Comunità di S.Egidio


 

01/12/2003


Da Roma un appello dei Nobel: �No alla pena di morte, no alla guerra preventiva�

 

�Quando avevo 18 anni ho visto uccidere mio padre da tre membri del Ku Kux Klan, ho visto il suo corpo legato ad un furgone e trascinato per tutto il paese. Quando assisti ad una scena simile � difficile perdonare, pensi solo alla vendetta. Poi aiutato dalla fede ho rinunciato a questa idea, ho voluto incontrare i carnefici di mio padre, cercando una via di riconciliazione: perch� la morte non � mai una soluzione�. Commuove e si commuove Ross Bird, un americano dalla pelle scura e dagli occhi acquosi, nel raccontare la sua storia davanti alla platea che lo abbraccia in un caloroso e lungo applauso.

Roma, Campidoglio. Si chiude con la sessione dedicata al �mondo contro la pena di morte� il quarto summit mondiale dei Premi Nobel per la pace voluto dalla Comunit� di Sant'Egidio e dal sindaco Walter Veltroni e che per quattro giorni ha visto riuniti nella capitale l�ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov, l�ex capo di Solidarnosc, Lech Walesa, il Dalai Lama, Shimon Peres, Betty Williamas e molte altre personalit� insignite del prestigioso riconoscimento. Un �no� categorico alle esecuzioni ribadito dai 10 Nobel in una dichiarazione a margine del summit e nel documento finale, in cui alla netta condanna della �guerra preventiva� inaugurata da Bush si aggiunge la richiesta di abolire una �pratica crudele� in uso in oltre 80 Paesi. �La vita pu� essere difesa solo con la vita, mai con la morte�, -si legge nel testo i cui primi firmatari sono stati Gorbaciov e il Dalai Lama. �La pena di morte umilia tanto i condannati quanto gli Stati che la eseguono. Il mondo deve rigettarla e cercare migliori strumenti di giustizia e di difesa della vita�. L�appello dei Nobel contro la forca coincide con la �Giornata mondiale delle citt� per la vita-Citt� contro la pena di morte�, l�iniziativa promossa dalla Comunit� di Sant�Egidio che ieri ha visto il monumento-simbolo di oltre 100 citt� del mondo -a Roma il Colosseo- illuminarsi contro le esecuzioni.

�Lottare contro la pena di morte, significa lottare per la democrazia�, dichiara il segretario di Nessuno tocchi Caino, Sergio D�Elia, che torna ad insistere sulla necessit� di una moratoria internazionale -una causa per cui NtC si batte da tempo- �indispensabile per dare voce e speranza ai dimenticati, agli innominati, agli infami della pena di morte, detenuti nelle carceri cinesi, iraniane, saudite, cubane e di altri paesi illiberali, dove le organizzazioni abolizioniste non riescono ad accedere�. D�Elia ricorda che ogni anno sono oltre 4mila le persone giustiziate, di cui, nel 2002, 3.138 solo in Cina. Ma lo scandalo non sta nel macabro record cinese -dice ancora D�Elia- quanto nel fatto che �l�Europa abolizionista si rifiuta di portare in sede Onu una proposta di moratoria per la pena capitale�. L�affondo � contro il governo italiano che, nel corso del suo semestre europeo aveva definito �prioritaria� la moratoria per la pena di morte, salvo poi rinunciarci all�ultimo minuto nascondendosi �dietro a un presunto veto europeo�. La verit�, sottolinea D�Elia, � che �ci troviamo di fronte alla mancanza di volont� politica�, di �un�Europa che afferma a parole i diritti umani e li nega nei fatti�. A favore di una moratoria si � espressa anche la Comunit� di Sant�Egidio. Voce fuori dal coro Amnesty International, contraria a una risoluzione in Assemblea Onu, perch� -affermano- si rischierebbe di perdere.

Le ultime tragiche notizie provenienti dall�Iraq non potevano non costituire un punto di partenza per ribadire con forza un perentorio �no� alla guerra preventiva e un rilancio dell�Onu. �Abbiamo la responsabilit� etica di assicurare alle generazioni future che non ci saranno pi� guerre n� catastrofi ecologiche�, si legge nel documento. �Ci sono sfide molto importanti davanti a noi -dice Gorbaciov parlando ai ragazzi presenti al Campidoglio- come la povert�, la sicurezza, il terrorismo, la minaccia globale di una catastrofe ecologica�. Per superale � necessario un approccio multilaterale pi� deciso, ribadisce l�ex leader dell�Unione sovietica, facendo eco alle parole del sindaco Veltroni secondo cui �solo attraverso il dialogo si pu� isolare il terrorismo�. Secondo l�ex capo del Cremlino, la politica mondiale va rinnovata con iniezioni di etica e umanit�. �Alla cultura della guerra bisogna rimpiazzare la cultura della pace�: no alle armi nucleari, alle mine, alle commercio indiscriminati degli armamenti, e s� ad �una maggiore collaborazione tra le nazioni, a un ordine mondiale basato sul diritto internazionale e a una riorganizzazione dell�Onu�. Senza mai nominare gli Usa, Gorbaciov denuncia poi la strategia della �guerra preventiva�, perch� -dice- �l�egemonia di un paese ci porta in un�imboscata storica�. Parla anche dell��inquietante� situazione mediorientale, dove �costruire muri rende il processo di pace ancora pi� complesso�, e denuncia le limitazioni imposte alla libert� di movimento di Arafat. Il leader della �perestroika� infine esorta la giunta militare di Myanmar, l�ex Birmania, ha rimettere in libert� Aung San Suu Kyi (Nobel 1991), agli arresti domiciliari per la sua attivit� a favore dei diritti umani. Visto il successo del vertice, -�per il quale il sindaco Veltroni ha fatto pi� di tutti noi�, osserva Gorbaciov- � stato annunciato che anche nel 2004 Roma ospiter� il summit dei premi Nobel per la pace.

Cinzia Zambrano