Comunità di S.Egidio


 

29/02/2004

Sulle loro tombe, a Staglieno, non c�� n� il nome n� la data di nascita. Ma vivono nel ricordo dei volontari.
Maria, Olimpia e gli altri, una messa per gli Invisibili
Sulle loro tombe, a Staglieno, non c�� n� il nome n� la data di nascita. Ma vivono nel ricordo dei volontari.

 

Maria � morta il 28 dicembre. Sulla tomba, a Staglieno, non c'� nome, n� la data di nascita. Solo quella di morte, perch� Maria, per la societ� della carta bollata, non esisteva. Una donna che vive per trent'anni per la strada, non ha diritto ai documenti. � invisibile per la burocrazia.

Ieri � stata celebrata la Messa per gli "invisibili" morti l'anno scorso.

Dal pulpito della Nunziata, i volontari della Comunit� di Sant'Egidio hanno ricordato i loro nomi e i nomi di coloro che li hanno preceduti: Pino, Gianfranco, Giovanni. Trentadue in dodici anni: �Trentadue sono quelli che conoscevamo; poi ci sono tutti gli altri che non abbiamo mai incontrato, invisibili anche per noi�.

Maria viveva al binario undici della stazione Principe. C'era arrivata nel '62, quando aveva quarant'anni e gi� un matrimonio finito male alle spalle. Faceva la domestica nelle case dei signori ma non l'avevano mai messa in regola e non poteva contare su un soldo di pensione. Era scappata dal marito perch� era un ubriacone e una schiena dritta. Paola Bergamini, volontaria di Sant'Egidio, ha avuto in eredit� i suoi ricordi: �Avevo poco pi� di vent'anni quando la incontrai e lei mi diceva: Non sposarli. Un uomo non � una sicurezza. Dai retta a me: lasciali stare quelli: si fanno mantenere e poi ti picchiano. Quando la licenziarono, non aveva pi� un marito e di colpo si era trovata su una strada. Non aveva figli e non aveva neppure un tetto perch� fino ad allora aveva dormito in casa delle famiglie che le davano lavoro. Viveva d'elemosina. Mi diceva: voglio raccogliere i soldi per andare a Sotto il Monte e vedere la casa di Papa Giovanni. Ma i soldi li spendeva prima nel vino e un giorno � morta al Galliera. Non aveva documenti perch� dal '62 era stata cancellata dall'anagrafe. Per farle avere un funerale, don Antonio di Sant'Eusebio � andato a parlare con il giudice, ma sulla tomba, il suo nome non c'�. Per la burocrazia. Maria � morta trent'anni fa�.

Piero � un altro uomo invisibile. E� morto il dodici gennaio, a 62 anni. Aveva lavorato a lungo nelle fonderie San Giorgio a Multedo. Poi la ditta chiuse i battenti e lui, come altri, fin� in strada. Non era sposato; aveva una sorella con la quale non riusciva a vivere per via del suo �caratteraccio�. Lo definisce cosi Renato Cosso, il volontario di Sant'Egidio che era diventato suo amico: �Aveva mani larghe e una forza che spaventava. Diceva: le mie mani sono pesanti come il piombo. Era finito in strada perch� le fonderie avevano chiuso. Non sapeva fare molto altro, cosi viveva su una brandina in piazza Giocometti. a San Fruttuoso. Parlava solo in genovese. Una volta, sull'autobus, una donna gli schiacci� i piedi due volte. Alla terza le ha detto: Oua non parlu; fassu an� e man. Prima di morire mi ha lasciato un orologio, deve averlo comprato da qualche marocchino; lo aveva pagato cinquemila lire; a cristalli liquidi; non ha mai funzionato. "Lo do a t�, mi ha detto, perch� in strada ti rubano tutto".

Pino invece � morto pochi giorni fa, il sette febbraio, all'istituto Brignole, ricoverato dopo una paresi. Per quarant'anni la sua casa sono stati i portici di piazza Vittorio Veneto a Sampierdarena. Aveva studiato al Casaregis, segretario d'azienda, e qualche lavoro l'aveva trovato, ma aveva problemi di salute e fu licenziato. Norma Fedolfi, amica di Sant'Egidio, era la sua nipote acquisita: �Mi disse che un giorno, su una panchina, dei giovani volevano dargli fuoco. Leggeva il giornale; non so come, ma tutti i giorni si procurava una copia del Secolo e la leggeva dalla prima pagina all'ultima. Portava sempre l'orologio al polso. Non ho appuntamenti, mi diceva, ma non mi piace vivere senza sapere che ora �. Quando � morto, nel cassetto ho ritrovato tutte le cartoline che gli avevo spedito�.

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A Genova i senzatetto sono 400, in duemila ai banchi alimentari

Ogni mese, duemila poveri chiedono l'elemosina ai banchi alimentari allestiti dalla Comunit� di Sant'Egidio e da San Marcellino. Dieci tonnellate di pasta, riso, zucchero e farina sono distribuiti a famiglie bisognose, anziani soli, immigrati senza un lavoro. Il numero di genovesi che ritirano il pacco alimentare al banco di Sant'Egidio, � doppio rispetto quello di dodici mesi fa. Secondo stime di Sant'Egidio, a Genova sono circa 400 i senzatetto. Un'ottantina vive tra le stazioni di Brignole e Principe, sotto i portici di Piccapietra, di piazza della Vittoria e nei magazzini ferroviari di Terralba. Il resto, in rifugi improvvisati sparsi in citt�.

Bruno Persano