Dispersi, precari, esposti. Le stime della comunit� di Sant�Egidio, che arrivano assieme al cordoglio per i quattro operai rumeni morti l�altra notte in via dell�Arco di Travertino, parlano di �duemila persone che non riescono a trovare alloggio, e che sono costrette a arrangiarsi nei modi pi� diversi�. La citt� li respinge, e dal centro, nel tempo, hanno cercato rifugio nelle periferie. In zone pi� pericolose, meno abituate alla loro presenza, pi� ostili. Lungo i binari ferroviari, sul greto del Tevere, arrampicati sulle arcate delle mura romane. �Con la celebrazione del Giubileo queste persone sono quasi scomparse dalle zone centrali della citt� - spiega Francesca Zuccari, della comunit� di Sant�Egidio - ora invece ci sono nuclei dispersi, nascosti per la citt�.
I gruppi maggiori si trovano vicino ai luoghi dove c�� qualche possibilit� di lavorare. A Roma nord, lungo la via Flaminia, fino a Grottarossa e Saxa Rubra: abitano ex fabbriche, riadattano capanni. Si costruiscono baracche con stufe improvvisate. �Ponte Milvio � un altro punto di riferimento. L� la mattina passa gente che offre lavoro di bracciantato�, continua la Zuccari. Ce ne sono anche in via dell'Arco di Travertino, altro luogo di raduno mattutino, dove qualcuno svolta la giornata come muratore, operaio. Altri, si adattano a vivere lungo gli argini del Tevere. Sotto il Ponte dell�Industria ce ne sono molti.
Vicino alla stazione di Trastevere. Vicino alla stazione Tiburtina, lungo la Palmiro Togliatti. �Alcuni di loro cercano un posto vicino alla ferrovia. Camminano lungo i binari con serio rischio di incidenti� dice ancora Francesca Zuccari, che in venti anni di lavoro alla Comunit� di Sant�Egidio ha visto cambiare l�assetto dell�immigrazione in citt�.
�Fino a qualche anno fa erano meno e soprattutto erano concentrati. Alla stazione Termini a Colle Oppio, nel centro della citt�. Li raggiungevamo pi� facilmente. Ora di quei duemila ne raggiungiamo milleseicento, millesettecento, con fatica�. Dispersi lungo la Casilina, la Tuscolana o la Salaria. �Si tratta di piccoli gruppi, difficili da raggiungere - insiste la Zuccari.- Per questo abbiamo chiesto al Comune di creare altri spazi per fronteggiare questa emergenza. E il freddo che arriva�.
Qualche sopravvissuto nel centro della citt�, c��. La mattina fra via Marsala e Porta San Lorenzo si notano dei materassi ripiegati e dei cartoni allineati con qualche coperta lungo i marciapiede. Sono i �privilegiati�. Rimasti aggrappati al nucleo storico della citt�.
Qualche barista gli regala un caff�, qualche volontario li raggiunge la sera con del cibo, dall�ostello della Caritas arrivano bottiglie di acqua calda per lavarsi. Alla sera sono pi� di cinquanta, uomini e donne. Almeno qui, non vederli � impossibile. � questa, forse, � gi� una sicurezza per loro.
Ilaria Sacchettoni
|