Quindici anni fa erano meno di quaranta. L�anno scorso milleduecento; questo Natale, millecinquecento. Lo chiamano il �pranzo dei poveri� ma i volontari della Comunit� di Sant�Egidio preferiscono chiamarla la �festa di Natale�, festa di chi, soprattutto, � solo. Ecco chi sono e come hanno festeggiato grazie anche al piccolo esercito di volontari. Non � un �racconto di Natale�, da leggere per sentirsi pi� buoni, ma un resoconto di cronaca, da ricordare nei restanti giorni dell�anno.
Quando arrivano le noci, Mario ne prende una e la sbriciola con un pugno sul tavolo. Faceva il muratore; poi ha studiato e adesso � geometra in un�impresa edile. Paolo � laureato in economia: ha le mani delicate e le noci se le fa aprire dal compagno. Emanuela, anche lei dottoressa in economia, lavora in una finanziaria della Regione ed evita le noci: predilige il pandoro. Sono seduti al tavolo 24 del Ducale, insieme a Giacomo, vecchio marinaio in pensione; Gimmy, il nonno-che-sorride; Aldo, marittimo-che-non-parla; Rita, la nonna con il bastone, e Oliviero, il divoratore di mandarini. Mangiano il pranzo di Natale al Ducale, ospiti della Comunit� di Sant�Egidio. Allo stesso tavolo, volontari mischiati ad anziani, barboni, famiglie africane d�immigrati, vecchi in carrozzella. Quest�anno erano mille e cinquecento, distribuiti tra la chiesa dell�Annunziata, le sale sotterranee del Ducale e l�istituto religioso Piccardo a Carignano. Lo chiamano il �pranzo di Natale� ma i volontari della Comunit� preferiscono chiamarla la �festa di Natale�. Le tovaglie sono rosse; i bicchierini e i tovaglioli di carta hanno stampate le ghirlande di Natale; ci sono i cartellini segnaposto con il nome dell�invitato e al centrotavola, un rametto di Stella di Natale, proprio come a casa, con i parenti: �I nostri anziani sono i nostri amici�. I volontari di Sant�Egidio li chiamano cos� i vecchi che assistono: �I nostri amici�.E quando si sposano, li invitano ai loro matrimoni: �Dovevamo scegliere la chiesa dove sposarci � racconta Mario, mano d�acciaio, l�ex muratore - Roberta mi ha detto: alcuni dei miei amici non possono uscire dall�istituto ma io voglio invitarli lo stesso. E allora abbiamo scelto di sposarci nella cappella del Brignole, cos� sono venuti tutti: genitori, zii, compagni di lavoro e i vecchietti dell�istituto�. Mario ha trentanove anni e, una bimba di sei, Letizia, e un�altra che arriver� a fine gennaio: �La chiameremo Costanza�. E� trent�anni che lavora a Sant�Egidio e sempre per gli anziani. �Certo: se stai con loro per ottenere qualcosa di materiale, perdi tempo. Ma se li avvicini come fossero degli amici, allora ti possono dare tanto. Non sono solo vecchi soli e abbandonati; sono amici. Ci vogliamo bene: vado a casa loro, gli porto la spesa, bevo un caff�, ci facciamo una spaghettata. Parliamo di com�era Genova ai loro tempi. Aldo, quello che sembra cos� silenzioso, a casa sua mi ha raccontato un mare di cose. Mi ripete sempre del pozzo di Carignano: durante la guerra, dice che ci buttavano gi� la gente�.
Giacomo � pi� loquace al pranzo. Faceva il marinaio sulle navi mercantili. Fa Brigida di cognome e , da ragazzo, lo chiamavamo Lollobrigida: �Magari fossi un suo parente�. �0 fossi Giacomo in Lollobrigida�, scherza Paolo: �Marito di un�attrice: pensa che bello!�
Giacomo ha lo sfratto esecutivo, vive nel centro storico in una pensione ad una stella. Aspetta la casa popolare a Pr� ma per ora si paga la retta con la pensione. Oliviero invece vive a Bolzaneto, solo, in una casa senza riscaldamento e senza acqua calda. Quando ha incontrato i volontari di Sant�Egidio neppure pi� si lavava e non cambiava mai i vestiti: �Tanto cosa serve farmi bello. Non ho nessuno da incontrare�. Paolo l�ha conosciuto in un bar del centro storico: tutte le mattine gli telefona e mercoled� mangia insieme agli altri anziani del quartiere. Adesso Oliviero � un po� meno depresso e qualche volta sorride pure. Paolo � il suo grande amico: 24 anni, lavora ad una tesi di dottorato sulla legislazione delle Opere Pie. �Quando mi hanno offerto di lavorare con gli anziani, non ho detto certo che sarebbe stata una �figata�: spesso gli anziani sono sporchi, piangono di niente, vivovono in case vecchie come loro. Ma danno una grande importanza all�amicizia, al ricordo, e se ti interessi a loro , anche poco, prendi un caff�, parli un po� di sport, li vai a trovare un�ora alla settimana, loro rinascono. E� bello averli come amici.�
Bruno Persano
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