Tifano Totti e Vieri, studiano Cavour e Garibaldi, mangiano pizza e pasta, cantano con orgoglio l'Inno di Mameli, sono venuti alla luce a Roma, a Napoli o Firenze eppure non sono cittadini italiani: sono i bambini, nati nel nostro paese da genitori immigrati qui regolarmente residenti (circa 220 mila in dieci anni), ma stranieri per la legge italiana. Ecco perche' una proposta di legge presentata dall'Udc (primo firmatario Giampiero D'Alia), su indicazione della Comunita' di S. Egidio, chiede la modifica della legge sulla cittadinanza (la n. 91 del 1992) per prevedere la cittadinanza italiana per chi nasce nel nostro paese (ora possono ottenerla a 18 anni); concederla anche ai bambini giunti nei primissimi anni di vita; ridurre da dieci a cinque anni la possibilita' per gli adulti di chiedere la cittadinanza. L'avvio di un impegno parlamentare in tal senso e' stato illustrato in una conferenza stampa a Montecitorio (presenti il capogruppo dell'Udc alla Camera Luca Volonte' e Mario Marazziti della Comunita' S. Egidio). All'esterno una vivace manifestazione con un centinaio di bambini (dietro un grande striscione ''Bambini d'Italia'') hanno intonato piu' volte l'Inno nazionale e ricordato a senatori e deputati ''Siamo tutti italiani, qui siamo nati''. Hanno gia' dato l'adesione all'iniziativa l'Udeur e la Margherita: Sandro De Franciscis e Ermete Realacci - presenti all'incontro stampa - hanno infatti annunciato il consenso e l'appoggio al provvedimento. ''Non chiediamo la luna - ha affermato Marazziti - ma un' ovvieta', tenuto conto che la legge italiana e' a riguardo fra le piu' restrittive in Europa. Fra l'altro, questi sono bambini che nei paesi di origine dei loro genitori sarebbero trattati da stranieri. Chiediamo quindi che dal diritto di sangue si arrivi al diritto di suolo, proprio come avviene in Usa, in Australia e in Canada''. Per il portavoce dell'organizzazione di volontariato, sarebbero 327 mila i bambini stranieri in Italia, 220 mila sono nati in Italia negli ultimi dieci anni. Inoltre, su 350 mila adulti residenti regolarmente da almeno dieci anni in Italia, e quindi in diritto di chiedere la cittadinanza, nel 2002 ne sono state concesse solo 511, nel 1999 erano state 1.700. ''La nostra legge - ha aggiunto - non e' in linea con la Convenzione europea sulla cittadinanza, del 1997, che fra l'altro non e' stata neanche recepita in Italia''. Volonte' ha precisato che l'iniziativa ha l'obiettivo di migliorare l'integrazione degli immigrati a partire da quella dei bambini. D'Alia ha invece reso noto che il testo sara' all'esame della Commissione affari costituzionali della Camera. ''Chiederemo comunque di affrontare il tema - ha detto - in occasione della modifica costituzionale relativa al diritto di voto proposto da An''
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