BUENOS AIRES - La Spoon River dei desaparecidos � sul declivio del
Rio de la Plata, e la brezza fresca che annuncia la fine dell'
estate argentina gonfia un enorme telone azzurro con le foto degli
assassinati del vecchio regime militare. Ci sono molti nomi
italiani in calce a questi ritratti dal volto allegro e
spensierato, esposti nel Parco della memoria di Buenos Aires. E c'
� anche una storia romana da raccontare, un nuovo martire della
democrazia da ricordare, che � nato e ha lavorato nella Citt�
Eterna. La memoria vive anche di nomi e di luoghi, e Roma
dedicher� a Francesco Host-Venturi, pittore e intellettuale, una
scuola. Lo promette Walter Veltroni alla moglie Mabel Greemberg,
antropologa di 56 anni, anche lei imprigionata dai militari.
Scorre sul filo della memoria il secondo giorno del sindaco a
Buenos Aires, che riceve la cittadinanza onoraria dall' alcade
della citt�, Anibal Ibarra, e che rinsalda il gemellaggio con un
accordo bilaterale sulla promozione del turismo nelle due
capitali. Il sindaco ha poi incontrato il presidente argentino
Nestor Kirchner e nel pomeriggio ha anche visitato un pezzo di
Trastevere trapiantato qui, la comunit� di Sant' Egidio, presente
dal 1987 e che svolge un capillare servizio ai poveri, ai bambini
e agli anziani nei quartieri pi� difficili. Anche Ingrao e Fanfani
fecero pressioni per la liberazione di Francesco Host-Venturi,
rapito nel �77 come altri trentamila desaparecidos e mai pi�
ritrovato. �Forse me l' hanno buttato a mare da un aereo, era
ancora vivo�, ricorda la moglie, che lotta per avere giustizia. Fu
proprio Veltroni nel �97, quando era vicepresidente del Consiglio,
a decidere, durante un viaggio in Argentina, di far costituire lo
Stato italiano parte civile nel processo contro i militari
responsabili dell' assassinio dei nostri connazionali. Adesso, il
sindaco raccoglie questa storia romana, e la consegna alla memoria
della sua citt�. Nasce a Roma nel �37, Francesco, figlio del
ministro di Mussolini Giovanni Host-Venturi che, dopo la guerra
emigra in Argentina con la sua famiglia. Francesco cresce con la
passione per la pittura e la politica, aderisce al movimento
artistico �Spartaco� e al partito socialista. Torna spesso in
Italia per organizzare mostre, ma viene catturato nel �76 dai
militari. �Anche io fui arrestata - ricorda la moglie Mabel - ero
incinta del secondo figlio che nacque in carcere, e non ha mai
conosciuto suo padre� . �La sparizione non � come la morte, non si
elabora il lutto senza avere il corpo�, spiega Angela Boitano, un'
altra italo-argentina esponente delle donne di �Plaza de Mayo�,
due figli scomparsi nelle carceri dei militari. E i nipoti di
queste persone, adesso, sono le nuove vittime del vecchio regime,
come se la tragedia della dittatura allungasse la sua ombra
sinistra fino ad oggi. Centinaia di figli di desaparecidos sono
stati adottati dagli stessi militari che hanno assassinato i
genitori, ma ora scoprono la verit�. Vengono aiutati dalle nonne
di Plaza de Mayo a ricostruire la propria storia, a superare il
trauma in un centro di assistenza psicologica. Il sindaco l' ha
visitato, ha parlato con i nuovi pazienti. Horacio ha 25 anni,
solo nel 2003 ha scoperto di essere stato allevato dall' assassino
dei suoi genitori. �Mi avevano detto che ero stato adottato -
racconta - il mio patrigno, poi, mi ha abbandonato e una domestica
di famiglia mi ha rivelato la verit� . Poco pi� in l� Flavia, 28
anni, tiene in braccio Lucas, gli stessi occhi azzurri del nonno,
Egidio Battistiol, un ferroviere originario di Frascati, rapito a
27 anni dai militari insieme alla moglie incinta. �Io e mia
sorella - ricorda - siamo state salvate dalla nonna. Vennero di
notte a prendere i miei genitori, e non ho mai saputo se il mio
fratellino sia nato� . �E' stato uno spaventoso mercato di
bambini, - dice Veltroni - terribile e agghiacciante�. �Se l'
Argentina vuole costruire un futuro, deve fare memoria del suo
passato�, ripete in municipio davanti all' alcade di Buenos Aires,
Ibarra. Nel pomeriggio il sindaco varca la soglia della Barracas,
sud di Buenos Aires, una baraccopoli che sorge in mezzo ai bei
palazzi di un quartiere residenziale. C' � sapore di borgata in
queste strade, qui � nata la Scuola della Pace della Comunit� di
Sant' Egidio, simile a quelle spuntate in molte zone di Roma. I
ninos lo aspettano, e gli raccontano che hanno imparato a parlare
una lingua diversa dalla violenza. �Abbiamo costruito questo
spazio umano per gli adolescenti - racconta Andrea Poretti, una
volontaria - dopo la grave crisi economica, la vita si � fatta pi�
dura e a pagare sono stati anche gli anziani, molti sono immigrati
italiani. Hanno costruito il paese anche loro, adesso stanno
soffrendo, ma non si disperano. Una di loro, Carmen, ha scritto
una lettera aperta, ed � Dolinda, 86 anni, a consegnarla a
Veltroni: �Molti - si legge - pensano che � meglio fare le valigie
e andar via, ma io vengo gi� da lontano, il futuro pu� ancora
essere qui. Sono arrivata con una speranza: Argentina, un porto
per tutti. Sono vecchia, ma questo sogno ce l' ho ancora� .
Alberto Mattone
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