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29/02/2004 |
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Trenta ore per la Vita, l'evento televisivo destinato a raccogliere fondi per progetti di solidariet�, quest'anno � stato dedicato a sostenere l'impegno della Comunit� di Sant'Egidio in favore degli anziani. Nell� arco di una settimana si sono susseguite trasmissioni televisive, spettacoli teatrali e feste di piazza che hanno visto coinvolti artisti del calibro di Lorella Cuccarini, Peppe Barra, Leo Gullotta, Aurelio Fierro, Arnoldo Fo�, Valentina Stella (nella foto con Giuseppina, la centenaria che vive nella casa famiglia degli anziani della Comunit� di Sant�Egidio), Enrico Lo Verso, esponenti del mondo della chiesa come il Cardinale di Genova, Mons. Tarcisio Bertone, il vescovo di Terni, Mons. Vincenzo Paglia e, ovviamente, tanti anziani. E� stato un coro di voci che ha ribadito in vario modo, con sfumature ed accenti diversi un unico messaggio: �Aiutiamo gli anziani a vivere nelle proprie case. Aiutiamoli a vivere meglio�. Ed � stato l�esempio di come la televisione, se usata in modo intelligente, possa comunicare in modo efficace valori della vita, emozioni e sentimenti che nel mondo di oggi sembrano non contare pi�. Gli anziani sono tanti, sono in aumento nella nostra societ�. Anche a Napoli, citt� tradizionalmente popolata dai bambini, gli anziani sono in costante aumento e ormai rappresentano circa il 20% della popolazione. Grazie al benessere e alle nuove scoperte nel campo della medicina, oggi si vive di pi�. Ma tante volte, questi anni di vita in pi� non sono visti come una benedizione, ma come un peso, un problema. Questo accade soprattutto quando sopraggiunge una malattia invalidante, quando le forze non permettono pi� di vivere da soli. Tanti anziani vivono la vecchiaia come un naufragio. Allora per i parenti, le persone vicine l�unica risposta a queste difficolt� sembra semplice: il ricovero in istituto, in casa di riposo. Quante volte, forse senza farci neanche troppo caso, anche noi abbiamo sentito questa frase: "L'abbiamo messo in un bell'istituto, per il suo bene". Ma ritrovarsi a 90 anni a vivere all'improvviso con persone estranee, non volute e non scelte � davvero un modo per vincere la solitudine? Sappiamo bene come si vive in istituto. Succede che vuoi riposare e non ci riesci perch� non sopporti il rumore degli altri, i colpi di tosse, le abitudini diverse dalle tue. Vuoi leggere e c'� chi vuole la luce spenta. Vuoi vedere un programma, ma o se ne guarda un altro o non � orario. Capita spesso che ti scambino la biancheria con quella di un'altra persona e poi non puoi tenere niente di tuo. In un ricovero anche i problemi pi� banali diventano difficili: avere ogni giorno il giornale, riparare subito gli occhiali quando si rompono, comprare le cose che ti servono se non puoi uscire. Quello che � peggio - ammesso che il mangiare non sia cattivo - � che non si pu� decidere quasi niente: quando alzarsi e quando restare a letto, quando accendere e quando spegnere la luce, quando e cosa mangiare. E poi, quando uno � pi� anziano (ed � pi� imbarazzato perch� si sente meno bello di una volta), � costretto ad avere tutto in comune: malattia, debolezze fisiche, dolore, senza nessuna intimit� e nessun pudore. Eppure i nostri genitori, i nostri nonni hanno lavorato tutta una vita per noi, ci hanno trasmesso la fede in Ges�, hanno contribuito al benessere della nostra societ�, e fin quando hanno potuto hanno badato ai nostri figli. E� giusto ricompensarli cos�? E poi che futuro ci costruiamo se insegniamo alle generazioni future che quando si hanno delle difficolt� la soluzione � sbarazzarsi dei propri cari? La Comunit� di Sant�Egidio da oltre 30 anni vive un profondo legame con gli anziani e crediamo che la vecchiaia possa essere vissuta come un felice approdo, dove si pu� essere utili e contenti. Quante storie di amicizia ci hanno legato agli anziani ed hanno riempito la loro nostra vita (oltre che la loro) di affetto, di attenzione di senso della vita! Allora l�occasione di Trenta ore per la Vita � stato un tentativo di incidere nella cultura della nostra societ� parlando della vecchiaia come una chance e non una maledizione. L�amore, la passione per questi nostri amici, 30 anni di amicizia con gli anziani, hanno fatto sorgere idee, proposte e soluzioni che hanno reso bella e piena la vita di tanti e possono rendere pi� serena la vita di tanti altri anziani e migliore la vita della nostra societ�.
Antonio Mattone
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