Comunità di S.Egidio


 

30/01/2004


La memoria di Auschwitz al binario 21
TETTAMANZI: �PIU� AMORE PER GLI EBREI�
Sessant�anni fa da l� part� il treno che deportava 200 milanesi nel lager

 

�Coloro che non hanno memoria del passato sono condannati a ripeterlo�. Questa scritta campeggiava ieri al binario 21 della Stazione Centrale in occasione del 60� anniversario della deportazione di oltre duecento ebrei milanesi che proprio da l� iniziarono il tragico viaggio verso Auschwitz. Voluta dalla Comunit� ebraica e da quella di Sant�Egidio, la cerimonia � stata semplice e quasi sommessa: dopo una sosta nei sotterranei della stazione, gli stessi da cui partivano i convogli diretti ai campi di sterminio, il corteo ha sostato davanti alla lapide commemorativa che � stata posata nel corso dell�analoga manifestazione del 1998. Non dimenticare, questo il monito ripetuto da Giuseppe Laras, rabbino capo di Milano, e ribadito dalla struggente testimonianza di Liliana Segre, deportata all�et� di tredici anni in Germania e tra i pochi ad uscire viva da quella straziante esperienza. Un ricordo particolare � stato dedicato a Giovanni Palatucci, funzionario di polizia che dall�ufficio stranieri di Fiume svolse una efficace azione contro la deportazione degli ebrei, azione che gli cost� un numero di matricola stampato sul braccio e la morte a 36 anni.

La sala reale a fianco dei binari , dove si � svolta la seconda parte della commemorazione, era affollatissima, piena di gente e di giovani che volevano testimoniare la loro presenza, la necessit� del ricordo per evitare che fatti cos� terribili possano accadere di nuovo.Ha parlato brevemente l�assessore Brandirali: �� i miei nipoti ricorderanno�� e ha parlato Giovanna Massariello dell�Associazione nazionale ex deportati. Nessuna invettiva, nessuna rabbia ma solo un bruciante rimpianto per tante vite atrocemente spezzate in modo cos� barbaro e crudele. A sottolineare la vicinanza della chiesa cattolica agli ebrei, c�era il cardinale Tettamanzi, anche lui visibilmente emozionato che, come ha detto lui stesso, si � limitato a �balbettare� qualche parola. �Le vicende che abbiamo appena sentito ci impediscono la tentazione della dimenticanza: il passato va rivisitato per capire quello che � successo e per non ripetere quei fatti disumani�. Poi dall�arcivescovo di Milano � partito un accorato appello conto l�antisemitismo: �Dobbiamo impegnarci a combatterlo ma non basta, serve da parte di tutti pi� amore verso il popolo ebraico che ha tanto sofferto�. Infine l�invito a partecipare sempre al dolore degli altri: �L�angoscia di ciascuno sia la nostra angoscia�.

Giorgio Scaglia