Comunitï¿½ di Sant'Egidio

02/12/2003

Prevenzione e cure in Mozambico grazie alla comunitï¿½ di Santï¿½Egidio

Sono bastati diciotto mesi alla comunitï¿½ di Santï¿½Egidio per infondere nuova speranza ai malati di Aids in Mozambico. Quello che per alcuni aspetti puï¿½ sembrare un miracolo ï¿½ in veritï¿½ frutto di un programma di prevenzione che va sotto il nome di Dream (drug resource enhancement against Aids malnutrition) studiato per lï¿½appunto dalla comunitï¿½ di Santï¿½Egidio che, nata nel 1968, allï¿½indomani del concilio Vaticano II, ï¿½ oggi un movimento laico a cui aderiscono piï¿½ di 40mila persone, conosciuto in oltre sessanta Paesi e operante nelle regioni piï¿½ desolate e bisognose di aiuto. I risultati di questo progetto sono stati presentati nel corso della giornata mondiale per la lotta contro lï¿½Aids alla GlaxoSmithKline di via Fleming che ha voluto cosï¿½ rendere partecipi i propri dipendenti di unï¿½iniziativa che vede lï¿½azienda farmaceutica leader mondiale per la produzione di farmaci antiretrovitali impegnata nella partecipazione al progetto Dream, contribuendo con la fornitura di farmaci a prezzi agevolati e con un finanziamento di 50mila euro.

Ad illustrare il progetto ed i risultati ottenuti ï¿½ stato il portavoce della comunitï¿½ di Santï¿½Egidio il dottor Mario Marazziti che ha premesso come questo modello di intervento sia riuscito a garantire lï¿½accesso gratuito alla terapia nellï¿½Africa sub-sahariana con costi organizzativi e di gestione compatibili: ï¿½Contrastiamo non solo lï¿½Aids ma anche il degrado ambientale, la tubercolosi, la malaria, la malnutrizione. Il nostro lavoro non prevede solo la distribuzione dei farmaci ma comprende una catena che va dal laboratorio di biologia molecolare ai controlli periodici e allï¿½educazione sanitaria. Al momento in Mozambico sono operanti undici centri. Settemila le persone che abbiamo contattato. Di queste, tremila sono oggi assistite e mille sono inserite nel programma di terapia antiretrovirale. Ma non ï¿½ il solo dato confortante. Il 97 per cento dei bambini che nascono da madri sieropositive, sono sani. Questo grazie alla triterapia che dal secondo trimestre di gravidanza viene somministrata alla gestante. Il 90 per cento delle persone in Aids conclamato sopravvivono e riprendono le attivitï¿½ quotidiane. Quello che offriamo ï¿½ calore e umanitï¿½: quando i pazienti non tornano ai controlli li andiamo a cercare. Il programma di educazione sanitaria ci vede impegnati nellï¿½insegnare alle madri sieropositive lï¿½utilizzo del latte artificiale. Questo ï¿½ indubbiamente un grande passo avanti per le donne africane che rinunciano ad allattare al seno la propria prole. Da sottolineare che Dream ï¿½ il piï¿½ ampio piano pluriennale per la lotta contro lï¿½Aids disegnato in accordo con il governo, ora si sta allargando agli Stati confinanti come il Malawiï¿½.

A supporto di quanto detto ï¿½ stato proiettato un video. Nel filmato compare il segretario delle Nazioni Unite Kofi Hannan che in visita ad uno dei centri della Comunitï¿½ ha dato il proprio nome ad un piccolo appena nato. ï¿½Oggi con 50 euro si puï¿½ dare la possibilitï¿½ ad un bambino africano di nascere sano. Da un punto di vista economico lï¿½Aids si puï¿½ debellare non ci sono piï¿½ scuse. Trenta milioni di malati africani vanno curati. Presto arriveranno i dati di Cina, India e Russia dove la malattia ï¿½ giï¿½ ben radicata e allora chi si ricorderï¿½ piï¿½ dellï¿½Africa?ï¿½ ha aggiunto, Marazziti. Il presidente della GSK Roberto Ferri ha concluso il convegno puntualizzando: ï¿½ï¿½ giusto che i Paesi ricchi si impegnino realmente ad aiutare quelli in difficoltï¿½. La salute ï¿½ un bene ed un diritto di tuttiï¿½.

Anna Zegarelli