Non vi lasceremo soli! Mi era piaciuta la proposta di Gad Lerner al direttore di questo giornale: venite, siamo soli. E ho condiviso la risposta: senza scomodare macchine organizzative, verremo nelle sinagoghe, questo Sabato (e magari anche altri Sabati), per solidarizzare con gli ebrei costretti oggi pi� che mai a pregare tra la paura. Indotto tragico delle stragi compiute a Istanbul.
Niente infatti c'� di pi� triste che assoggettarsi, per andare a pregare, allo sguardo necessariamente severo dei poliziotti armati. Mi hanno sempre colpito, ad esempio, i soldati di fronte alla chiese in Egitto. Come ricordo con raccapriccio ebrei e musulmani ad Hebron, presso la tomba di Abramo, separati e controllati dagli armati. Com'� triste constatare la ricorrente minaccia che pende sugli ebrei di tutto il mondo. E triste � vedere, a Roma, genitori accompagnare i loro figli alla scuola ebraica tra polizia e carabinieri. Per questo ormai "non bastano" le forze dell'ordine. Bisogna che la cittadinanza non lasci soli i potenziali bersagli del terrorismo. Lerner evoca giustamente la situazione di rischio in cui altrove si trovano anche i cristiani, oppure i musulmani. Ma da noi sono gli ebrei il possibile bersaglio. A Roma, nel 1982, furono loro ad essere colpiti all'uscita dalla preghiera (in quel periodo si trov� anche una bara di fronte alla sinagoga).
Quando certe dichiarazioni si susseguono, deprecare non � sufficiente. Occorre avvicinarsi, incontrarsi. C'� bisogno di esprimere amicizia vera e visibile. Ne sono convinto da vari anni, almeno dai fatti del 1982. E non a caso, da allora, la Comunit� ebraica romana e quella di Sant'Egidio, ogni anno, organizzano una marcia da Trastevere (luogo di deportazione degli ebrei romani nel 1943) all'antico quartiere ebraico. E ancora non a caso uno degli slogan pi� ricorrenti �: "mai pi� soli!".
Il regime di terrore che Benladen e soci vogliono imporci rischia di avere comunque delle penose conseguenze di distanza, paura, isolamento. Una volta a Damasco, in Siria, chiesi di visitare quella comunit� ebraica, e mi si rispose: "Brava gente, per carit�, ma non � prudente farsi vedere con loro". Ecco, questa situazione va scongiurata. Ed � per questo che ho apprezzato il "venite con noi" di Lerner, e Sabato ci sar� anch'io in sinagoga. E credo che, oltre a Dino Boffo, ci saranno molti altri. Non solo questo Sabato, ma ogni qualvolta si potr�. Non per farsi vedere, ma per imparare ad essere reciprocamente vicini.
Andrea Riccardi
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