|
25/01/2004 |
|
In Santa Chiara la celebrazione di apertura della Settimana ecumenica |
|
�l capi delle nazioni dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere: non cos� dovr� essere tra di voi, colui che vorr� diventare grande si far� servo, e colui che vorr� essere il primo, si far� schiavo, come il Figlio dell'uomo che non � venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto di molti�. (Canto introduttivo alla liturgia) � il messaggio cristiano nella sua semplicit�, schiettezza, un'innocenza originaria che immancabilmente si traduce in un appello all'umilt� che fortifica e ancor pi�, unisce. Questi versi alludono in apparenza ad una sostanziale distinzione tra stato e fede, eppure la mancanza di pace tra civilt� � spesso dovuta alla mancanza di dialogo tra le religioni e ad una scarsa conoscenza dei loro fondamenti. Il vero essere cristiani equivale oggi all'essere cristiani ecumenici. E proprio questa consapevolezza ha indotto la Comunit� di Sant'Egidio e il Gruppo Interconfessionale Attivit� Ecumeniche di Napoli (GIAEN) ad organizzare la Settimana ecumenica che si conclude il 25 gennaio e che ha visto la celebrazione di apertura lo scorso 18 gennaio nella basilica di Santa Chiara, presieduta da mons. Filippo Iannone, Vescovo ausiliare di Napoli. Un canto della fraternit� al quale hanno partecipato esponenti d'ogni confessione: don Gaetano Castello per la chiesa cattolica; padre Georgios Antonopoulos e padre Andrej Boytzos per la chiesa ortodossa; il reverendo Murray Grant in rappresentanza della chiesa anglicana ed il pastore Holger Milkau per le chiese riformate. Nel corso della liturgia, ciascuno degli intervenuti ha fornito una testimonianza del proprio rapporto con la chiesa ed ha ribadito l'esigenza di unit�, �quando tempo fa ho pronunciato un'omelia in una chiesa cattolica - ha raccontato il reverendo Grant - sono stato escluso dall' eucarestia perch� anglicano, in quel momento mi ha assalito un devastante senso di solitudine prendendo coscienza di quanto profonde possano essere le divisioni insite nelle stesse dottrine di cui siamo portavoce�. Noi parliamo eloquentemente del nostro attaccamento ai principi del cristianesimo, e tuttavia le nostre vite sono sature di pratiche pagane; parliamo appassionatamente della pace, e in pari tempo ci prepariamo assiduamente alla tacita guerra dell'esclusione. Solo l'amore pu� colmare questa strana dicotomia tra parola ed azione, poich� la verit� cristiana � permeata di una tensione spirituale che si spinge oltre la mera scienza teologica, il culto specifico, e giunge laddove "la terra � abitata" come lascia intendere etimologicamente lo stesso termine ecumene.
Claudia Barbarano
|