Comunità di S.Egidio


 

26/11/2003


Religione: Mons.Alfeev, poco noto ruolo ortodossia in Europa
Card.Pompedda per autocritica cattolica

 

''In Europa non e' sufficientemente riconosciuto il ruolo dell'ortodossia e si pensa esclusivamente a una tradizione cattolica e protestante, mentre negli ultimi tempi c'e' una grande attenzione all'Islam''. Lo ha rilevato mons. Ilarion Alfeev, rappresentante del patriarcato di Mosca presso l'Unione Europea. L'esponente ortodosso e' intervenuto nella sede della comunita' di Sant'Egidio alla presentazione del libro di Andrea Pacini ''L'ortodossia nella nuova Europa'', realizzato per il centro di studi religiosi Edoardo Agnelli. Hanno partecipato alla presentazione il prefetto della segnatura apostolica, cardinale Francesco Pompedda e gli storici Andrea Riccardi e Silvia Ronchey. Mons. Alfeev ha rilevato come ''invece l'ortodossia sia stata nel passato e continui ad essere oggi una componente essenziale dell'Europa'' sia per numero di fedeli che per influenza culturale. Il vescovo ha anche spiegato che in occidente si ha comprensione errata dell'organizzazione della Chiesa ortodossa, ritenendo che ''il patriarca di Costantinopoli sia come il papa di Roma, una specie di papa orientale''. Quello del patriarca di Costantinopoli, ha rimarcato, e' un invece primato soltanto d'onore. Questa assenza ''di centralismo - ha commentato mons. Alfeev - ha anche aspetti negativi: per esempio non ci si puo' appellare ad una autorita' in caso di conflitto''. A suo avviso inoltre ''l' ingerenza delle autorita' civili negli affari di una Chiesa, in qualche caso puo' anche risultare benefica''. A questo proposito ha citato il caso di un intervento del presidente Putin presso gli ortodossi negli Usa che ha aiutato a fare valere l' opinione del patriarca russo fino a quel momento non presa in considerazione. Il vescovo ha affermato che la Chiesa ortodossa vuole essere ''parte attiva nel processo di costruzione europea, anche per impedire il monopolio della ideologia liberale occidentale''. Dal canto suo, il cardinale Pompedda ha auspicato, per un approfondimento del dialogo ecumenico, una maggiore consapevolezza da parte dei cattolici dei propri errori. ''E'giunto il tempo nel quale - ha detto Pompedda - bisogna fare non solo atti di pentimento per il passato, ma un serio esame di coscienza e chiederci cosa abbiamo fatto come persone e come Chiesa, che ha ostacolato il movimento ecumenico''. ''Il futuro della nuova Europa - ha aggiunto il porporato - sta in modo particolare nelle mani delle varie confessioni religiose, e il futuro religioso dell'Europa significa semplicemente il futuro stesso dell'Europa''. L'esponente vaticano ha anche specificato che per migliorare il dialogo e per una reciproca apertura sarebbe necessaria anche ''la conoscenza della vita organizzativa e giuridica dell'altro, perche' spesso abbiamo dei problemi che l'altro non e' in grado di conoscere e comprendere''. (ANSA). CHR/LP 26-NOV-03