Comunità di S.Egidio


 

13/02/2004


Cibo ai poveri, il Vangelo secondo Sant�Egidio
Sempre pi� italiani alla distribuzione di viveri: centinaia in fila per portare a casa pasta, olio e biscotti

 

La chiamano percezione di povert�, per dire che non � una realt� - l�Eurispes racconta di oltre tredici milioni di italiani nella situazione di disagio sociale - ma i volontari che lavorano alla Comunit� di Sant�Egidio da vent�anni vedono cose molto concrete, vedono che dalla fine del �99 ad oggi la distribuzione di pacchi alimentari alle famiglie italiane � aumentata dal 16 al 38 per cento. E i pacchi non si danno alla leggera, il bisogno viene accertato. E allora? Allora quando c�� un solo reddito, quando la famiglia � numerosa, non ci sono dubbi: si va sotto. La Comunit� distribuisce pacchi tutti i marted� mattina nella sede di Trastevere, dalle 8,30 alle 10,30, ci si mette in fila e si aspetta, tu sei nuova? Allora corri, vai a prendere il numero, altrimenti non ti chiamano. Ma poi chiamano sempre tutti, quasi duecento persone che torneranno a bussare dopo quindici giorni, (ogni mese ne passano quasi ottocento). E cos� per settimane, mesi, anni, la frutta e la verdura diventano roba da ricchi, il telefono pure, la pensione sociale garantisce a malapena il pagamento dell�affitto o delle bollette. L�Istat, le statistiche, la mobilit�, l�Europa: vallo a dire a quelle signore che si appoggiano al bastone e alla disperazione per arrivare in via Anicia, a Trastevere, dall�Appio, dal Trullo, da Cinecitt� per portarsi a casa due chili di pasta, una bottiglia d�olio, biscotti e qualche scatoletta, neanche fossimo in tempo di guerra.

�Stanno aumentando in maniera impressionante i pensionati che vengono a prendersi la roba da mangiare senza dire niente ai figli, gi� sotto il peso di altre spese. C�� una vita molto pi� dura per buona parte del paese, e siamo solo all�inizio, sarebbero questi i momenti in cui dovrebbe scattare il senso di collettivit� per arrivare ad accorciare le distanze�, spiega Mario Marazziti, portavoce della Comunit� di Sant�Egidio. Sono stati operai (anche specializzati), portantini, cuochi, camerieri quelli che adesso chiamano i nuovi poveri, che fanno i sacrifici per arrivare alla fine del mese come i loro padri li facevano per mettere da parte i risparmi, che si prendono cura della figlia appena separata che ha bussato alla porta con una bambina in braccio e il prossimo marted� chieder� gli omogeneizzati al posto del pacco viveri, che si nascondono dentro cappotti non pi� loro per difendersi dal freddo e dalla solitudine e si commuovono quando Lorella Cuccarini parla della Comunit� di Sant�Egidio e di loro, degli anziani nel corso di Telethon.

�Ora i vecchi sono diventati il fulcro della nuova famiglia, il bastone al quale si appoggiano i giovani�, racconta Francesca Zuccari. L�altra settimana ha chiesto aiuto ai volontari un uomo di cinquant�anni, un figlio di venticinque che fa il cameriere: �Ho dovuto lasciare il ristorantino che avevo in provincia perch� sono fallito, adesso in casa l�unico stipendio che entra � quello di mio figlio, ma lavora solo l�estate. D�inverno io provo a bussare nei ristoranti, faccio qualche ora, la sera, come cuoco, e cos� riusciamo a fare la spesa, mettiamo in una busta i settanta, cento euro per le bollette e aspettiamo�. E due marted� al mese va a fare la fila per il pacco dei viveri.

�L�altro giorno stavano tutti a parla� della ...

�L�altro giorno stavano tutti a parla� della Roma, beati loro che c�hanno �sti pensieri. Sul giornale trovato sull�autobus ho letto che migliaia di operai di Terni hanno manifestato per salvare il posto di lavoro e pure il Papa pregher� per loro, ecco di che si dovrebbe parlare. E perch� quegli altri? Gli autoferrotranvieri che fine hanno fatto? Glieli hanno dato i sessanta euro in pi�? Io lo so, sono tanti, ci puoi andare avanti anche dieci giorni, basta organizzarsi. Ho sessantasette anni, ho passato una vita a fare l�operaio specializzato, adesso mi prendo cura della mia nipotina, a me sembra ancora piccina, ma ha gi� dodici anni, � bella, come la mamma. Mia figlia � in una comunit� per disintossicarsi, sono tre anni che sta l�, ed io per mia nipote sono diventato padre, zio, nonno, angelo custode. Vengo in via Anicia due marted� al mese per due chili di pasta, olio, zucchero e qualche scatoletta e che fatica ogni volta a preparare piatti diversi per mia nipote. E prego sempre che non si ammali, la sua vita � nelle mie mani, ma io devo fare i conti con questo tipo di vita, con le bollette della corrente e allora accendo lo scaldabagno due ore al giorno. La televisione l�ho lasciata solo per mia nipote, perch� lei non c�entra con i miei sacrifici, lei che colpa ha se io facevo l�operaio, se la mamma ha cominciato a farsi, se ho la pensione di 510 euro al mese e devo andare avanti, a tutti i costi... E se mi chiede che vuole iscriversi a un corso di danza si fa anche questo, e le scarpe, i libri, il diario, lo zaino che quello di tre anni � gi� vecchio. Sono roba da ricchi �sti nipoti. L�ultimo Natale � passato e per far quadrare i conti ho pulito le scale di alcuni condomini, ma di palazzi lontani, perch� mia nipote non lo doveva sapere, non mi dovevano vedere le sue amiche. Io non mi vergogno, sono molto di pi� arrabbiato, arrabbiato di dover desiderare un�altra vita, di dover prendere i vestiti qui, in uno stanzone della Comunit� di Sant�Egidio, di chiedere le medicine perch� alcune in farmacia non le posso pagare. Per carit�, altri miei amici stanno peggio, certi non hanno manco una casa, per� � difficile e non � bello essere poveri, ma questo non lo scrivere...�.

�Vengo da Santa Palomba fino a Trastevere, per forza: con ...

�Vengo da Santa Palomba fino a Trastevere, per forza: con una pensione cos� che altro posso fare, tanto ho la tessera per viaggiare sui mezzi pubblici. Certo a fine serata le gambe me le sento a pezzi, gonfie e appena torno a casa si ricomincia. Ho un figlio handicappato: tutti i giorni lui va con i ragazzi della comunit� Capodarco e poi la sera restiamo insieme e sono io a occuparmi di lui. No, non posso contare sull�indennit� di accompagno perch� mio figlio � autosufficiente. Che ingiustizia, vero? Lo vada a dire a chi tira avanti la baracca di questo Paese. A casa viviamo io e mio figlio, un ragazzone di quasi trent�anni, che ha problemi di testa, ma non � cattivo. Io, con l�artrite e un cuore che ogni tanto fa i capricci e tutti i 67 anni sulle spalle, devo pensare a tutto il resto, ma la cosa pi� difficile � arrivare alla fine del mese, anche quei magazzini con il nome difficile (i discount) so� diventati cari. Per i vestiti non c�� problema: io vengo dai ragazzi di Sant�Egidio anche per questo, una volta al mese prendo un maglione, qualche telo per quando il mio ragazzo si sente male, ma che vuole, non pensavo di finire cos�. All�inizio preghi e lo fai fino a quando ne hai la forza, poi all�improvviso non l�ho avuta pi�. Ringrazio solo il cielo di darmi ancora le gambe e le braccia per pensare a mio figlio. Per il mangiare venire a prendere un pacco due volte al mese � un grande aiuto, almeno non arrivo a mendicare... Questo potrei fare, che altro alla mia et�, mica posso andare a pulire le scale di un condominio, o andare a vendere in mezzo alla strada. Ma mio figlio deve mangiare: a questo devo pensare�.

�Diamo una mano a tante famiglie soprattutto a quelle con bimbi piccoli�

�Con una pensione minima di 512 euro e un affitto di 600 sai che fai? Ti scordi la frutta e la verdura e per il latte aspetti che arrivi la domenica, come fosse il piatto della festa, e alla fermata dell�autobus ti fermi a chiedere a una signora dalla faccia gentile dove l�ha preso quel pacco di viveri, che mi fa tanto tempo di guerra e invece la guerra � finita, la gente fuori continua ad andare al cinema, al ristorante, le strade sono affollate, e io devo andare avanti con cento euro al mese. Me li danno i miei due figli, oltre ai novanta euro per finire di pagare l�affitto, un piccolo appartamento al Tiburtino. Ci pensi: cento euro al mese, un euro al giorno, facile tenere la contabilit� a casa mia. Ci sono certe sere che me le rigiro tra le mani e penso a quanto sia difficile e umiliante tutto questo. I miei figli non sanno che due marted� al mese vado a prendere il pacco della Comunit� di Sant�Egidio, loro gi� fanno quello che possono, hanno la loro vita, i figli, un mutuo da pagare, le bollette, il nuoto per la pi� piccola. Hanno tutta la vita davanti, loro.

E allora sai che ho pensato? Ho gi� chiesto che l�azienda mi stacchi il telefono, tanto chi vuoi che mi chiami, e cos� posso contare anche sui quaranta, cinquanta euro ogni due mesi. Due settimane fa ho preso due paia di lenzuoli, mi vergogno a chiederli ai miei figli, poi comincerebbero a fare domande... loro pensano che io abbia ancora dei risparmi da parte. Ma chi � che ha ancora i risparmi da parte con questa batosta dell�euro, con le pensioni a questo livello, con i prezzi schizzati alle stelle? I volontari mi hanno detto che posso prendere anche qualcosa di pi� pesante di questo giubbottino rosso che ho sempre addosso, ci sto pensando: ancora non riesco a indossare qualcosa non mio, non sai quant�� difficile, e non lo sai fino a quando non conosci la disperazione, quella sensazione di solitudine e di paura che ti prende alla gola... perch� non viene a prendere due pacchi di pasta e l�olio e i formaggi se non ti senti risucchiato, inghiottito gi�, verso il vuoto, il nulla�.