affronta i problemi in maniera politica. Nello stesso tempo, ha molto presenti le culture, le religioni, le politiche: cio� le condizioni concrete nelle quali vive il cristianesimo. Si pu� parlare, per questo Pontefice, di una geopolitica dello spirito�.
Giovanni Paolo II ha contribuito a sconfiggere il comunismo in Polonia e negli altri Paesi del blocco sovietico. Pu� essere soddisfatto della situazione che si � verificata in seguito nelle societ� postcomuniste? �Credo che per il Papa non esista il sistema giusto. � chiaro che non condivide al cento per cento il sistema capitalistico occidentale. Nelle sue conversazioni con Gorbaciov avvert�: "Non vi dovete appiattire sul sistema occidentale". L�idea di Giovanni Paolo II � che in queste societ�, caduto il comunismo, le Chiese devono riprendere la lotta per resistere, annunciare e cambiare. Ricordo che il Papa una volta disse: "Io ho gli anticorpi contro il comunismo, ma quando guardo al capitalismo resto scioccato dai suoi aspetti disumani". La lotta contro il comunismo era difficilissima; quella contro gli aspetti disumani del capitalismo attuale sembra davvero quasi impossibile�.
� anche per questo che gli appelli del Pontefice in favore del Terzo Mondo cadono nel vuoto? �Mi sembra che Giovanni Paolo II sia rimasto il solo difensore dei Paesi pi� poveri, sempre pi� isolato in un mondo che sta voltando le spalle al Sud, soprattutto all�Africa, accettata come un�anomalia del sistema. Non soltanto i governi, anche le opinioni pubbliche sono distratte su questo. Diversamente, sui temi della guerra e della pace, il Papa ha trovato grande appoggio nell�opinione pubblica e molto meno nei governi�.
Nei suoi insegnamenti sulla pace, il Papa ha ribadito la dottrina cattolica o � stato innovativo? �Si � collocato nel grande solco della tradizione, bene espressa dai Papi del Novecento, ma ha spinto il suo discorso pi� avanti per due ragioni. Anzitutto perch� oggi sono cresciute le capacit� distruttive delle guerre. E poi perch� in questo Papa, per esperienza personale e tradizione cattolica, pulsa una diffidenza profonda nei confronti della guerra e della violenza. Di qui la sua idea della transizione pacifica da regimi oppressivi a regimi democratici, come � avvenuto all�Est, tranne che in Romania�.
Finita la guerra fredda, secondo alcuni studiosi si profilerebbe ora lo scontro fra civilt�. Il Papa come affronta questa minaccia? �La tesi dello scontro fra civilt�, che potrebbe fare da paravento a interessi di persone o di gruppi, non � molto popolare nei Palazzi apostolici. La Chiesa cattolica � molto attenta � pensiamo agli Incontri di Assisi � a evitare lo scontro tra cristianesimo e islam. Il Papa non si stanca di ribadire il valore del dialogo, anche se credo che non si illuda sui tempi lunghi che esso richiede. Nel dialogo non ci sono risultati immediati, spettacolari. Ma esso � necessario in un mondo che il Papa pensa multipolare, non monopolare�.
Giovanni Paolo II � andato in quasi tutti i Paesi del mondo, ma non gli � riuscito, finora, di andare a Mosca. Quali spiegazioni si possono dare? �I rapporti tra Roma e Mosca sono diventati pi� difficili dopo il 1989, dopo la fine del comunismo. Pu� apparire strano, ma le ragioni sono varie: la ripresa della libert� religiosa in Russia ha consentito la presenza cattolica, molto dinamica: anche troppo, per le gerarchie ortodosse; d�altra parte, � anche in ripresa il tradizionale sentimento antioccidentale del cristianesimo ortodosso russo. Per� non va drammatizzata questa difficolt� nei rapporti tra Roma e Mosca. In un bilancio dell�ecumenismo, oggi i cristiani si pensano pi� insieme, rispetto a cinquant�anni fa. Non siamo pi� ai tempi delle scomuniche: al massimo, siamo alle liti in famiglia�.
Anche la Cina finora � stata preclusa al Papa. Pechino ha paura di questo Pontefice? �Pu� essere che il Papa di Solidarnosc susciti qualche preoccupazione nel grande Paese comunista. Credo per� che le autorit� cinesi pensino che la Chiesa cattolica, il Vaticano, siano realt� trascurabili. Collocherei questo aspetto nel problema complessivo del cristianesimo in Asia. Anche in India e in Indonesia il cristianesimo continua a essere una piccola minoranza, talvolta perseguitata�.
Perch� i governi di questi Paesi, o partiti politici molto forti, hanno sospetto o timore nei confronti della minoranza cristiana? �Rispondo con un episodio. Una volta Giancarlo Pajetta and� a visitare Mao. Era latore di un messaggio: si chiedeva che Mao lasciasse che i vescovi cinesi andassero al Concilio. Il leader cinese disse tutto il suo stupore per l�interesse d�un comunista alle questioni religiose. E aggiunse: "Ciascuno deve avere gli d�i del proprio cielo". Dice molto sulla mentalit� asiatica�.
Renzo Giacomelli
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