Comunità di S.Egidio


 

07/12/2003


Contro la pena di morte
L'impegno della comunit� di Sant'Egidio per una vera cultura della vita

 

�Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me soltanto, ma in parte almeno, senza voler esagerare, tutti voi. Per quel tale per� � gi� sufficiente il castigo che gli � venuto dai pi�, cosicch� voi dovreste piuttosto usargli benevolenza e confortarlo, perch� egli non soccomba sotto un dolore troppo forte.�

Cos� dice San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi. E a queste parole, magari, avr� pensato Ross Byrd, nella sua conversione al perdono verso gli assassini di suo padre.

Lo racconta lui stesso, nell'incontro organizzato dalla Comunit� di Sant'Egidio, impegnata in una campagna mondiale per la moratoria delle esecuzioni capitali. Con voce ancora velata dall'emozione, il giovane afroamericano ricorda a se medesimo e a tutti che �odio e desiderio di vendetta non mi facevano vivere bene�. Un odio che lo aveva preso in modo dirompente, quando nel 1998 in Texas, tre uomini uccisero suo padre, a scopo di rapina. Ma non solo, perch� al movente criminoso si aggiunse quello selvaggiamente razzista, che port� i tre ad infierire sul corpo dell'uomo. Come non provare rabbia, impotenza, e desiderio cieco di rivalsa, per un giovane che dall'esercito americano, era stato �addestrato anche ad uccidere", rammenta. Poi c'� stato il lento, sofferto ripensamento, dettato dal disagio interiore, e dalla consapevolezza che �la vendetta non mi avrebbe restituito mio padre�. E culminato nella presa di posizione contro la pena di morte dei carnefici paterni, l'anno scorso. Ross Byrd oggi � attivista in una associazione di familiari d� �vittime del crimine� che si battono contro la pena capitale, e che propugnano il perdono verso gli assassini dei loro cari.

Una prova di coraggio, oltre che di intensa fede cristiana. E proprio al valore del perdono fa riferimento David P. Atwood, fondatore della �Texas Coalition to abolish the death penalty� presente all'incontro. Egli ricorda come, addirittura, l�essenza del sacrificio di Cristo si racchiuda in quel gesto. E rileva, da americano, una strana contraddizione. Negli Stati Uniti dove il richiamo alle radici cristiane si trova persino sulle banconote, la cultura del perdono stenta paradossalmente, da sempre, a farsi strada, sopraffatta dalle pionieristiche e sbrigative leggi del taglione. E sistematicamente cadono nel vuoto anche gli appelli abolizionisti del Papa. Maggior seguito, piuttosto, registra la rozza equazione che vede nella soppressione del reo un valido argine ai crimini futuri. Una tesi smentita dalle fredde statistiche di questi anni, e dalla laconica considerazione di Atwood, per il quale �se la pena di morte fosse un reale deterrente, essa dovrebbe progressivamente estinguersi per mancanza di reati, e non mantenersi costante negli anni come avviene�.

Testimonianza di una societ� ad impronta sempre pi� individualistica ed egoistica, nella quale si pensa a contrastare le conseguenze del male di pi� superficiale evidenza, anzich� indagarne le origini. Queste ultime magari si potrebbero rinvenire nei traumi di chi all'ultimo stadio della propria disperazione esistenziale, si d� al crimine. Ma una societ� pi� attenta al bilancio statale che a quello della propria coscienza preferisce investire in esecuzioni e tagliare ammortizzatori sociali, di sicuro pi� costosi. Contro l'inumanit� di una tale pratica, vigente ancora in molti paesi del mondo si batte da tempo la Comunit� di Sant'Egidio, e lo fa attraverso una forte opera di sensibilizzazione, fatta di incontri, dibattiti, e di una raccolta di firme per la moratoria (sottoscrivibile anche online: www.santegidio.org).

Gianmaria Robert