Comunità di S.Egidio


 

30/01/2004

Il numero dei non abbienti diminuisce nelle statistiche Ma cresce quello di chi fa fatica a tirare la fine del mese
EMERGENZA POVERT�
Senza cibo 800mila famiglie italiane

 

Nel corso del 2002 ben 800mila famiglie hanno spesso avuto difficolt� a comprare il cibo necessario per vivere. Un dato sconcertante se si pensa che si riferisce a una delle potenze industriali del G8, l'Italia. Eppure nel nostro Paese ben 925mila nuclei familiari vivono nella povert� assoluta, mentre altre due milioni e 600mila famiglie sono collocate sotto la soglia di quella relativa.

E �non si tratta soltanto di cittadini stranieri, ma anche di nostri connazionali� sottolinea padre Maurizio Annoni, presidente dell'Associazione Opera San Francesco per i poveri di Milano. �Sono soprattutto anziani - spiega - e adulti con famiglia espulsi dal mondo del lavoro�. Nuove povert� che �tendono ad aumentare�. Persone che hanno una casa, una famiglia, ma �che non riescono ad arrivare alla fine del mese con quello che guadagnano�.

Dati, storie e testimonianze di chi opera tutti i giorni sul fronte della povert�. Un'occasione anche per fare il �punto della situazione - aggiunge padre Annoni - su un fenomeno che spesso viene ignorato o addirittura nascosto�, � fornito dal bilancio dell'�Operazione piatto pieno - Svelto�, che ha visto lo scorso anno scendere in campo anche la multinazionale Lever Faberg� Italia, produttrice del marchio �Svelto�, accanto a due storiche realt� da anni impegnate sul fronte povert�: l'Opera di San Francesco di Milano e la Comunit� di Sant'Egidio di Roma. �Nel corso dell'anno siamo riusciti a garantire oltre 83mila pasti caldi - raccontano Sara Longoni e Antonio Duva, manager della multinazionale - e, tutto questo, nasce dalla nostra intenzione di aprirci ai problemi sociali�. Dunque un'azienda del profit che punta ad un investimento nel sociale. Apertura accolta con gratitudine dalle due realt� coinvolte. Del resto le cifre snocciolate da padre Annoni testimoniano un'emergenza reale e crescente: solo a Milano nel 2003 l'Opera ha distribuito quasi 750mila pasti (2397 ogni giorno), ha messo a disposizione per 29mila volte le docce, ha con sentito il cambio d'abiti in 11500 casi, ha effettuato ben 35mila visite mediche, ha sostenuto 802 colloqui personalizzati per il servizio di orientamento del Segretariato sociale.

Cifre e interventi non molto dissimili da quelli operati dalla Comunit� di Sant'Egidio a Roma. �La povert� non diminuisce - avverte Mario Marazziti, responsabile delle relazioni esterne - , come dimostra il numero di persone che si rivolge alle nostre strutture. E questo in un clima in cui la solidariet� sembra essere diventata fuori moda�.

In questa situazione pu� giocare un ruolo importante la scelta di una multinazionale di aprirsi al disagio sociale, soprattutto, spiega Giancarlo Rovati, presidente della Commissione nazionale di indagine sull'esclusione sociale presso il Welfare, �per destare l'attenzione al problema e come sprone anche ad altre realt� imprenditoriali�. Del resto, aggiunge Rovati, �se in passato si pensava che il mondo lo si potesse cambiare soltanto attraverso la produzione, oggi sta crescendo l'idea che lo si possa fare anche attraverso il consumo�. In questo un ruolo decisivio lo svolgono i consumatori, che �sempre pi� sembano basare le loro scelte non solo sulla qualit� del prodotto, ma, a parit�, anche sulle ricadute che un certo acquisto pu� avere�. � il caso, ad esempio, dei prodotti biologici, o di quelli che tutelano l'ambiente o che legano il proprio nome a campagne di sensibilizzazione su temi sociali. Una carta vincente? Qualche segnale positivo sembra esserci. �L'importante - dicono all'unisono gli operatori de volontario - � che si crei un circolo virtuoso�. Anche se tutto questo potr� soltanto lenire e non far scomparire la povert� e l'indigenza di migliaia di persone.

Enrico Lenzi