Comunità di S.Egidio


 

30/10/2003


Profughi e non clandestini

 

E� difficile da accettare l'idea che il Canale di Sicilia si stia trasformando in una grande tomba. Occorre pensare e fare, oltre la commozione. La proposta del voto alle amministrative, lanciata da Fini, � senz'altro positiva: senza le limitazioni della soglia di reddito. E chi vota deve poter essere anche votato. Chi esiste, contribuisce, deve avere voce in capitolo su chi amministra il territorio dove vive. Ma che fare con i pescherecci della speranza?

1. Dalla Tunisia e dalla Libia partono molte barche scassate: alcune vengono inghiottite dal Mediterraneo senza che nemmeno lo sappiamo. L'Africa � disperata, in Africa non si investe pi� niente. Gli accordi bilaterali funzionano a singhiozzo. Forse gli incentivi sono scarsi, visto che se non partono per l'Italia i profughi ingrossano i problemi dei nostri dirimpettai. Occorre coinvolgere i paesi di partenza e non solo quelli dell'ultimo viaggio. Leggi pi� severe, infatti, non fermano i flussi migratori: allungano soltanto percorsi, durata e rischi, aumentano le vittime lungo la strada e alzano i costi, paesi intermedi, di sosta temporanea. L'Italia stessa, nelle intenzioni di molti, � un paese di transito: iracheni e afghani, se possono, vanno verso il Regno Unito, dove c'� una rete di sostegno pi� efficiente per loro.

2. E' necessaria una politica vera, incisiva, di cooperazione, che da tempo non esiste pi�. Italiana ed europea. L'Italia stanzia solo un terzo di quanto l'Europa si � data come obiettivo per la cooperazione internazionale e, in realt�, queste risorse finanziano le missioni in Iraq e Afghanistan. O si aiuta a costruire una speranza vera nell'Africa sub-sahariana, o non ci sono filtri che tengono.

3. I potenziali migranti sono pi� di quelli che arrivano ancora con il contagocce, anche se l'esito oggi � pi� tragico. Sono diminuiti i richiedenti asilo. Le persone che sbarcano sulle coste italiane sono in gran parte profughi : palestinesi, iracheni, somali, e cos� via. Vengono da paesi in guerra, oggi o ieri. Sull'immigrazione si scaricano tanti dei problemi non risolti del mondo: il fallimento in Somalia, l'abbandono dell'Africa, la meno che mai risolta crisi in Medio Oriente, la crisi degli accordi commerciali a Cancun. Il riscontro � puntuale. Chi arriva � l'avanguardia di una disperazione e di una speranza, � chi paga e rischia di pi� per arrivare prima. Cinquemila dollari sono una cifra immensa, e chi accetta il rischio di perderla, assieme alla vita, non si ferma solo per leggi pi� dure. I rubinetti di ingresso chiusi ingrossano solo le tasche dei trafficanti di esseri umani. Occorre una politica europea intelligente, che renda permeabili in maniera equilibrata le frontiere e che lavori alla regolarizzazione di chi � gi� in Europa, riducendo illegalit� e marginalit�.

4. Occorre anche uno sforzo per aiutare l'opinione pubblica. E' necessario smettere di usare la parola "clandestini", perch� si tratta di profughi, spesso di rifugiati, comunque di immigrati necessariamente irregolari , loro malgrado, finch� i rubinetti sono chiusi. Altrimenti crescono l'allarme sociale e la diffidenza. Quasi tutti gli immigrati che lavorano regolarmente in Italia sono stati "clandestini" poi regolarizzati: ingressi bloccati aiutano i datori di lavoro che evadono le tasse e non aumentano la sicurezza degli italiani.

5. E' stato detto: lavoriamo anche a semplificare i modi per diventare cittadini italiani . Senz'altro s�. Chi nasce in Italia, se figlio di immigrati, finora, � rimasto un immigrato, anche se parla fiorentino o romanesco. C'� da scegliere tra il modello "assimilazionista" e quello dell��integrazione differenziata�. Si deve comunque semplificare il processo per diventare nuovi "cittadini". Si potrebbe anche istituire la cittadinanza europea , lasciando per un arco di tempo la possibilit� di conservare la doppia cittadinanza.

6. Infine, per chi arriva senza niente e che domani sar� un nuovo cittadino, va garantita la soglia minima dei servizi che aiutano a vivere e non solo a sopravvivere e a conservare la dignit� umana: le cure, la scuola, la casa, legalmente. Si pu�, cio�, creare una cittadinanza sociale assieme a un permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari: chi sta su un territorio deve avere accesso ai servizi minimi, chi � in stato di schiavit� e ha bisogno di aiuto per uscirne (quante prostitute dall'Est e dall'Africa?) deve poter essere aiutato invece di essere rispedito a casa con il rischio, magari, di incappare nella sharia .

Mario Marazziti