Comunità di S.Egidio


 

30/01/2004

Liliana Segre, uno dei 20 sopravvissuti, ha rievocato il giorno della partenza del viaggio senza ritorno
Tettamanzi sul binario dell'orrore
Il cardinale in Centrale ricorda gli ebrei milanesi morti nei lager

 

�A nome della chiesa cattolica dico che bisogna lottare contro le insidie dell�antisemitismo che risorge. Invito i cristiani ad amare il popolo ebraico perch� � l�erede di una promessa irrevocabile da parte di Dio�. Le parole del cardinale Dionigi Tettamanzi strappano un applauso che rompe la commozione di una sala affollata che ha appena ascoltato il racconto preciso e doloroso di Liliana Segre, che oggi ha 73 anni, ma ne aveva 13 quando part� �per un viaggio senza ritorno� dal binario 21, proprio davanti al salone dove oggi parla il cardinale. � la prima volta che l�arcivescovo di Milano partecipa a questa cerimonia.

Ieri sera alla Stazione centrale, da dove partivano i treni blindati diretti ai campi di sterminio, all�incontro organizzato come ogni anno dalla Comunit� di Sant�Egidio e dalla Comunit� Ebraica, c�erano centinaia di persone. Ebrei, cattolici, cristiani delle diverse confessioni, studenti con i cartelli bianchi con i nomi dei campi di sterminio, ex deportati, gli ultimi testimoni della barbarie. Davanti a questa folla muta, con i fiori in mano davanti al binario della morte, il numero 21, Liliana Segre, come fa ogni anno dal �98, ha ricordato quel che successe il 30 gennaio del 1944, quando lei, il padre e altri 603 ebrei vennero trasferiti dal carcere di san Vittore ai sotterranei della stazione per essere deportati ad Auschwitz. �Gli ultimi "uomini" che ci salutarono furono i carcerati, i quali vedendo le guardie che prelevavano tutti gli ebrei dalle celle, ci salutarono e ci benedirono, regalandoci quel poco che avevano. Dopo di loro, non incontrammo pi� esseri umani. Solo mostri. Attraversammo Milano sui camion, nell�indifferenza generale�.

L�arcivescovo - stretto fra il rabbino Giuseppe Laras e il presidente della comunit� ebraica Roberto Jarach - ha chiuso gli occhi scosso mentre la Segre terminava il suo racconto. �In questi sotterranei bui, pieni dei latrati dei cani, i repubblichini, servi dei tedeschi, ci spinsero sui vagoni blindati con una violenza inaudita�. Dalla Stazione centrale, dove oggi una lapide ricorda quei fatti, partirono verso i campi di concentramento molte migliaia degli 8.500 ebrei italiani rastrellati e deportati in Germania dopo il �43. Del convoglio di 605, tra i quali partirono i Segre, solo 20 sono sopravvissuti.

Tettamanzi ha invitato a �meditare in silenzio queste parole, solo un balbettio � possibile dopo aver ascoltato tutto questo�. Ha detto che � necessario �preservare sempre la memoria perch� l�insidia pi� pericolosa di questi tempi � la dimenticanza�. Un monito rivolto ai molti ragazzi arrivati alla stazione: �Solo chi ricorda ha la possibilit� di capire e di non ripetere pi� cose cos� disumane�.

L�arcivescovo ha ricordato Giovanni Palatucci, funzionario di polizia della questura di Fiuggi che salv� 5.000 ebrei dalla cattura, ma che per questo fini la sua vita a Dachau, a 36 anni. �Ci sono state persone che in quel periodo buio non hanno ceduto al compromesso, alla connivenza e alla paura. Grazie a loro tanti nostri fratelli ebrei si sono salvati dalla camera a gas�, ha ricordato Tettamanzi. Il rabbino Laras ha aggiunto: �Allora ci fu tanta indifferenza. Oggi il pericolo dell�antisemitismo torna ad essere attuale�.

Zita Dazzi