Molti immaginano gli ebrei secondo lo
stereotipo dell'avaro; in tanti non conoscono le cifre e le motivazioni
dell'Olocausto; accusano gli ebrei di aver ucciso Gesu', ma poi hanno
difficolta' a tracciare la differenza tra ebraismo e cristianesimo. E' una
miscela di ignoranza, confusione e pregiudizi quella che emerge da un
sondaggio condotto dalla Comunita' di Sant'Egidio su un campione di 750
immigrati in Italia, provenienti per lo piu' dall'Est europeo.
''Le risposte non indicano sentimenti di razzismo, quanto piuttosto
pericolose lacune storiche e indifferenza, che potrebbero sfociare un domani
nell'antisemitismo'',avverte Mario Marazziti, uno dei leader della
Comunita', durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto.
Nei mesi scorsi i volontari di Sant'Egidio hanno posto un questionario
con 11 domande sull'ebraismo a 620 immigrati iscritti ai corsi di italiano
di Roma e 130 a Firenze. Ne e' risultato che oltre l'80 per cento non
conosce le esatte cifre dell'Olocausto: c'e' chi le sottostima (100 mila
morti), chi le sovrastima (25 milioni di vittime) e chi risponde di non
saperne niente. Il 16,5% degli interpellati ritiene che gli ebrei siano
avari, il 35% che siano taccagni come altri popoli. Se per il 60 per cento
degli interpellati la ragione della Shoah e' da imputarsi al fatto che gli
ebrei ''hanno ucciso'' Cristo, le risposte piu' imbarazzate arrivano nel
campo delle differenze tra cristianesimo e ebraismo. Oltre il 50 per cento
afferma di non essere in grado di rispondere al quesito, un 15% azzecca la
risposta giusta, ovvero Gesu', gli altri ricorrono alle motivazioni piu'
varie: ''gli ebrei credono ai loro dei e non in Dio'', ''gli ebrei credono
in Adamo e Isacco'', ''il giudaismo crede nel fondatore Giuda''.
''I 750 intervistati - ha spiegato Marazziti - rappresentano un
campione molto significativo della realta' dell'immigrazione in Italia che
non e' composta prevalentemente,al contrario di quello che pensano gli
italiani, da africani, arabi, e persone ignoranti''.
Oltre il 60 per cento degli interpellati proviene dall'Est europeo e
dall'Urss, il 16 per cento dall'America Latina, l'8 per cento dall'Asia e il
resto dal Maghreb, Medio Oriente e Africa sub-sahariana. La maggior parte
sono donne ed oltre l'80 per cento hanno un livello di studio medio-alto
(diploma superiore o laurea).
Dalla ricerca, ad avviso dei responsabili di Sant'Egidio, emerge un dato
positivo:le stesse domande - ha spiegato
Marazziti - poste a immigrati che frequentano da un certo tempo le nostre
scuole, hanno avuto risposte piu' adeguate, approfondite e prive di luoghi
comuni''. ''Segno - ha concluso - di quanto si possa fare nel settore della
formazione, per impedire il risorgere dell'antisemitismo''.
Un punto su cui si e' detto d'accordo Saul Meghnagi, responsabile
culturale delle Comunita' ebraiche italiane.
''Siamo bombardati - ha osservato - da un'ipotesi educativa che pone
l'accento solo sull'inglese, l'informatica e l'impresa.
C'e' invece bisogno sempre di piu' di formazione e di cultura
storica
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