MILANO - Stazione Centrale, sotterranei di via Ferrante Aporti : �E� da qui che il 30 gennaio 1944 � partito il treno per Auschwitz�, indica Liliana Segre, 73 anni, ebrea. Ne aveva 13 quando sal� sul convoglio diretto al campo di sterminio. Ad ascoltarla, durante la commemorazione promossa dalla Comunit� Ebraica e dalla Comunit� di Sant�Egidio, ci sono l�arcivescovo di Milano cardinale Dionigi Tettamanzi, il rabbino capo Giuseppe Laras, l�assessore Aldo Brandirali molti giovani e anziani con un fiore in mano.
�L�ordine arriv� la sera prima, ma dal carcere uscimmo la mattina � racconta l�ex-deportata n. 75190 � una fila di camion si avviava da via Carducci verso la stazione. In questi sotterranei siamo stati buttati a calci, pugni e bastonate sopra i vagoni che non per niente si chiamano �carri bestiame�. Il nostro era un viaggio verso il nulla�.
�Io sono nata a Milano � continua Liliana � e da sempre ho vissuto vicino a San Vittore, ma non avrei mai pensato di vedere il mondo da dentro a quelle mura. Ricordo mio padre che durante la notte, mentre facevo finta di dormire, mi chiedeva perdono di avermi messa al mondo. Un pomeriggio arriv� un tedesco. Lesse i nomi degli ebrei che dovevano partire: eravamo in 605. Salii di corsa all�ultimo piano del carcere dove c�erano altri �condannati� appena arrivati. Ci incrociammo con gli sguardi. Nessuno sapeva cosa dire. Ritornammo da Auschwitz soltanto in 20�. Un silenzio assoluto. �Questi sotterranei erano bui, costellati soltanto dalle urla dei �mostri� e dei loro cani. Questi sotterranei devono restare per i ragazzi e i dubbiosi, per non dimenticare�. Gi�, i ragazzi: �In questi anni ne ho incontrati migliaia. Cerco di trasmettere loro un messaggio positivo, un messaggio di vita. La vita vince sempre sulla morte e quindi devono essere forti, avere speranza. L�amore vince sull�odio. L�odio non d� risposta, l�amore la d��.
�Parole toccanti, davanti alle quali possiamo solo �balbettare� � commenta il numero uno della Chiesa ambrosiana � E� importante non dimenticare. Farlo sarebbe un�insipienza.� Tettamanzi, dopo avere ricordato i numerosi �giusti� che hanno aiutato gli ebrei, ha concluso: �Nei confronti del popolo ebraico dobbiamo imparare a nutrire amore, perch� questo popolo � l�erede della promessa di Dio�. Tettamanzi � apparso molto commosso: �La memoria vera si recupera con il silenzio, quello interiore. Ma vorrei che non venissero dimenticati anche quegli italiani che hanno rischiato o perso la vita per salvare altre vite, come Giorgio Per lasca e il funzionario di polizia Giovanni Palatucci�. Il rabbino Giuseppe Laras ha espresso parole di approvazione per la partecipazione del cardinale, �che valorizza questo momento di memoria e ci aiuta nella costruzione di un mondo migliore�.
Gian Carlo Botti
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