Comunità di S.Egidio


 

03/01/2004


S.Egidio - Preghiera per la Pace

 

dara)Sono state pi� di 200 in tutta Italia le manifestazioni dell�1 gennaio organizzate dalla Comunit� di S. Egidio, in occasione della Giornata mondiale della Pace, proclamata dal Papa: fiaccolate, cortei o semplici momenti di preghiera, per non dimenticare tutti i Paesi oppressi da guerre spesso dimenticate. Cos�, mentre pi� di 20.000 persone a Roma hanno dato vita ad un corteo di pace fermatosi a S. Pietro o le strade di Messina venivano percorse dai manifestanti per la pace, nella parrocchia di S. Agata al Borgo, alle 18, aveva inizio una preghiera collettiva, fatta di canti e parole. Ruanda, Filippine, Indonesia, Irlanda del Nord, Afghanistan, Iraq, Cecenia, Colombia sono solo alcuni dei 29 Paesi di tutto il mondo ricordati nel corso della preghiera per la pace, i cui nomi sono stati pronunciati, uno per uno, da Walter Cerreti e Angela Pascarella -responsabili della Comunit� catanese di S. Egidio, che conta pi� di 100 persone- e dai ragazzi della Comunit�, che hanno intonato canti inneggianti alla pace per Gerusalemme o in favore della �resurrezione� per il continente africano, quello pi� martoriato dalle guerre. �La Comunit� di S. Egidio desidera far giungere il suo sostegno alle parole del Papa e alla sollecitudine per la pace nel mondo� e ha deciso di farlo assieme ai suoi amici pi� cari, i poveri della citt�, verso i quali ha sempre dimostrato un�attenzione particolare: in una Chiesa gremita di fedeli, i primi posti erano rigorosamente riservati a loro, ai poveri, ai senza fissa dimora o agli immigrati. Significativa la lettura scelta per la preghiera, un brano di Isaia, le cui parole sono portatrici di pace, che incitano gli uomini a trasformare �le lame in vomeri e le lance in falci�: �non vogliamo restare chiusi nel nostro benessere, tirarci fuori dalle responsabilit� di un aiuto e tanti, troppi conflitti in tanti Paesi del mondo sono ancora aperti -recita la preghiera della Comunit�- Il mondo non � ideale, c�� il terrorismo, si costruiscono arsenali di morte, ma la profezia di Isaia ci parla di un mondo di pace�. Una pace possibile, dunque, solo se ci si libera dal pessimismo e dalla rassegnazione e se si considera la pace come un punto fermo e la guerra come un�oscura malattia da non accettare in qualunque contingenza.

Daniela Raciti